Buongiorno,
il mio tema del giorno è quello dell'esternazione papale contro l'uso di educazione sessuale e civica a fini anticattolici ed il relativo piccolo dibattito che ne è sorto.
Benchè le parole del Papa siano state estremamente generiche, e malgrado alcune indicazioni possano far pensare che NON si parli dell'Italia (dove non mi risulta esistano corsi di educazione sessuale obbligatoria, men che meno interpretabile sensatamente in chiave anticattolica, ma forse sbaglio), c'è una parte del discorso che personalmente non condivido, ed è quella che afferma che è diritto esclusivo dei genitori scegliere che educazione dare ai figli in tale campo, sottintendendo (ma nemmeno tanto) che quello è un campo dal quale lo stato deve tenersi fuori ed affermando addirittura che tali corsi "trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".
Questo tipo di visione antepone i diritti dei genitori (di scegliere il tipo di educazione) a quelli dei figli (di avere gli strumenti adeguati per valutare in prima persona quali comportamenti adottare) e conduce all'abominio che un genitore irresponsabile possa di fatto imporre un comportamento di libertinaggio estremo da un lato o sessuofobico dall'altro semplicemente impedendo al figlio di avere le informazioni adeguate a valutare eventuali alternative che avrebbe potuto trovare preferibili.
Per scendere un po' più sul concreto tremo davanti all'idea che alcuni genitori possano imporre ai figli una visione esclusiva che nega recisamente l'utilità del profilattico, come dall'altro lato mi preoccupa sapere che i figli dei pedofili possano essere educati sulla base delle convinzioni dei genitori e trovarle conseguentemente normali. Sono due condizioni sicuramente estreme, ma entrambe figlie dell'affermazione di cui sopra.
E, per come la penso io, uno stato liberale dovrebbe cercare di limitare la possibilità di esercitare questo tipo di abusi, permettendo ai propri cittadini di avere gli strumenti per effettuare in proprio le proprie scelte.
Ciao
Paolo
8 commenti:
Ciò che afferma Paolo mi sembra talmente ovvio e giusto che temo vi sarà poca partecipazione e discussione su questo post...
@ Robotomy:
anch'io mi ero posto il problema dell'ovvietà, ma mi son reso conto che, vuoi per la genericità dell'accusa, vuoi per il tema abusato, a parte qualche reazione stile "la chiesa non deve interferire" e Cacciari che si lamenta del fatto che questo Papa dovrebbe interessarsi di problemi reali della società, in pochi hanno notato che la Chiesa si è spinta la frontiera un po' più in là: non solo ci dice come dobbiamo comportarci per essere buoni cristiani (cosa doverosa), ma giunge ad affermazioni contrarie al libero arbitrio personale quando pretende che i genitori debbano essere gli unici depositari del diritto di decidere l'educazione dei figli, come se a questi fosse negata la facoltà di intendere e volere, il che non è assolutamente usuale almeno da un bel po' di tempo in qua.
Ciao
Paolo
Credo di immaginare che la posizione anche degli altri commentatori del blog sia assolutamente in linea con quella espressa nel post, ma non per questo è inutile perlarne col rischio che abbiamo di precipitare nel nuovo medioevo.
Forse se la scuola pubblica avesse ovunque nei propri programmi didattici il giusto tempo dedicato a questa materia, sin dall'età piu' tenera, tanti bambini vittime di molestie avrebbero imparato che certe attenzioni da parte di "adulti con la tonaca" non sono accettabili e che occorre subito denunciarlo alla signora maestra cosi come ai propri genitori!
E con tale pesante fardello morale ancora tutto addosso, sebbene abbia chiesto perdono, il papa insiste che i genitori siano gli unici a poter impartire una sana educazione sessuale ai figli, forse perchè dovrebbero precisare bene che non ci si puo' accoppiare per il piacere ma solo per procreare e che se nel terzo mondo nascono bambini già ammalati di AIDS non resta che la castità di coppia, perchè il preservativo giammai!
Ok allora intervengo in modo più completo: Io penso che tutto stia nella interpretazione del concetto di "famiglia". Paolo interpreta questo termine in senso generale e moderno svincolato da stereotipi o da appartenenze ideologiche e culturali. Il Papa invece quando dice "famiglia" intende il concetto cattolico di quest'ultima, come vocazione spirituale e ricettacolo dei valori cristiani quindi trasmissibili di padre in figlio con il bravo papà con il suo pisellino e la brava mamma con la sua patatina e vissero tutti felici e contenti nei secoli dei secoli amen bla bla bla... Ovviamente siamo anni luce lontani dalla realtà!!!!
Essendo d'accordo con Paolo mi viene poco da aggiungere. Pero' la risposta di Francesca mi ha stimolato ad aggiungere una mini riflessione.
Secondo me l'educazione sessuale dovrebbe essere insegnata in tutte le scuole italiane per legge da insegnanti qualificati per farlo (sessuologi, psicologi, medici) attraverso concorsi. Ovviamente essendo corsi di poche ore, vedrei questi insegnanti come consulenti esterni da prendere secondo dei registri pubblici appositi (le scuole private e pubbliche possono contattare chi voglione all'interno di questo registro di persone abilitate).
In questo modo si avrebbe un buon livello di educazione e regole chiare e ben precise.
Pale
Buonasera,
Prima un'informazione:
Il blog di Santalmassi, già citato da Paolo blog nostra ex casa, ha cambiato indirizzo.
