Buongiorno,
leggo di ulteriori
polemiche relative alle spese miltiari italiane, collegate stavolta
all'acquisto di due sottomarini di ultima generazione da affincare al
Todaro ed allo Scirè già in dotazione alla Marina Militare
Italiana, polemiche che seguono quelle sull'acquisto degli F35, sui quali non mi ero mai più di tanto espresso sinora.
L'acquisto,
contestato al Governo Monti, fa parte di un piano definito nel 2008 e
comporta una spesa di un altro paio di miliardi di euro nei prossimi
anni, e sta sollevando il solito polverone polemico tra chi
considera le spese militari uno spreco tout court, chi le vorrebbe
attribuire all'uno piuttosto che all'altro padre, chi sostiene
l'incostituzionalità dei caccia bombardieri (!) perchè per la
difesa servono i caccia, mentre i bombardieri sono per l'offesa (sentita nella rassegna stampa di Radio Rai. Magari mandiamo questi fini strateghi a fermare con un caccia una colonna di mezzi corazzati o ad affrontare una portaerei: magari ci va bene ed il nemico muore dal ridere...).
Il problema è un po' più complesso di così, e i giudizi devono necessariamente essere un po' più articolati.
Negli anni novanta,
quando il crollo del blocco sovietico faceva parlare di fine della
Storia e dell'impossibilità di ulteriori guerre in Europa,
l'esplosione del conflitto nell'ex Jugoslavia, giunto letteralmente
sulla linea del nostro confine nazionale (chiedete a Triestini,
Goriziani ed Udinesi se non ci credete), e, per fortuna senza scontri, all'interno dello spazio aereo nazionale Austriaco (chiedete a chi vide i Mig Jugoslavi manovrare nel cielo sopra Klagenfurt, in Austria) dimostrò che certe analisi erano
avventate e potenzialmente pericolose.
Ritengo che la difesa
degli interessi nazionali sia sul territorio nazionale che in altre
sedi, senza trasformarsi necessariamente in una politica di
aggressione necessiti ancora di una politica militare e delle
relative spese.
La scelta di un esercito
professionale integrato in un sistema di difesa sovannazione comporta
poi la necessità di adeguarsi ad una logica di sistema: questo vuol
dire che, se da un lato beneficiamo anche dello scudo degli altri,
dobbiamo mantenere in efficienza il nostro per gli altri. Il che si
traduce nel dover mantenere dei sistemi d'arma in grado di integrarsi
con quelli degli alleati, il che sta imponendo ai nostri sistemi,
piuttosto obsoleti, di aggiornarsi. Da cui gli acquisti degli F35 e
dei sottomarini U 212.
Qui però credo che
servano dei distinguo, che faccio da profano e quindi opinabilissimi,
sull'efficacia dei due investimenti.
Durante la campagna
elettorale USA un senatore repubblicano contestò ad Obama
l'indebolimento del sistema difensivo americano partendo dal fatto
che nel tempo si era ridotto il numero delle portaerei USA.
Obama rispose giustamente che anche la cavalleria non era più quella di una volta, a sottolineare che la cosa rispondeva a mutate condizioni che rendevano quella tipologia navale meno incisiva a fronte di realtà mutate nel tempo.
E qui finiscono premesse ed aneddoti.
Obama rispose giustamente che anche la cavalleria non era più quella di una volta, a sottolineare che la cosa rispondeva a mutate condizioni che rendevano quella tipologia navale meno incisiva a fronte di realtà mutate nel tempo.
E qui finiscono premesse ed aneddoti.
Per quanto riguarda i
nostri sottomarini ed i nostri F35 credo che sia necessario fare una
analisi che verifichi l'attuale adeguatezza di una scelta fatta anni fa e giunta adesso al dunque, perchè, mentre non
mi risulta che negli ultimi anni siano emerse delle tecnologie in
grado di stravolgere gli scenari di un eventuale conflitto
sottomarino (per cui credo che restino sostanziamente immutate le
condizioni che giustificavano l'acquisto delle due ulteriori unità),
credo invece che sia profondamente cambiata la realtà che aveva
dettato la scelta di acquistare gli F35 a fronte della crescente
affidabilità dei droni volanti, che, più economici, stanno
diventando sempre più affidabili, flessibili ed incisivi nel loro
utilizzo, con la prospettiva di diventare in breve uno strumento
superiore all'aereo da combattimento (sempre che non lo siano già, come credo, almeno per alcuni contesti, non foss'altro che perchè eliminano il rischio relativo alla sicurezza dell'equipaggio -niente più Bellini e Cocciolone, nè "Behind enemy lines" per intenderci-).
