Rovine a regola d'arte

Buongiorno,

avevo già accennato qui al fatto che è troppo presto per capire se vi siano responsabilità ed eventualmente quali  nei confronti dei lavoratori morti sotto le macerie dei capannoni crollati a seguito delle scosse di terremoro che stanno martoriando l'Emilia. 

In questo momento è fondamentale gestire l'emergenza: fornire un ricovero ai sempre più numerosi sfollati, mettere in sicurezza gli edifici, ripristinare i servizi.


Ammetto però di avere almeno in parte gli stessi dubbi espressi dalla leader della CGIL Susanna Camusso:"questo mi fa pensare che non si è provveduto alla messa in sicurezza degli stabilimenti prima di far tornare le persone al lavoro" dal mio punto di vista è una cosa che dovrà essere verificata.

Di certo è altrettanto prematura l'invocazione della fatalità che arriva dal neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi: "Non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, quelli nel settore della ceramica erano signori capannoni, costruiti con tutti i crismi. Quindi mi sembra che i crolli siano da attribuire alla fatalità", che assomiglia troppo ad una autoassoluzione di categoria allo stato attuale indebita.

Perchè al momento non sarà magari ancora possibile stabilire eventuali responsabilità, ma a fronte di invocazioni della "regola d'arte", io non posso che notare che sia ieri che una settimana fa si è morti più in fabbrica che in casa

Il che purtroppo sembrerebbe confermare che in molti non si sono comportati in azienda con la stessa "diligenza del buon padre di famiglia" che hanno tenuto a casa propria.

Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Si rivela, forse, l'ipocrisia della retorica dell'imprenditore che si sente quasi parente dei suoi dipendenti.

T.

PaoloVE ha detto...

@ tommaso:

confindustria probabilmente ci risponderebbe che tra i morti in azienda ci sono anche tre imprenditori...

Ciao

Paolo