E' vero che potrebbe sembrare scontato l'argomento ma non è cosi:
"è diritto esclusivo dei genitori scegliere che educazione dare ai figli in tale campo, sottintendendo (ma nemmeno tanto) che quello è un campo dal quale lo stato deve tenersi fuori ed affermando addirittura che tali corsi "trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".
La principale fonte di educazione dei figli sono i genitori, ma poi c' è anche la scuola, e anche la società con i suoi atteggiamenti dovrebbe essere fonte di esempio e di educazione ma spesso non è così. Ad esempio se portiamo i figli in un parco e questi osservano gente che buttano carte per terra, cani che fanno la cacca nelle aiuole, gruppi di ragazzi che imbrattano muri, non mi sembra che questi siano esempi educativi.
Che poi vengano i preti a dirmi il preservativo no! la pillola no! non si tromba (che ci vuoi fare sono toscano!) fuori dal matrimonio... E pretendano che questa deve essere l'educazione che io do a mio figlio, beh loro hanno i grilli nel capo. Importante insegnare l'educazione sessuale oltre che come comportarsi, mio figlio deve sapere che nei rapporti con l'altro sesso bisogna usare giudizio, e quando si pensa di essere pronti di usare anche i metodi anticoncezionali opportuni.
Hanno voglia di venirci a fare la morale.
Oltre alle osservazioni del post un appunto sul fine vita dove pare che si cominci a muovere qualcosa nel parlamento per opera di PierCasinando, al solito tanto per far contente le gerarchie ecclesiastiche. Ecco con tutte belle notizie mi verrebbe di armarmi di forcone e scendere in piazza.
La vita è mia e decido io come viverla e non quattro preti che non sanno cosa sia.
Buongiorno, sono consapevole che la mia visione è alquanto utopistica, però sognare non costa niente, e a me piacerebbe una scuola nella quale un'ora a settimana fosse dedicata all'"Educazione Affettiva", dove cioè si insegnassero ai ragazzi fin dalle elementari i valori importanti che dovrebbero essere alla base di un rapporto affettivo/amoroso (tra cui rispetto, fiducia, stima, onestà, ecc.); in un secondo momento, magari dalle medie, all'educazione affettiva verrebbe integrata anche l'educazione sessuale, mai disgiungendo la meccanicità del sesso dall'importanza dei valori alla base di un rapporto tra due persone che si amano; ovviamente l'insegnamento di una materia così importante quale l'educazione affettivo/sessuale dovrebbe essere deputata a individui molto qualificati, e non dovrebbe sostituirsi all'educazione impartita dai genitori, ma esserne complementare, di modo tale che anche chi ha la sfortuna di non avere modelli genitoriali positivi, potesse comunque ricevere gli strumenti per, magari, diventare, una volta adulto, una persona migliore. Attraverso il confronto delle proprie acerbe esperienze e sotto la supervisione di una guida che fornisse loro gli strumenti per aiutarli nella maturazione del proprio Sè affettivo, forse, i nostri figli potrebbero acquisire maggiori strumenti per vivere appieno la straordinaria esperienza dell'amore, l'unica cosa per la quale valga veramente la pena di vivere..
L'educazione affettiva dovrebbe essere assolutamente laica, perchè i valori dell'amore sono universali, non appartengono ad alcuna religione, e le storture in questo senso del Cristianesimo e dell'Islamismo gridano vendetta nei secoli..
Comunque mi viene in mente che, a proposito di sparate papali ad minkiam, anche quell'altra crociata del dare dei nomi cristiani ai propri figli non è meno abnorme, in fatto di legittimo diritto alle proprie scelte!
Ma allora tutto il messaggio della redenzione.... non va a farsi benedire?
Se uno fa peccato a chiamare la figlia Sharon o Asia anzichè Giuditta o Teresa.... non dovrebbe bastare che si pentisse per essere perdonato?!?
Qui invece sembra che ci sia una condanna senza appello.
il Berlo che ne ha fatte di ogni (anche se vanta una singletudine che secondo lui gli permette qualsiasi libertà) di recente si è saputo che abbia ricevuto l'eucaristia.....
Non si sarà mica pentito eh??
E ultima pisciata fuori del vaso della Chiesa la reazione alla bestemmia di un concorrente di noto reality TV alla quale, dopo le vibrate proteste sul quotidiano dei vescovi, ha risposto da par suo il grande Michele Serra:
"La domanda che sorge spontanea (anche nei numerosi commenti in rete) è come mai una caduta di forma sollevi tanto scandalo, quando è la sostanza di quello e di altri programmi a confliggere in toto non dico con i «valori cristiani» – non è il caso di tirarli in ballo per così poco – quanto con quel minimo di comune sentimento della dignità della persona che ancora circola in questo paese.
La gente come merce, la vita privata come merce, l´intimità come merce, i sentimenti e le pulsioni sessuali come merce, la mancanza di talento e l´ignoranza offerte come goffo trofeo alla feroce curiosità e al dileggio del pubblico pagante: è peggio questa sistematica svendita dell´amor proprio, questo barnum di corpi smutandati, di frasi dementi, o l´incidente di una bestemmia in pubblico? Anche al premier sfuggì una bestemmia in pubblico, e ci fu subito un vescovo caritatevole a giustificarlo perché «bisogna contestualizzare».
Beh, contestualizziamo, allora, anche il moccolo sortito di bocca a un poveraccio che nella speranza di vincere un po´ di euro e avere qualche foto sui rotocalchi, mette la faccia e il resto a disposizione di quell´allegra gogna che è la televisione italiana. E del Mangiafuoco che la possiede, per il quale votano un sacco di cattolici non bestemmiatori."
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