E forse la nostra difesa,
che si giova tuttora solo marginalmente di questi strumenti, potrebbe trovare
maggior beneficio dal ridefinire il proprio profilo in accordo con gli alleati ed investire in questa tecnologia, che
ribadisco e sottolineo è emergente e pare in prospettiva vincente,
piuttosto che proseguire sulla strada dell'aereo da combattimento.
Il tutto con costi inferiori, se è vero che i 60 F35 che abbiamo in programma di acquistare hanno un costo base di circa 130 milioni di dollari l'uno, per un costo complessivo del progetto di circa 8 miliardi di dollari, mentre con un miliardo di dollari l'aviazione statunitense ha acquistato 6 anni fa 12 Reaper e 5 stazioni di comando a terra.
Insomma, credo che, prima di procedere con gli F35, andrebbe esplorata ogni possibilità di una loro sostituzione ovunque possibile anche parziale, con droni...
Il tutto con costi inferiori, se è vero che i 60 F35 che abbiamo in programma di acquistare hanno un costo base di circa 130 milioni di dollari l'uno, per un costo complessivo del progetto di circa 8 miliardi di dollari, mentre con un miliardo di dollari l'aviazione statunitense ha acquistato 6 anni fa 12 Reaper e 5 stazioni di comando a terra.
Insomma, credo che, prima di procedere con gli F35, andrebbe esplorata ogni possibilità di una loro sostituzione ovunque possibile anche parziale, con droni...
Ciao
Paolo
8 commenti:
Buondì,
condivido il senso del post, e anche io sono stato irritato dal pressapochismo del conduttore di Prima Pagina, specialmente avendo letto l'articolo su Il Post*.
Io distinguerei il tema in due aspetti: uno è quello che esprime Paolo nel suo post, vale a dire se sia giusto investire ancora grosse somme nell'ammodernamento dei sistemi d'arma, l'altro è quello che, trascurando le implicazioni etiche, tecniche o politico-strategiche, si occupa solo dei costi.
Su questo punto l'articolo di De Luca ci rivela che i sottomarini non sono acquistati dalla Germania come sentenziato in televisione e ripreso sui giornali, ma vengono realizzati in Italia fornendo lavoro in un periodo piuttosto buio.
A me questo pare un punto piuttosto importante, ma naturalmente non puoi fare titoli urlati con roba così.
Saluti
T.
*i pezzi di De Luca sono la dimostrazione che basta un solo giornalista che fa il suo lavoro per far apparire in tutta la loro profondità la pigrizia e l'ignoranza dei suoi colleghi. Basta una percentuale per mandare in crisi personaggi che non conoscono la matematica più elementare, mentre ex direttori di giornali possono permettersi di insistere che in Italia ci sarebbero 20 milioni (!) di vedove.
http://goo.gl/elGUk
Io poi realtivamente ai sottomarini quando ho scritto che "credo che restino sostanziamente immutate le condizioni che giustificavano l'acquisto delle due ulteriori unità" ho volutamente usato un eufemismo minimizzatore non da poco: le primavere arabe ci stanno restituendo un mediterraneo meno stabile e meno filo occidentale, per cui è diventato secondo me ancora più importante avere un sistema di difesa più solido su quel fronte.
Ciao
Paolo
Ammetto la mia completa ignoranza sul tema trattato, tuttavia la domanda che mi pongo è la seguente: in questo preciso momento storico, è proprio necessario spendere i soldi in questo modo? E' importante e strategico l'acquisto di TUTTI questi mezzi? Non è proprio possibile evitare l'acquisto di una decina di F35 (per esempio) e utilizzare quei soldi per una qualsiasi emergenza nazionale (sanità, welfare, esodati etc. etc.)?
@ renzo:
io fin lì non ci arrivo, anche se la domanda è più che legittima. Anche confermando il fatto che nel Mediterraneo la situazione mi pare esserci meno amichevole che qualche anno fa.
Ciao
Paolo
@ Tommaso
Non conoscevo il blog di De Luca sul Post, è stata una piacevolissima e al tempo stesso inquietante scoperta.
Piacevole perché ESISTE qualcuno che si prende la briga di approfondire e correggere le minchiate che si dicono e scrivono.
Inquietante per la MOLE di minchiate che si dicono e che si scrivono.
PS: Conoscete altri siti specializzati in fact-checking?
@ Paolo
Infatti la mia era una domanda, come premesso, da persona che non conosce il mercato e le tipologie di contratti.
Magari non è più tecnicamente possibile rinunciare a qualche mezzo già (probabilmente) ordinato. Magari non lo si vuole fare per motivi di lobbies.
Magari i motivi sono altri.
@renzo
http://pagellapolitica.it/
Non mi piace molto lo stile dei commentini conclusivi, ma le analisi delle dichiarazioni sono molto utili.
Ciao
T.
@ Tommaso
Grazie mille
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