Buongiorno,
Immagino che alcuni di voi si aspettassero un post che tornasse sull'argomento delle grandi navi a Venezia dopo l'incidente di Genova, ed in effetti non riesco ad esimermi dal provare a fare qualche considerazione e qualche parallelo, perchè, se è vero che la sfortuna è stata impietosa, è altrettanto vero che l'incidente di Genova fornisce un ulteriore metro con il quale misurare quelle che potrebbero essere le conseguenze e le probabilità di un incidente provocato da una delle enormi navi da crociera che con l'arrivo della buona stagione cominciano ad affollare la laguna anche quest'anno.
Il fatto è che quella che chiamiamo sfortuna spesso è una mera probabilità con cui dobbiamo fare i conti e che dobbiamo calcolare sulla base dei fatti che abbiamo in mano.
E quel poco che si sa della dinamica dell'incidente mostra chiaramente quanto poco consistenti siano le pseudogaranzie date alla città di Venezia durante la manovra dei mastodonti della vacanza, che erano sostanzialmente le stesse fornite dalla Jolly nero a Genova:
- la velocità limitata
- dei sistemi di comando considerati affidabili
- l'utilizzo dell'ausilio di rimorchiatori
- la presenza a bordo di un pilota del porto
Insomma, la sicurezza di Venezia è affidata agli stessi criteri e principi che non sono riusciti ad evitare l'impatto della Jolly nero contro il molo Giano.
Aggiungete che la Jolly nero stazza 40 mila tonnelate, mentre le navi da crociera più grandi ne possono stazzare sino a quasi 4 volte tanto (si, avete letto bene, 4 volte tanto) e sono in continua crescita, ed aggiungete le considerazioni sull'efficacia dei rimorchiatori alle velocità praticate in laguna che trovate in questo articolo si G.A. Stella (cosa già peraltro risaputa a chi si interessi del problema: i rimorchiatori a Venezia non garantiscono la sicurezza della manovra delle navi da crociera, ma le aiutano a mantenere la giusta rotta apportando eventualmente piccole correzioni, dato che la manovrabilità di queste navi è difficoltosa a velocità troppo basse).
E per finire, aggiungete che invece che sul molo Giano l'impatto potrebbe avvenire contro una città unica, affollatissima e fragilissima, che la movimentazione delle masse d'acqua necessarie a far viaggiare le navi da crociera devasta i fondali e che ognuna di queste navi, anche solo per fornire elettricità, climatizzazione e servizi alle migliaia di persone trasportate utilizza sostanzialmente i propri motori come generatori trasformandosi in una centrale termoelettrica in grado di alimentare un comune nemmeno dei più piccoli collocata nel centro di Venezia con tutti i problemi di inquinamento che ciò comporta.
Chi conosca la logica della valutazione del rischio riconoscerà lo schema che ho usato: a Venezia, rispetto a Genova, sembra vi siano probabilità simili che si verifichi un incidente (perchè vengono utilizzate procedure di sicurezza analoghe per prevenire l'incidente e non ho motivo di credere che condurre una nave da crociera davanti a S.Marco sia più semplice che condurre una portacontainer nel porto di Genova), ma danni potenziali ben superiori.
Il che significa che vi stiamo accettando un rischio ben peggiore. E, come dopo l'affondamento della Costa Concordia, abbiamo il metro per misurare peggiore di cosa.
Ciao
Paolo
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