Buongiorno,
la crisi libica sta mettendo a nudo con i fatti quale sia stata l'incoerenza e la miopia della politica estera italiana nei confronti dei paesi mediterranei ed arabi.
All'alba della crisi tunisina scrivevo queste cose, evidenziando come l'Italia stesse investendo in una politica estera estremamente rischiosa, basata su interessi economici e rapporti personalistici, ma che trascurava una cosa ovvia come richiedere che i paesi nostri partner avviassero riforme in grado di garantire migliori condizioni di vita ai propri cttadini (cosa che, per inciso, avrebbe anche comportato una riduzione della pressione migratoria verso l'Europa).
Successivamente lamentavo l'immobilismo della nostra politica estera parlando di "rivoluzioni mediterranee".
Successivamente lamentavo l'immobilismo della nostra politica estera parlando di "rivoluzioni mediterranee".
A distanza di poco più di un mese è evidente l'imbarazzo italiano, specialmente nei confronti della situazione libica: da un lato vi sono rapporti economici consolidati molto forti, dall'altro l'evidenza dei soprusi e delle atrocità commesse da Geddafi.
Il risultato di questa situazione sono delle dichiarazioni quanto meno scandalose, specialmente se paragonate alle posizioni assunte dagli altri stati occidentali.
Il nostro Premier Silvio Berlusconi, che solo pochi mesi fa aveva tributato al leader libico una accoglienza a Roma tra il trionfale, il servile ed il circense (con frizzi, lazzi, baciamano, hostess convertite all'Islam per soldi; mancava solo la donna barbuta -probabilmente era indisposta- e lo show sarebbe stato perfetto e pieno di stile), interrogato su come avesse utilizzato il rapporto particolare con il colonnello per mitigare la crisi, dichiarava di non averlo voluto disturbare, vista la gravità della situazione.
Geddafi sta ringraziando della tranquillità accordatagli bombardando con l'aviazione (credo almeno in parte fornita ed addestrata da ditte ed esercito italiani) i dimostranti scesi in piazza contro di lui: sono sicuro che, comunque finisca la protesta libica, gli italiani non saranno ricordati come amici del popolo malgrado i cinque miliardi di euro investiti per riparare ai danni della colonizzazione (se proprio proprio servisse una conferma dell'ultimo momento di questa mia fantasiosa idea eccola qui).
Solo dopo centinaia di vittime il nostro augusto premier ha accettato di allinearsi alla posizione europea, fermo restando che non risulta abbia voluto utilizzare i forti rapporti personali ed istituzionali dal lui portati avanti per dare un forte impulso verso la moderazione.
Geddafi sta ringraziando della tranquillità accordatagli bombardando con l'aviazione (credo almeno in parte fornita ed addestrata da ditte ed esercito italiani) i dimostranti scesi in piazza contro di lui: sono sicuro che, comunque finisca la protesta libica, gli italiani non saranno ricordati come amici del popolo malgrado i cinque miliardi di euro investiti per riparare ai danni della colonizzazione (se proprio proprio servisse una conferma dell'ultimo momento di questa mia fantasiosa idea eccola qui).
Solo dopo centinaia di vittime il nostro augusto premier ha accettato di allinearsi alla posizione europea, fermo restando che non risulta abbia voluto utilizzare i forti rapporti personali ed istituzionali dal lui portati avanti per dare un forte impulso verso la moderazione.
E, a dimostrare che non si è trattato di una delle tante involontarie gaffes commesse dal nostro Presidente del Consiglio sulla scena internazionale, ci ha pensato il ministro degli esteri Frattini affermando che, per quanto riguarda la Libia e secondo il governo italiano, non si deve esportare la democrazia, malgrado questa potrebbe essere un elemento di pacificazione per uno stato sull'orlo (e forse già un po' oltre) della guerra civile.
