Buongiorno,
torno sull'argomento delle grandi navi a Venezia prendendo spunto da questo articolo pubblicato in materia dall'ottimo De Luca, uno dei più riconosciuti fact checkers italiani, articolo segnalatomi nei giorni scorsi da Tommaso (che ringrazio nuovamente) e che, secondo me, richiede un minimo di analisi, sia relativamente ai dati analizzati che alla lettura che, secondo me, se ne ricava.
De Luca inizia analizzando la notizia di un passaggio di una nave da crociera di oltre 100mila tonnelate di stazza ad una distanza ravvicinata da Riva dei Sette Martiri uscita qualche tempo fa, ridimensionando la portata di quanto avvenuto. Il che entro certi limiti è corretto e doveroso, ma diviene fuorviante nell'interpretazione del caso generale delle grandi navi di cui De Luca vuole parlare, nel momento in cui:
- l'analisi parte da un caso in cui un singolo giornalista titola esagerando a sproposito che la nave sarebbe passata a due metri dalla riva (versione che non rispecchia peraltro il contenuto dell'articolo dove è riportata correttamente la segnalazione originaria che indicava in venti metri la distanza) ed utilizza come smentita la misura di 72 metri data da una fonte di parte, mi è parso di capire probabilmente presa dalla linea di centro nave e non dal bordo (il che, data la larghezza della nave "mangia" almeno 18 metri al margine dichiarato) e peraltro potenzialmente affetta di un errore strumentale fino a 10 metri. Il che rende la vera segnalazione, peraltro corredata di foto impressionanti, un po' meno improbabile.
- rimarca risibilmente come cosa scontata il fatto che una nave da crociera si arenerebbe nel fondo sabbioso se si avvicinasse alla riva sotto i 40 metri, il che è molto difficile da sostenere, data l'enorme inerzia che ha un bestione di quelle dimensioni, e, in proporzione alle dimensioni, il limitato pescaggio (nel caso della segnalazione parliamo di circa 8 metri a fronte di un fondale che nei pressi delle rive non credo sia meno profondo di 3 metri) e la geometria dello scafo che si allarga ed allunga molto salendo dalla chiglia, avvicinando quindi i suoi bordi ad ostacoli posti in superficie
- rimarca, per smentire l'illazione dell'"inchino" al proprietario della compagnia della Sunshine quel giorno attraccato in Riva degli Schiavoni, ma con l'effetto di fornire una garanzia di sicurezza, il fatto che a manovrare sulla nave e sui rimorchiatori erano uomini della capitaneria di porto, cosa che però a Genova non ha evitato la tragedia del molo Giano e della torre dei piloti.
- "mancando" il punto sulle conseguenze derivanti dallo spostamento di grandi masse d'acqua, che non sono assimilabili a quelli del moto ondoso, ma piuttosto a quelli legati ai grandi flussi d'acqua nei canali, quelli di cui c'è evidenza alle bocche di porto di Malamocco, dove come conseguenza dell'apertura del canale dei petroli e del conseguente aumento delle portate si è avuto uno spontaneo e progressivo approfondimento del canale di alcune decine di metri. Immaginate se lì vi fossero state le fondazioni di qualche struttura.
- decidendo che il dato che una nave da crociera inquina come 14mila automobili è inutile (perchè? boh!) e lo spalma su un contesto molto più ampio ed eterogeneo di quanto ragionevole, in modo da sommarlo a quello del polo petrolchimico di Porto Marghera, a quello della tangenziale di Mestre e a quelli legati all'attività umana in terraferma, quando le aree di interessate sono in realtà molto limitatamente interferenti perchè distanti tra loro alcuni Km.
- avvalorando (più o meno) la credibilità di ipotetici progetti che vorrebbero fornire da terra energia alle navi in modo da poter spegnere i loro motori durante lo stazionamento (cosa volete che sia: basta collegare e scollegare alle reti delle utenze un comune di qualche migliaio di abitanti ogni volta che attracca o parte una nave. Mi immagino Paolini:"Toniii! dove xea finia a spina dea corenteee? speta che te dago a cana del gas ntanto! Sta tento de no incasinar el fio dea Meravigliosa con queo dea Classica che ieri ghemo fatto merdòn coa Sunshine!"...)
- accettando ed indicando come di fonte molto critica una valutazione della spesa media pro capite dei crocieristi di 175€, quando Costa Crociere la indica in 104, con le ovvie conseguenze di valutazione sui ricavi che si stimano dall'attività crocieristica per Venezia.
- scegliendo di volta in volta tra le varie fonti che cita di volta in volta dati "amici dei crocieristi" in essi contenuti.
E quando si passa dai dati alla lettura la cosa va di poco meglio, in quanto ho l'impressione -magari sbaglio,eh!- che De Luca accetti (e conseguentemente faccia passare) l'idea che sulle navi da crociera la questione debba essere necessariamente un tutto o niente, quandi in realtà il tema viene normalmente posto in termini di limitazioni parziali (all'accesso delle imbarcazioni di maggior dimensione al canale della Giudecca) e di servizi alternativi da erogare ai crocieristi. Il che è mooolto diverso che sottendere la cancellazione del turismo da crociera su Venezia.
Ciao
Paolo
2 commenti:
Buondì,
"Ghemo fato merdòn coa Sunshine" mi è piaciuto.
È difficile non essere d'accordo con quanto scrivi. Credo che De Luca, come a volte gli (e mi) capita, sia stato irritato da chi esagera in una direzione, per fanatismo o passione.
Per spirito di contraddizione e per il fastidio che danno le sparate sensazionalistiche, la reazione è quella di esagerare nella direzione opposta, con i risultati che evidenzi tu.
Oltre alle ovvie riflessioni che porta alla mente quanto successo a Genova, trovo anche il discorso sull'inquinamento molto debole nell'articolo.
Saluti
Tommaso
@ Tommaso:
""Ghemo fato merdòn coa Sunshine" mi è piaciuto."
Anca mi me ga piasùo. Ghe gera e cimminiere che parèa volcani, el Gran Pavese che lampeggiava che gnanca in disco e quando i ga tacà e eliche il bacino parèa l'idromassaggio Jacuzzi co tutte quee boe...
:-)
Ciao
Paolo
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