Buongiorno,
forte del ruolo strategico consolidato all'interno della stampa italiana con la fondamentale acquisizione della quota di maggioranza relativa nel CDA del Corriere della Sera, che aggiunge all'analogo ruolo rivestito ne La Stampa, L'AD di FIAT, probabilmente ancora infastidito dalle sentenze che hanno per l'ennesima volta condannato le scelte aziendali di FIAT a danno della FIOM, ha ripreso a pontificare sull'impossibilità delle condizioni industriali in Italia.
Il che non è certo una cosa bella nè da sottovalutare, perchè denota l'evidente spiacevole perdurare di difficoltà di un gruppo industriale di fondamentale importanza nell'economia italiana, ma, malgrado l'atteggiamento prono dei media davanti al nuovo o quanto meno rafforzato padrone, non ritengo debba nemmeno essere presa per oro colato. (1)
Più realisticamente considero questa come l'ennesima forma di giustificazione di risultati al di sotto dei target precedentemente fissati e progressivamente rivisti akl ribasso (non temete, la cosa non avrà ripercussioni sulla remunerazione dell'AD, se devo basarmi su quanto avvenuto molto meritocraticamente negli ultimi anni) e di pressione sui sindacati (l'annuncio che i nuovi modelli di Alfa Romeo potrebbero essere prodotti all'estero sorprende, non per il riferimento a produrre all'estero, ma per quello a nuovi modelli, da un po' di tempo merce molto rara nel gruppo).
E voglio leggere come una conferma della mia interpretazione il fatto che un gruppo automobilistico come GM (che in Europa è rappresentata da quella Opel che rappresenta il più diretto concorrente di FIAT), di maggiori dimensioni e che sta performando meglio di FIAT/Chrysler sia in Europa che sul piano globale, sembra pensarla in maniera diversa e, benchè presente ancora in maniera marginale, aumenta la sua presenza in Italia. Per di più con contratti qualificati ed a tempo indeterminato.
Non è che interessa per caso una Termini Imerese? O una Irisbus?
Non è che interessa per caso una Termini Imerese? O una Irisbus?
Ciao
Paolo
(1) Ok, lo so che un AD che aveva previsto di vendere oltre 2.100.000 auto in Europa nel 2014 e sta invece vendendo tendenzialmente poco più di un terzo di quella cifra, mancando i target di vendita pressochè su ogni singolo nuovo prodotto (e purtroppo non solo su quelli: apparentemente non raggiungerà nemmeno il milione e 900 mila auto / 11,9% nel pur favorevole mercato USA) non dovrebbe già di per sè godere di gran credibilità, ma la finanza ed i suoi maneggi fan miracoli. Forse con un manager che, sul piano industriale, azzeccasse qualche previsione di mercato in più -e non sembra poi così difficile- le cose potrebbero diventare un po' meno impossibili.
(1) Ok, lo so che un AD che aveva previsto di vendere oltre 2.100.000 auto in Europa nel 2014 e sta invece vendendo tendenzialmente poco più di un terzo di quella cifra, mancando i target di vendita pressochè su ogni singolo nuovo prodotto (e purtroppo non solo su quelli: apparentemente non raggiungerà nemmeno il milione e 900 mila auto / 11,9% nel pur favorevole mercato USA) non dovrebbe già di per sè godere di gran credibilità, ma la finanza ed i suoi maneggi fan miracoli. Forse con un manager che, sul piano industriale, azzeccasse qualche previsione di mercato in più -e non sembra poi così difficile- le cose potrebbero diventare un po' meno impossibili.
2 commenti:
Marchionne è fantastico, un AD che rimane lì dopo gli insuccessi che ha collezionato, ma ancora più grave le previsioni che ha suggerito non avevano nulla a che fare con la realtà che si prospettava (lo si sapeva allora, lo si vede oggi), ma indica colpevoli vari per mascherare i problemi che di volta in volta si evidenziano (e talvolta lui ha generato o comunque è stato con-causa).
Qualcuno si chiederà perché lo ritengo un grande. Beh, ero abituato alla politica italiana che nonostante le frequenti inadeguatezze di uno o più esponenti faceva casta e tutto rimaneva immobile, ma da un AD è per me un concetto nuovo.
bye,
MS
@ MS:
a Marchionne FIAT deve riconoscere senza dubbio una notevole abilità e spregiudicatezza sul piano finanziario, che ha permesso alla famiglia Agnelli di acquisire Chrysler.
Parlasse di finanza avrei poco da ridire: i fatti gli stanno dando ragione.
Il fatto è che viene continuamente citato sulla realtà industriale, dove sta fallendo sistematicamente ed alla grande ogni singolo obiettivo.
Dalle relazioni con i dipendenti (con continui bracci di ferro sistematicamente aggiudicati al sindacato dai giudici) ai fornitori (blocchi bisarche, fermo componenti plastici,...), dai singoli modelli alle strategie generali non ne sta azzeccando una.
Ciao
Paolo
Posta un commento