Qualcosa non torna?

Buongiorno,

qualche tempo fa mi è capitato sott'occhio questo articolo, che sottolineava come, relativamente in silenzio ed in controtendenza rispetto al sentire comune, in sei anni a partire dal 2006 la P.A.,  tra un blocco del turn over e l'altro, ha tagliato il 7% dei suoi dipendenti.

L'altro giorno è invece giunta la notizia del blocco (in realtà è l'ennesima proroga) del rinnovo del contratto della P.A. almeno sino alla fine del 2014. Blocco che mantiene inalterate le retribuzioni dei dipendenti della P.A. dal 2009, malgrado l'inflazione da allora abbia eroso oltre il 10% del loro valore d'acquisto.

Vista la centralità che è stata sinora data al trattamento economico dei dipendenti pubblici nel giustificare l'enormità della spesa pubblica italiana sarebbe ragionevole che il solo effetto combinato di questi due trend giustificasse un consistente calo della spesa della P.A., calo che, per di più, dovrebbe avvenire apparentemente senza detrimento dei servizi, stando alle promesse dei politici che da anni sostengono i tagli lineari variamente e pittorescamente denominati.

Eppure sono sicuro che la vostra percezione è ben diversa: l'allungamento delle liste d'attesa per un  esame medico, la manutenzione della scuola dei vostri figli, le condizioni del manto stradale dell'autostrada, l'illuminazione pubblica della via dove vivete,... vi dicono che, in realtà, i servizi sono stati tagliati.

E, dall'altro lato, la spesa della pubblica amministrazione, giustamente, non vi sembra variare nelle proporzioni che potreste aspettarvi, (1). Insomma, sto tenendo fermi gli stipendi, taglio il 7% dei dipendenti ed opero con la spending review ulteriori tagli di spesa "senza riduzione del servizio" per il 5%, è ragionevole attendersi una compressione della spesa pubblica piuttosto significativa, non vi pare?

Invece non è così, ed il perchè è presto detto: da un lato gli stipendi incidono sul totale della spesa pubblica per 170 miliardi circa su 790, cioè circa il 20%. E tagliare il costo del dipendente, paradossalmente, non è una operazione a costo zero, perchè comunque del suo lavoro si dovrà far carico qualcuno. Ed è tutt'altro che scontato che lo faccia a costi inferiori, specialmente se viene gestito in appalto a chi, oltre a coprire gli stipendi, deve guadagnarci su, coprire il rischio d'impresa,  coprire costi amministrativi.

Dall'altro lato i tagli previsti per i contratti dalla spending review difficilmente sfuggono alla legge "fisica" per la quale ottieni per quanto paghi: chi in prima battuta era stato bravo e aveva tarato bene il servizio è stato allontanato dall'ottimo, chi non era stato capace di sottoscrivere un contratto adeguato difficilmente ci si sarà avvicinato sulla scorta di un vincolo in più...

Ciao

Paolo

(1) Specialmente se integrate l'andamento della spesa pubblica rispetto al pil con i dati relativi all'andamento del PIL dal 2006 ad oggi.

1 commento:

PaoloVE ha detto...

Dimenticavo: ci sono però due risultati certi di questa politica, e sono entrambi negativi.

In primo luogo l'invecchiamento dei dipendenti della P.A., che saranno sempre meno in gradio di interpretare la realtà che viene avanti. Se non sostituisci chi va in pensione l'età media cresce.

In secondo luogo il lavoro nel pubblico diventa sempre meno attrattivo per chi ha delle capacità ma non vocazione samaritana: meno mi paghi e più ostacoli ho nell'essere assunto, più facile è che io cerchi altrove.

Due bei tasselli nella distruzione dello Stato...

Ciao

Paolo