Buongiorno,
ho voluto calcare la mano sul parallelismo tra il titolo odierno e quello del post di ieri perchè oggi parlo di un articolo scritto da diverso giornalista e su diverso argomento, ma che mi porta ad una identica conclusione al di fuori di quanto nell'articolo stesso: passiamo quindi dall'articolo di Pigi Battista sui magistrati del caso dell'infermiera di Piombino a quello per l'appunto di Paolo Mieli che scrive del processo alla virologa (e parlamentare) Ilaria Capua, accusata addirittura come potenziale untrice di manzoniana memoria.
E per fare questo ci ricorda come la Dr.ssa Capua sia indagata più o meno ragionevolmente per una serie di reati collegati ad un presunto traffico di virus, su segnalazione dei servizi di sicurezza d'oltreoceano, dove peraltro indagini e processo si sono concluse da molto tempo. Il che è un po' come dire che certe cose, altrove, non avvengono e, ove avvengano, si concludono prima e meglio (1).
Nullla omette il buon Mieli sulle presunte leggerezze commesse ai danni della virologa nel corso delle indagini, dall'assurda accusa di aver favorito la possibilità di diffondere una epidemia alle pittoresche interpretazioni di alcuni contentui delle intercettazioni telefoniche.
C'è però un pezzo della storia che Mieli omette, ed un altro pezzo che giustifica a sproposito, ed è propiro qui che alberga il parallelismo con il post di ieri: il ruolo che in tutto ciò ha la stampa, che quelle accuse le ha acriticamente sposate, riportate ed amplificate, sebbene adesso, attraverso lo stesso Mieli sembri volerne prendere le distanze.
E' inutile che il giornalista Mieli lamenti, attribuendolo genericamente alla nostra società, il clima che la sua categoria per prima ha contribuito a creare, con articoli allarmistici e complottisti pubblicati in maniera connivente con una sola delle parti dell'indagine. Peggio è il fatto che giustifichi chi "faceva il dover suo dal momento che
nessun giornalista avrebbe gettato nel cestino un incartamento così
incendiario, per di più vidimato da carabinieri e magistrati".
Come nel caso del post di ieri, prima di alzare alti lai contro altri sarebbe molto opportuno guardare e correggere quanto di distorto avviene in casa propria e farlo prima e con il doppio dell'impegno di quanto si vorrebbe trovare al di fuori del nostro orticello.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buondì,
oggi come ieri appare evidente come la scarsa professionalità dei nostri giornalisti sia il primo problema che abbiamo.
Di un politico te ne puoi - alla fine - liberare, dei giornalisti no. E la responsabilità del clima di antipolitica d'accatto e di parte dell'imbecillità collettiva è in larga parte loro. Il tutto senza che l'odio delle bolge trogloditiche dotate per un malinteso di diritto voto li travolga come meritano.
Saluti
T.
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