Bella differenza da quando il governo presieduto da Berlusconi ed avente come ministro degli esteri prima lo stesso Berlusconi ad interim poi Frattini aderiva alla dottrina Bush e decideva di esportare la democrazia in Iraq, portando in uno stato dittatoriale ma in relativa pace una guerra (e la successiva guerra civile) che è costata decine di migliaia di vite (probabilmente oltre sessantamila).
Bella differenza da quando il governo presieduto da Berlusconi ed avente come ministro degli esteri prima lo stesso Berlusconi ad interim poi Frattini aderiva alla dottrina Bush e decideva di esportare la democrazia in Iraq, portando in uno stato dittatoriale ma in relativa pace una guerra (e la successiva guerra civile) che è costata decine di migliaia di vite (probabilmente oltre sessantamila).
La strumentalità della posizione italiana sta tutta nel volume degli interessi economici (oltre 7 miliardi di interscambio all'anno) e nel fatto che alla Libia è stato delegato senza scrupoli uno dei successi vantati dal governo: quello nel contrasto dell'immigrazione, entrambi fatti messi in discussione da un eventuale crollo del regime.
Ora la domanda è: c'è qualche altro dittatore cui, magari tardivamente, potremmo chiedere migliori condizioni di vita per i suoi cittadini utilizzando come leva i rapporti economici e personali, prima che un ribaltone ci metta nella lista dei nemici del suo popolo?
E ancora, c'è qualcuno che abbia il coraggio e la capacità di spiegare l'opportunità di farlo al nostro Premier, che mi sembra sempre più perso nel suo egocentrismo, nel suo delirio di onnipotenza e nei suoi complessi di persecuzione?
Perchè, mentre noi restiamo immobili, quelle che avevo definito rivoluzioni mediterranee sembra possano diventare rivoluzioni arabe, ampliando l'orizzonte dei cambiamenti, visto che anche in Yemen, Bahrein ed Iran vi sono movimenti di piazza. E non è detto che debba finire, visto che gli stati dittatoriali, con enormi diseguaglianze economiche al proprio interno e una popolazione molto giovane (elementi che sinora hanno rappresentato il denominatore comune tra gli stati interessati da fermenti) sono tanti.
E, giusto per farci capire di cosa stiamo parlando, come aperitivo ci ritroviamo il petrolio a 105 $ al barile e il diesel a 1,40 € al litro alla pompa, sempre che non abbiate azioni o lavoriate per Impregilo, Unicredit, Trevi, Finmeccanica, Eni, Gemmo,..., sempre che non abitiate a Lampedusa, sempre che non stiate aspettando un contractor che vi faccia indossare un giubbotto antiproiettile e vi scorti ad un C130 che vi rimpatri in Italia, sempre che ...
E, giusto per farci capire di cosa stiamo parlando, come aperitivo ci ritroviamo il petrolio a 105 $ al barile e il diesel a 1,40 € al litro alla pompa, sempre che non abbiate azioni o lavoriate per Impregilo, Unicredit, Trevi, Finmeccanica, Eni, Gemmo,..., sempre che non abitiate a Lampedusa, sempre che non stiate aspettando un contractor che vi faccia indossare un giubbotto antiproiettile e vi scorti ad un C130 che vi rimpatri in Italia, sempre che ...
Ciao
Paolo
13 commenti:
Buongiorno,
la crisi libica sta mettendo a nudo con i fatti quale sia stata l'incoerenza e la miopia della politica estera italiana nei confronti dei paesi mediterranei ed arabi.
La prima cosa che ho pensato è stata "e ora chi la ferma la marea di disperati pronti ad imbarcarsi per l'Europa e che inevitabilmente ci ritroveremo in casa?"
Chissà come schiumerà di rabbia il popolo di decerebrati con il fazzoleto verde che del "controllo" (si fa per dire) dei flussi ne avevano fatto uno dei punti cardine delle loro battaglie e tutto ciò non è servito a niente: E' bastato che cambiasse un pò il vento - vedi quanto è successo in Tunisia ieri, e oggi in Libia - perché tutto il castello di carte andasse all'aria, mostrando la politica fatta di spot e poca lungimiranza di questa accozzaglia di banditi che ci governa.
