Nebbia politicamente tossica sul Quirinale

Buongiorno,

esco dal torpore creativo che nei giorni scorsi mi ha ammutolito -e di cui mi scuso con lo sterminato stuolo di arguti lettori- perchè le notizie di ieri sulla tattica decisa dal segretario del PD per giungere all'elezione del Presidente della Repubblica mi paiono l'ennesima mortificazione del nostro sistema politico, quasi quanto le pretese del M5S di limitarsi a giocare di rimessa, pretendendo dal PD dei nomi magari con la malcelata intenzione di affossarli nella solita ordalia via web e senza avanzare alcuna proposta in proprio.

Personalmente interpreto il fatto che Renzi non abbia intenzione di avanzare alcuna candidatura del PD al Quirinale sino all'ultimo momento utile come l'ennesimo atto d'imperio che sottrae al dibattito ed al confronto ogni scelta politica, in primo luogo all'interno del suo partito  (1).

Le dichiarazioni di Renzi esplicitano chiaramente che la candidatura del PD alla successione di Napolitano è già stata definita dagli accordi tra il Presidente del Consiglio e Silvio Berlusconi, anche se i due leader non hanno ritenuto utile ed opportuno renderne partecipi i rispettivi partiti, i cui rappresentanti non dovranno scegliere il Presidente (infatti non verrà proposta nè discussa una rosa di nomi), ma avallare la scelta dei loro leader. Insomma, dopo averla pesantemente criticata (ma non contrastata nei fatti) per i parlamentari, la pratica della nomina viene estesa al Quirinale.

A rendere ancor meno esaltante la cosa è il fatto che la rinuncia ad ottenere l'elezione ai primi tre turni, dove servirebbero i due terzi dei voti, mi fa pensare che il designato non sia una personalità in grado di coagulare un consenso trasversale, come invece dovrebbe essere per una figura il cui ruolo è primariamente di garanzia.

Tutto fa pensare che avremo quindi il primo Presidente della Repubblica nominato e che non godrà di un appoggio particolarmente esteso nè trasversale: magari si dimostrerà un buon Presidente, ma le premesse non sono le migliori. Ho il sospetto di avere un (co)gnome in testa...

Ciao

Paolo

(1) Mi avventuro in una previsione: avanzata la candidatura non mancherà chi, tra i suoi suffragetti, richiamerà alla disciplina di partito gli eventuali dissenzienti e/o perplessi, sostenendo che in un partito serio bisogna essere coesi, una volta presa una decisione. E se qualcuno non ci sta è meglio che se ne vada.Ce ne faremo una ragione.

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Bentornato,

tutto è perduto, restano solo sconforto e repulsione.

E qui abbiamo pure Bitonci.

Ciao

T.

PaoloVE ha detto...

@T.:

tornato è una parola grossa: un po' gli impegni, un po' la politica del "ce ne faremo una ragione" su qualsiasi cosa mi spingono all'afasia.

Ho comunque pronti un paio di post per i prossimi giorni..

Quanto a Bitonci, che dire? Quelli che l'hanno votato se lo meritano.

Ciao

Paolo

altrosimone ha detto...

I sindacalisti sono soliti dire:

"Non si poteva fare di più...."

Che stiano a grattarsi le bip, o a sudare sette camice (ipotetiche ovviamente come il sudore), è un modo come un'altro per mettere a tacere con ambiguità.

E qui tempo che la costituzione ormai sovrastata da troppo tempo e troppa apatia, stia avvicinandosi al rotolo a fianco il water.

Scusa la volgarità.