Buongiorno,
ancora una volta l'Italia si ritrova a dover riconoscere l'abilità di Silvio Berlusconi di scrivere l'agenda politica nazionale, con la complicità / accordo dei media, in qualsiasi ruolo egli si collochi ed in qualsiasi situazione si trovi il Paese che, più o meno direttamente, governa in ampia parte.
Praticamente dal giorno dopo l'incarico, Enrico Letta si è sentito ripetere la clausola "altrimenti cade in governo" in tutte le salse e con tutti gli accenti con una frequenza imbarazzante. Che ad imporre i dictat fosse Alfano o Brunetta poco importa: quel pochissimo che è stato fatto dal governo è scarsamente in linea con quanto dichiarato nei già vaghi programmi di governo e pesantemente condizionato dal ricatto permanente.
E la cosa sta diventando ancora più imbarazzante in questi giorni, in cui il buonsenso imporrebbe il ridimensionamento del ruolo politico di Berlusconi, situazione cui nei fatti si risponde con un pressing mediatico basato su comizi a reti Mediaset unificate, dichiarazioni a base di improbabili guerre civili e microscopiche manifestazioni oceaniche (peraltro trattate da tutti i media come se avessero avuto la stessa partecipazione dei funerali di Berlinguer).
Il risultato è che del programma di larghe intese, che si dichiarava essere focalizzato su economia e riforma del sistema elettorale, nel baillame della persecuzione giudiziaria ad personam delle toghe rosse, non rimane più nulla.
L'interesse del Paese, per chi ne scrive l'agenda politica, è trovare salvacondotti, grazie, conversioni di pena e riforme della giustizia ad personam, non certo trovare una formula elettorale che garantisca governabilità nè misure che favoriscano una ripresa economica ed industriale dell'Italia.
Il tutto con la complicità di chi su questa situazione mette la propria faccia e firma.
L'unico aspetto positivo di questa situazione è che il PD è talmente abituato a farsi imporre la politica da altri che le dichiarazioni di Grillo "Nessun accordo con il PD" finiscono col non rappresentare un problema per la formazione di un governo M5S -PD. Non mi stupirei infatti se Epifani gli rispondesse a Grillo "Ma quale accordo: fate pure che noi obbediamo!"
Ciao
Paolo
Praticamente dal giorno dopo l'incarico, Enrico Letta si è sentito ripetere la clausola "altrimenti cade in governo" in tutte le salse e con tutti gli accenti con una frequenza imbarazzante. Che ad imporre i dictat fosse Alfano o Brunetta poco importa: quel pochissimo che è stato fatto dal governo è scarsamente in linea con quanto dichiarato nei già vaghi programmi di governo e pesantemente condizionato dal ricatto permanente.
E la cosa sta diventando ancora più imbarazzante in questi giorni, in cui il buonsenso imporrebbe il ridimensionamento del ruolo politico di Berlusconi, situazione cui nei fatti si risponde con un pressing mediatico basato su comizi a reti Mediaset unificate, dichiarazioni a base di improbabili guerre civili e microscopiche manifestazioni oceaniche (peraltro trattate da tutti i media come se avessero avuto la stessa partecipazione dei funerali di Berlinguer).
Il risultato è che del programma di larghe intese, che si dichiarava essere focalizzato su economia e riforma del sistema elettorale, nel baillame della persecuzione giudiziaria ad personam delle toghe rosse, non rimane più nulla.
L'interesse del Paese, per chi ne scrive l'agenda politica, è trovare salvacondotti, grazie, conversioni di pena e riforme della giustizia ad personam, non certo trovare una formula elettorale che garantisca governabilità nè misure che favoriscano una ripresa economica ed industriale dell'Italia.
Il tutto con la complicità di chi su questa situazione mette la propria faccia e firma.
L'unico aspetto positivo di questa situazione è che il PD è talmente abituato a farsi imporre la politica da altri che le dichiarazioni di Grillo "Nessun accordo con il PD" finiscono col non rappresentare un problema per la formazione di un governo M5S -PD. Non mi stupirei infatti se Epifani gli rispondesse a Grillo "Ma quale accordo: fate pure che noi obbediamo!"
Ciao
Paolo
4 commenti:
Si l'agenda la detta B. è un altro aspetto di quello che succede quando si fa il governo con uno che ha da una parte delle pendenze penali, e dall'altra tutto il peso dei suoi irrisolti conflitti d'interesse. Napolitano quando ha voluto il governo delle larghe intese sapeva benissimo che le condanne erano una possibilità tutt'altro che remota, e quindi alle sue brave responsabilità...
Ops! ...ha le sue brave...
Personalmente ero molto ma molto scettico verso questo Governo, oggi spero più di ieri che cada prestissimo.
Purtroppo ritengo che la personalità democristiana di Letta sia stata e sarà determinante per mantenere in piedi un pastrocchio il cui l'ordinario è la gestione dei ricatti politici.
bye,
MS
@ MR:
il fatto che l'agenda l'avrebbe dettata SB era sicuramente cosa nota sia al buon enrico letta che a Napolitano, visti i precedenti....
@ MS:
il dilemma è se l'ordinario sia la gestione o la condivisione dei ricati politici...
Ciao
Paolo
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