Buongiorno,
il ministro Piero Giarda in questi giorni sta solleticando le speranze degli italiani relativamente alla possibilità di tagliare cifre consistenti della spesa pubblica intervenendo sul fronte degli acquisiti, sulla base delle indicazioni che gli sarebbero state fornite dal super tecnico Bondi in materia di spending review.
E su questo spunto sento tornare fuori citazioni di esempi di differenze tra prezzi praticati che mi fanno ritenere molto più ragionevole sia stia parlando di cose diverse che passano indebitamente ed erroneamente sotto lo stesso nome, piuttosto che della stessa cosa.
Perchè è ovvio che configurazione e dimensione della fornitura, tempi di pagamento, capacità contrattuale dell'ente, politica aziendale del fornitore relativamente alla singola gara possono influire moltissimo sui prezzi.
E questo moltissimo può da solo giustificare una differenza di prezzo in ragione che stimo superiore anche al 100 - 150%.
E questo moltissimo può da solo giustificare una differenza di prezzo in ragione che stimo superiore anche al 100 - 150%.
caso a) un ente acquista per prova un singolo pezzo di un prodotto innovativo, pagandolo a tre anni data fattura;
caso b) lo stesso prodotto, ormai non più innovativo perchè altre ditte concorrenti sono giunte sul mercato, viene acquistato da un ente che paga a 60 giorni in stock particolarmente rilevante.
Una situazione simile è tutt'altro che inverosimile, e può portare a ridurre nel giro di un anno il prezzo dello stesso bene (e sto parlando di stessa marca e stesso modello) in ragione di oltre la metà.
A ciò si aggiunga che sotto la denominazione "siringa" possono finire cose tra loro ben diverse, e non solo per le dimensioni, ma per materiali, tecnologia e destinazione d'uso. Per intenderci, entrambe le foto qui a lato rappresentano siringhe. Perchè dovrebbero avere costi simili se sono così diverse?
E siccome sono sicuro che qualcuno penserà che comunque il 1200% di differenza sulle protesi per ginocchio sono comunque una differenza eccessiva, non posso che dargli ragione, ma ritengo che la giustificazione più probabile stia nel fatto che è possibile che qualcuno abbia utilizzato erronaemente la stessa codifica per indicare le due cose rappresentate qui a lato, una impiantabile chirurgicamente in un arto, l'altra sostitutiva dell'arto. Di nuovo, perchè dovrebbero avere lo stesso costo se sono così diverse?
E qualcuno mi dice perchè gli aghi da sutura qui a fianco dovrebbero avere costi tra loro simili, e magari simili a quelli che integrano il filo da sutura?
Insomma, il dato economico sintetico può essere un punto di partenza, ma temo che in questo momento sia oltremodo fuorviante e porti a sopravvalutare la portata di questi sprechi.
Il tutto senza entrare nel merito della qualità dei prodotti: ricordo che anni fa l'acquisto da parte dell'ente dove lavoravo di guanti chirurgici monouso di basso prezzo si tradusse in uno spreco notevole: poichè si laceravano quando uno li indossava, i chirurghi presero l'abitudine di calzarne due invece di uno...
Sia ben chiaro, non sostengo che le differenze che vengono citate non esistano: sto dicendo che, sulla base della mia esperienza (che è ovviamente limitata e geograficamente circoscritta) nel 99% dei casi probabilmente vi sono delle motivazioni a spiegazione di ciò.
Temo che il problema che Giarda deve affrontare sia riconducibile a situazioni di inefficienza legate all'organizzazione delle strutture che spendono, più che a singoli prezzi.
Insomma, ho la fastidiosa impressione di risentire i vuoti slogan di Brunetta, che di semplificazione in semplificazione, di approssimazione in approssimazione, ci ha lasciato solo i touch screen con le faccine per dire se siamo stati contenti di aver fatto la fila allo sportello...
Insomma, ho la fastidiosa impressione di risentire i vuoti slogan di Brunetta, che di semplificazione in semplificazione, di approssimazione in approssimazione, ci ha lasciato solo i touch screen con le faccine per dire se siamo stati contenti di aver fatto la fila allo sportello...
Ciao
Paolo
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