Michele, che oggi si crede di essere Tex Willer.
@Paolo,
Il tuo sondaggio, chissà perché, è stato un plebiscito. Sicuro di non avere truccato le elezioni ;-))
Mentre l'ineffabile Frattaglie Frattini dalla Farnesina
sconsigliava "viaggi di qualsiasi titolo, in tutta la Libia, alla luce delle manifestazioni di piazza in corso da giorni in diverse città del Paese......
CACCIA LIBICI ATTERRANO A MALTA
La decisione di innalzare al massimo il livello di allerta è stata presa dai vertici militari italiani dopo l'atterraggio a Malta di due cacciabombardieri Mirage libici fuggiti da Bengasi: i piloti hanno raccontato di essersi rifiutati di bombardare i manifestanti che protestavano contro il regime.
Ed inoltre, hanno aggiunto di non aver raggiunto l'Italia perché, in base al trattato italo-libico, avrebbero potuto essere rimpatriati.
Forse l'unica soluzione rimane nella speranza che qualcuno raccolga l'invito di Yusuf al-Qaradavi, l'influente imam sunnita di origine egiziana, che ha emesso una fatwa per chiedere a tutti i soldati libici di uccidere Muammar Gheddafi "per liberare la Libia da lui". "Chiunque nell'esercito libico sia in grado di sparare un pallottola a Gheddafi dovrebbe farlo", ha detto Qaradavi.
Il religioso, 82 anni, è noto per i suoi accesi sermoni alla tv al Jazeera, seguiti da circa 40 milioni di telespettatori.
E' il nostro uomo!
@ MR:
non ho truccato i risultati, sempre che sia possibile, anche se credo di aver votato (in realtà non ricordo).
Siete voi che siete una manica di comunisti :-)
Ciao
Paolo
Questa politica estera raffazzonata è la conseguenza di un problema più ampio che riguarda la natura di B di imprenditore e soprattutto del metodo “imprenditoriale” di “gestire” (miseramente) la Nazione e i rapporti diplomatici. Non approfondisco troppo ora la dicotomia aberrante di queste due condizioni (politico con ruoli istituzionali e imprenditore), mi riservo di farlo in futuro in un post ad hoc.
Rimane il fatto che B ha sempre gestito le relazioni internazionali come si potrebbero gestire i rapporti cliente/fornitore con le stesse ipocrisie (le cene, i “parties”, i sorrisi ammiccanti, i “regalini” sottobanco e chi più ne ha più ne metta…) e gli stessi obiettivi quasi sempre incentrati sull’interesse economico o sull’ acquisizione di prestigio finalizzato a se stesso o alla popolarità mediatica (si chiama marketing…).
Poco conta se l’interlocutore è un riconosciuto dittatore capace di crimini efferati contro umanità, è lui che in quel momento detiene soldi e potere e per cui via con il leccamento di deretano senza scrupoli per il “bene” dell’ azien… (pardon) della Nazione.
E tutto ciò volendo per un attimo fare finta che non possa esistere un qualche tipo di “simpatia” politica per questi personaggi ignobili.
Rimane il fatto che a volte (per fortuna) questi dittatori il potere lo perdono e quasi sempre in modo traumatico lasciando i nostri “eroi” improvvisamente privi del boffice da leccare e, come se non bastasse mettendo a rischio interessi plurimilionari (che sono anche interessi nostri, non dimentichiamocelo…), la nostra credibilità internazionale e soprattutto (perlomeno a mio parere) l’integrità etica e morale del nostro Paese in relazione a temi molto delicati quali i Diritti Umani, libertà e Democrazia.
Si può anche far passare il non “forsennarsi” eccessivamente in difesa di questi principi ma addirittura sostenere regimi brutali e personaggi a dir poco squallidi in nome della “real politik” è una scusa che possono tranquillamente usare a spazzarsi il c**o…!!!
