Buongiorno,
Oggi un post di Tommaso (si, avete indovinato, lo ringrazio :-)) su una notizia che mi pare stia passando un po' troppo inosservata
è di questi giorni la notizia della richiesta di chiusura del sito Vajont.info a causa della presenza tra i commenti di frasi offensive di un paio di parlamentari.
Sul caso specifico e sulla follia di chiudere un intero sito per un solo commento, peraltro con anni di ritardo, ho trovato interessante questo.
Mi trovo però a fare una considerazione, forse un po' grezza, ma tant'è: è giusto che un personaggio pubblico debba essere così tutelato dall'insulto dell'uomo della strada?
Mi rendo conto che è un terreno difficile e che probabilmente dovrebbe essere solo il buon senso a evitare certe situazioni, tuttavia a mio parere è in qualche modo un diritto del cittadino comune insultare un politico che gli sta sulle scatole.
Finché l'insulto non assume caratteri di insistenza o di discriminazione di qualche tipo, a mio parere dovrebbe essere legittimo.
Se no, qualsiasi bar andrebbe chiuso perché al suo interno qualcuno insulta ad alta voce i ceffi che vede in televisione :-D
Saluti
Tommaso
Stavolta confesso di non essere d'accordo con Tommaso: credo che chiunque debba rispondere di quanto afferma, anche quando si tratti di personaggi pubblici, da quali mi aspetto in termini personali, una maggior tolleranza.
Il problema in questo caso per me è la sproporzione e l'asimmetria che la legge permette tra l'azione e la reazione.
Spero di sbagliarmi, ma nella vicenda non ho trovato traccia di tentativi di far rimuovere/smentire/correggere/... i commenti incriminati (cosa che personalmente avrei considerata adeguata e dovuta), ma vedo il passaggio diretto alla censura dell'intero sito.
E questo passaggio diretto permette di creare un modo pericoloso perchè troppo semplice per censurare tutti i siti che abbiano uno spazio aperto ai commenti: il tuo sito mi sta sulle palle? posto un paio di commenti in cui mi autoinsulto pesantemente e chiedo al giudice il sequestro del sito.
Se la legge (o la sua interpretazion permette questo è sicuramente molto più pericolosa e liberticida di quella che priva dei finanziamenti i giornali di partito...
Ciao
Paolo
3 commenti:
Buondì,
fermo restando che condivido quanto scrivi, riguardo al fatto specifico e alla sproporzione assurda del provvedimento.
So però di non essere riuscito a esprimere bene il concetto, ci riprovo.
Quando una persona intraprende una carriera politica o comunque esposta al grande pubbliconon può non mettere in conto una dose di insulti.
Trovo che per un'offesa isolata, che ne so un "Buffone!", ma anche un "Delinquente!" non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione la denuncia di un potente contro un semplice cittadino.
In altre parole, dinanzi a querele capziose e intimidatorie il giudice dovrebbe avere la possibilità di dare una pacca sulla spalla al permaloso personaggio pubblico e non perdere tempo a farlo arricchire sulla pelle di un cittadino che al massimo è maleducato.
Saluti
Tommaso no-global
Ciao,
a me pare che diciate tutti e due le solite cose.
Condivido in particolare il pensiero di Tommaso:
Quando una persona intraprende una carriera politica o comunque esposta al grande pubbliconon può non mettere in conto una dose di insulti.
Anch'io nei miei noiosi sproloqui mi sono sempre espresso in tal senso. Le offese dovrebbero essere messe in conto, se non altro per l'impossibilità di mettere d'accordo tutti quanti quando si fanno delle scelte. Perciò un politico dovrebbe prendersi gli insulti "muto e rassegnato"!
Vorrei far notare poi che un conto è dire "tizio è un pezzo di m...a", molto differente da "tizio è un ladro e corrotto".
Saluti
Fermo restando che rimango dell'idea che un personaggio pubblico debba aspettarsi anche gli insulti ma abbia piena facoltà di tutelarsi da questi nel modo che ritiene più efficace, mi pare che questa sia la buona notizia:
http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_23/arachi-vajont-ricorso_10a653f6-5e5e-11e1-ab06-25238cfc8ce3.shtml
Ciao
Paolo
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