L'aula sorda e grigia ed il bivacco dei manipoli (1)

Buongiorno, 

rientrato dalle ferie Tommaso mi propone che un post che son felice di proporvi a mia volta

se al bar un tale commenta ad alta voce una notizia augurandosi che "I puìtici i ga da morire tùti" o se un conoscente normalmente disinteressato all'attualità condivide su FB la solita catena anticasta con la foto del Parlamento che esplode, tendo a irritarmi, ma riconosco il diritto di queste persone a essere qualunquisti. 

Se prendiamo poi certe categorie, spesso sono il primo a pensare cose molto violente nei loro confronti, e qualche volta le scrivo anche. Cerco di tenere presente comunque che, contrariamente alla frase detta al bar, il commento su un blog o il post FB sono di fatto pubblici, per cui non vado al di là di generici auspici per una punizione divina per coloro i quali fanno qualcosa che personalmente mi fa imbestialire. 

Sono tante le volte che d'istinto penso che Tizio o Caio si meriterebbe una lezione a suon di bastonate, ma:
  1. Sono in grado di riflettere e di sapere che non sono le bastonate le soluzioni vere. 
  2. Ho l'autocontrollo necessario per evitare di scrivere d'istinto quelle che in fondo sono solo stupidaggini.
Mi chiedo invece perché debbano ripetersi queste cose: 

Indagato Andrea Draghi, il consigliere comunale della Lega Nord di Montagnana che su Fb aveva postato una foto del ministro Kyenge con lo slogan "Dino, dammi un crodino", in riferimento al gorilla di una pubblicità. 

Dolores Valandro superò ogni limite, quando rivolgendosi alla Kyenge affermò: "Mai nessuno che la stupri..." 

«Mollate la Valandro con venti negri»: a Cavarzere bufera su consigliere di Sel 

Isinbayeva, frase choc del dirigente Pd “Per me possono stuprarti in piazza” 

Per la Kyenge un'offesa da Diano Marina: l'assessore Garibaldi l'accomuna alle prostitute 

Queste persone fanno parte della nostra classe dirigente. 
  1. Magari sanno scrivere in italiano -oddio, per i leghisti non ci giurerei - ma hanno una mentalità medievale, se non trogloditica, indegna per chi dovrebbe rappresentare l'élite del Paese. 
  2. Non si rendono conto che, rappresentando delle istituzioni, non possono sbracare con bestialità di questo genere? 
  3. Non sanno che alla breve notorietà legata al post truculento seguono per forza le querele e le condanne? 
 Osservazioni: 
  1. Mi chiedo se questi personaggi siano davvero l'élite di una popolazione che la pensa esattamente come loro o se non si potrebbe avere qualcosa di meglio. 
  2. Fino a qualche tempo fa si poteva almeno dire che nel PD certe bestie non c'erano, che non si era sbracato in questo modo. Oggi siamo ridotti a rallegrarci che il genio "frainteso" abbia almeno avuto la tempestività di dimettersi subito, cosa che i leghisti tendono a non fare. 
Complimenti davvero. 

Saluti

Tommaso

Aggiungo la mia chiusura: ricordo che, all'alba dell'esperienza politica leghista alcuni analisti politici ritenevano che la presenza della Lega in Parlamento fosse utile (benchè non ne condividessero gli indirizzi politici) perchè forniva una rappresentanza in ambito parlamentare ad una parter di elettorato che avrebbe potuto prendere derive extraparlamentari potenzialmente pericolose (ricordo che si veniva dalla sofferta conclusione degli anni di piombo). Analoghe considerazioni sta facendo oggi Beppe Grillo quando parla del M5S. 

L'esperienza ci dice che quell'analisi (e quindi con buona probabilità quella di Grillo) era sbagliata o quanto meno incompleta, perchè portare barbari ed ignoranti in parlamento ha l'effetto collaterale di imbarbarirlo  e renderlo ignorante, se non di paralizzarlo. E' necessario che noi elettori si torni quanto prima a scegliere la classe dirigente più preparata possibile, perchè ci sono molti modi per trasformare l'aula in un bivacco di manipoli ed uno di questi è eleggere rappresentanti indegni.

Ciao

Paolo

(1) "Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto." il Presidente del Consiglio Benito Mussolini nel discorso alla Camera del 16 novembre 1922

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