Marco
L'esportazione differenziata di Frattini
( da Metilparaben )
Adesso che il casino è scoppiato in Libia, Frattini dice che "l'Europa non deve esportare la democrazia".
Strano, però, perché invece quando si trattava dell'Afghanistan lo stesso Frattini tenne a precisare testualmente che "la democrazia si esporta con tutti i mezzi necessari".
Insomma, ministro, ci faccia capire: 'sta democrazia si esporta o non si esporta?
Oppure si esporta solo quando gli "importatori", diciamo così, non sono amici di Berlusconi?
@Paolo
Io non sono un comunista ma un microbo;P
Makkox sa essere geniale e toccante:
http://www.ilpost.it/makkox/2011/02/21/gli-angeli-a-malta
Ciao
Paolo
Condivido il post di Paolo, soprattutto quando afferma che i nostri politici hanno creduto che Gheddafi durasse in eterno, sottovalutando la possibilità di una rivoluzione. Era giusto fare affare con la Libia ma mi trovo daccordo con Prodi quando ha detto che bisognava mantenere il basso profilo.
A metà anni novanta partecipai a diversi convegni in cui si esaltava la potenzialità che l'Italia aveva (ed ancora ha...) nel mediterraneo, porto di scambio sociale ed economico con africa e oriente. Invece il dibattito politico ha accentuato le divisioni nord-sud, italia-estero.
Pochi anni fa Paolo Handel aveva fatto un intervento che consarcasmo ipotizzava uno scenario di un mega esodo dal nord-africa. Essendo un comico i politici ospiti non devono averlo preso sul serio
Standing Ovation per Robotomy
@ god_of_love27:
non è solo una questione di basso profilo e di immaginare che Geddafi fosse eterno: facendo affari incondizionatamente con un regime che non ridistribuiva i proventi tra i suoi cittadini abbiamo contribuito a creare le condizioni perchè si realizzassero le rivolte di questi giorni.
E non è detto che si stia assistendo al peggio: da un lato alle porte di casa nostra (Yugoslavia dopo la morte di Tito) abbiamo visto cosa succede quando crolla un tiranno in una realtà in cui popoli diversi non si sono integrati (e la Libia è divisa in tribù), dall'altro non sappiamo ancora quanto sia lunga la lista degli stati che saranno interessati dal domino (vedi ad esempio http://tinyurl.com/colleragiordana), nè quali saranno i cambiamenti che si verificheranno, nè ancora se lo scenario è mediterrano, mediterraneo e mediorientale o arabo.
Non riesco d immaginare cosa potrebbe succedere se venisse destabilizzata l'Arabia Saudita, con l'economia mondiale ancora totalmente dipendente dal petrolio...
Ciao
Paolo
Spero che presto si ribellino tutti i popoli sudditi.
La democrazia globale è l'unica vera globalizzazione necessaria..
crdo però che ci siano molto forze che non vedano di buon occhio questa possibilità...
>Cmq mi pare del tutto evidente che un forte investimento sulle fonti di energie rinnovabili siano NECESSARIE ora piu che mai...
eh se fossimosolo un po piu lungimiranti, purtroppo l'orizzonte strategico dei nostri (e forse anche di altri)politici coincide con la data delle prossime elezioni.
non posso non integrare il post con il buongiorno di Gramellini, in particolare
Però esiste un limite che gli statisti cercano di non valicare ed è il rispetto di sé e del Paese che si rappresenta. Quel senso del decoro e delle istituzioni che ti impone di stringere la mano a Gheddafi, ma ti impedisce di baciargliela. Che ti costringe a riceverlo con tutti gli onori, ma non ti obbliga a trasformare la sua visita in una pagliacciata invereconda, con il dittatore a vita che tiene lezioni di democrazia all’università e pianta la sua tenda beduina in un parco storico della Capitale per ricevervi una delegazione di ragazze prese a nolo.
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