Buongiorno,
confesso che le prime analisi del voto alle amministrative mi stanno lasciando piuttosto sconcertato, concentrate come sono sulla crisi del M5S, sulla rimonta del PD e sulla sostanziale conferma dell'alleanza di governo.
Il dato sull'astensione infatti pare essere già dato per archiviato, i risultati di partiti come il PdL o la Lega (l'uno al governo nazionale, l'altro alla Presidenza del governo nelle tre regioni più produttive del Paese) passano in assoluto silenzio.
Dal mio punto di vista una tornata elettorale dove le defezioni aumentano rispetto a quella precedente in maniera così significativa ( normalmente il risultato -al netto poi di schede bianche e nulle- registra dati che vanno dal -10% al -20%) fornisce già da sola una bocciatura netta per tutti i partiti partecipanti: un elettore su tre e spesso un elettore su due hanno rinunciato a votare. Persino chi si è aggiudicato la candidatura al primo turno difficilmente può vantare un risultato simile.
L'astensione è il primo partito: questo significa che la maggioranza dei cittadini non trova adeguata rappresentanza nell'attuale sistema politico o è portato a disinteressarsene persino quando la scelta riguarda gli amministratori che li toccano più da vicino. Il che non mi pare un buon punto di partenza nè per i singoli partiti nè per un qualsiasi sistema politico che ambisca a considerarsi democratico.
Con tanto scalpore e malcelata soddisfazione viene salutato il fatto che il risultato del M5S è nettamente inferiore a quello straordinario ottenuto alle politiche. Andiamo però da risultati che si attestano nei principali centri tra il 7 al 12%, che per un partito nascente, privo di una struttura ed organizzazione elettorale, privo di personalità riconosciute, che non ricorre al finanziamento pubblico e che quasi ovunque si presentava per la prima volta, ma stava al contempo scontando le tanto sbandierate ingenuità iniziali dei suoi rappresentanti a livello nazionale. Davvero vi pare un risultato da poco?
Nel caso consideriate quello del M5S un risultato da poco confrontatelo con quello di PdL e Lega.
Il PdL solo in pochissimi casi raggiunge la doppia cifra, e, se giunge ai ballottaggi, lo fa talvolta per il rotto della cuffia e grazie a liste civiche collegate.
La Lega, già confinata per statuto a reclutare i propri elettori in una sola parte d'Italia, persino nelle sue roccaforti più fedeli riesce solo occasionalmente a raggiungere l'8%. Se dovessero esserci un altro paio di tornate elettorali simili Crozza sarà costretto ad abbandonare la riuscitissima caricatura di Maroni perchè sarà irriconoscibilizzata, benchè ancora al comando delle regioni economicamente più importanti in Italia.
Il che mi permette di chiudere (quasi) il cerchio parlando di un PD che, come troppo spesso e troppo facilmente fa, vuole illudersi di aver iniziato una rimonta. Personalmente non vedo nessuna rimonta. Vedo solo che gli altri competitor sono stati bastonati molto di più. E che spesso, al secondo turno, potrebbero essere beneficiati maggiormente dall'apparentamento con le liste escluse.
E la vera conclusione sta nella indebita lettura forzatamente in chiave di governo che si vuole dare al voto, che vorrebbe vedere una sostanziale tenuta della coalizione del governo Letta. Premesso e ricordato che le amministrative comunali hanno scarsa parentela con le politiche nazionali, mi chiedo come, davanti ad un PD che forse arresta la caduta, Scelta Civica che non c'è, il PdL che risulta liquefatto, e nessuna opposizione reale al di fuori del M5S e SeL (che spesso alle amministrative è alleata con il PD), si possano trarre buoni auspici per il governo.
Ciao
Paolo
3 commenti:
Buondì,
io di analisi come quella di Paolo ne ho trovate diverse. Geremicca oggi ultimo in ordine di tempo. Sul crollo dei grillini (Grillo l'ha presa proprio con stile) c'è forse un po' troppa unanimità, del resto i numeri parlano chiaro. Sulla presunta rimonta PD e sul fatto che questo voto rinforzi il governo, ho letto diverse opinioni sovrapponibili a questo post.
In sintesi:
- Il PD può trarre un sospiro, ma guai a considerare questo risultato una vittoria e l'inizio di una ripresa.
- Il dato dell'astensione è una chiara indicazione sul gradimento del governo.
Ho solo un'osservazione:
Chi si astiene non conta nulla nei fatti. Ed è giusto così. Dopo le pensose riflessioni su questo dato preoccupante e sull'"inspiegabile" distacco tra politica e cittadini conterà chi ha preso più voti. O l'indignazione di chi è così schifato da non votare si concretizza in qualcosa di attivo*, oppure queste persone ottengono solo di autoescludersi dalla rappresentanza. E dalla responsabilità aggiungo io.
Questo senza togliere che il segnale di un'astensione così alta sia molto grave e che le riflessioni andrebbero fatte davvero da chi ne porta la responsabilità, per primo quel partito che ha avuto il mio voto e ne ha fatto un uso piuttosto "originale".
Saluti
Tommaso
* O fanno la rivoluzione, che peraltro è una cosa diversa per ciascuno di essi, o pensano a qualcosa di democratico, alternative non ce ne sono.
No, il M5S com'è oggi non è "qualcosa di democratico".
PS: consiglio la lettura di Francesco Costa http://goo.gl/D3Epq
@ tommaso:
"Chi si astiene non conta nulla nei fatti. Ed è giusto che sia così."
Questo purtroppo è verissimo.
Il problema che adesso mi pongo è se ed eventualmente come conto, visto che ho votato un partito che aveva promesso di fare l'opposto di quanto sta facendo, senza nemmeno chiedermi nè permesso nè scusa.
E come uscire da una condizione in cui voto o non voto sono comunque due deleghe in bianco.
Perchè è vero che "conterà chi ha preso più voti", ma questo non vuol dire che conterà chi glieli ha dati, come si sta vedendo.
Ciao
Paolo
@Paolo
vale quanto scritto nella nota del mio commento. Una cosa che si può provare a fare è contribuire al miglioramento dell'offerta politica attuale, partecipando.
In alternativa si possono prendere i famosi forconi.
Oppure si può aspettare che altri partecipino o altri prendano i forconi. Ma in quel caso non vale la pena di lamentarsi.
Saluti
T.
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