Buongiorno,
nei miei post troverete spesso riferimenti al fatto che le varie elezioni vadano interpretate per quello che sono, sia nel momento in cui si vota sia in quello in cui si tirano le somme e si fanno le analisi dei risultati.
In tal senso, per restare all'attualità, ritengo che le amministrative dei giorni scorsi debbano essere interpretate per quelle che erano, cioè le elezioni deputate a scegliere i sindaci dei comuni interessati.
Analogamente per il referendum cofermativo di quest'autunno sono convinto che si debba ragionare sul valore delle riforme, perchè quello è lo scopo del referendum.
Dare a queste elezioni un valore politico nazionale oppure, peggio, volerle considerare una sorta di legittimazione (o bocciatura) di Renzi sarebbe un errore, malgrado la fortissima personalizzazione che quest'ultimo ha voluto dare alla sua politica ed a quella del partito di cui si è impossessato.
Com'è ovvio dopo una simile lunga premessa, il post verte sul fatto che, a mio modo di vedere, c'è una eccezione.
Insomma tutto sembra indicare che il problema non stia nei singoli candidati (il che sarebbe effettivamente un problema amministrativo locale) ma nel meccanismo con cui sono stati designati dal Partito, il che si trasforma in un problema politico nazionale per il PD.
A fronte di questa situazione ed in attesa dei risultati dei ballottaggi, persino la destra che, insignificante a livello nazionale, va però al ballottaggio a Milano, Napoli, Bologna e Trieste (1) e lo fa da posizioni migliori di quanto potesse sperare, appare aver effettuato delle scelte migliori del centro sinistra.
Se nell'immediato i risultati evidenziano l'esistenza di un problema per il PD, in prospettiva potrebbero essere sintomi di situazioni ancora peggiore sia per il PD che per il suo segretario: sino a ieri l'appello era essenzialmente "Votatemi perchè con me il PD vince e va al 40% (e chi non lo fa è un gufo rosicone)", adesso questo approccio sembra essere insufficiente se non controproducente.
Paolo
(1) e sarebbe al ballottaggio a Roma se non avesse scelto di chiamarsi fuori in maniera probabilmente feliberata dividendosi su due candidati diversi
2 commenti:
Buondì,
analisi corretta. Se un'alternativa al PD credibile si concretizzerà, Renzi raccoglierà ciò che ha seminato con la sua arroganza e la sua sopravvalutazione dei risultati.
Finché le alternative sono quelle attuali può fare il bulletto. Ma i segnali preoccupanti ci sono.
E non sono solo preoccupanti per Renzi, dal momento che chi non esiste, sul panorama politico è quella sinistra che il PD dovrebbe rappresentare.
Saluti
T.
@ T.:
in questa situazione il mio timore è che l'adorante codazzo dei nostri cosiddetti intellettuali abbia convinto oltre che noi italiani anche chi ci guarda dall'estero del fatto che Renzi sia la nostra ultima speranza: in tal caso ogni suo fallimento diventa un giro di corda attorno al collo dell'Italia...
Ciao
Paolo
Posta un commento