Incazzatevi come se l'avesse fatto Berlusconi!

Buongiorno,

nella mia beata ingenuità ritenevo che l'utilità di una commissione parlamentare stesse nella sua possibilità di fare sintesi politica di posizioni diverse in modo da ottenere una convergenza su una posizione il più ampiamente condivisibile. Il che dovrebbe essere una garanzia di rispetto anche degli eventuali dissenzienti.

Quindi o non ci ho capito nulla io, oppure la progressiva sostituzione nella Commissione Affari Cosituzionali di tutti i membri afferenti ai partiti di maggioranza che non condividono la riforma del Senato desiderata da Renzi (che, lo ricordo, prevederebbe un Senato composto da nominati in contrasto con quello elettivo richiesto dai dissidenti) rappresenta un atto molto grave, esattamente come sostengono Civati e Fassina, personaggi che, in quanto minoranza interna del PD, hanno il pieno diritto di contare come il due di picche quando si gioca con le carte trevigiane (e fa briscola denari).

In sintesi alla Commissione, dopo le esclusioni di Mauro, Chiti e Mineo, non è più affidato un ruolo di sintesi politica nè di garanzia, perchè le posizioni non ortodosse sono state tacitate ed allontanate, ma quello di banale ratifica di un atto di imperio del Presidente del Consiglio e Segretario del PD Matteo Renzi, che si comporta (in materia di riforme istituzionali) come la caricatura di un Gasparri qualsiasi: "Tanto noi siamo la maggioranza" (1).

Dopo le parole del suo ammiratore Flavio Briatore, che tra tante fesserie (2) sostiene la necessità di avere in Italia una "dittatura a termine", sento un brividino lungo la schiena vedendo come l'attuale uomo forte della politica italiana ha deciso di approfittare del successo elettorale.

E aggiungo anche questa alla lista delle cose per le quali anch'io mi accodo ai sempre più numerosi che chiedono sempre più spesso e per sempre più motivi "E se l'avesse fatto Silvio Berlusconi?" (ma come pietra di paragone per i fan di Matteo vanno quasi altrettanto bene anche Bersani o Grillo)

Dopo meno di tre settimane dal voto europeo che ha elevato Renzi al ruolo di uomo del destino, mi pento di aver contribuito a generare questa situazione con il mio voto (peraltro dato prevalentemente per paura): so di averlo già detto e di non essere stato conseguente, ma una volta di più devo ammettere che anche stavolta è stato un grosso errore dare fiducia al PD, un partito di cui misuro l'attuale spessore etico nella differenza tra il numero di chi affondò nell'anonimato del voto segreto Prodi e Bersani (almeno 101) e quello di quanti hanno il coraggio di autosospendersi dopo l'ennesima prevaricazione di Renzi (solo 13 o 14).

E non mi è di consolazione vedere che anche chi aveva votato altrimenti ha buoni motivi per essere altrettanto deluso, nè constatare che la differenza tra gli attegiamenti del nostro Premier e quelli di un oltranzista grillino col passare del tempo ed in materia di democrazia si riduce sempre più ad aspetti formali. Dove Grillo usa i referendum online, Renzi liquida con un "Fassina chi?". Ma entrambi accantonano il dissenso senza nemmeno provare ad ascoltarlo: l'essenza somma dell'antipolitica e del disprezzo per la democrazia.

Ciao

Paolo

(1) e, davanti ad un simile atteggiamento sarebbe bene ricordarsi che, invece, Matteo Renzi non l'ha eletto proprio nessuno. Nè alle ultime trionfali europee, nè alle ultime amministrative, nè alle ultime politiche. In nessuna di queste elezioni Renzi è stato nemmeno candidato.

(2) "Obama comanda, ... e il Congresso non può stravolgere del tutto le sue decisioni"? Lo vada a dire al Senato a maggioranza repubblicana che ha frenato e stravolto la riforma del sistema sanitario che Obama aveva disegnato. Sono certo di meritarmi dei maitre a penser migliori.

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

come detto in passato, è troppo tardi. Il panorama politico italiano non offre alternative al partito personale, più o meno autoritario.

Credo che, dopo l'educazione fornita dai moderati cerchiobottisiti, la democrazia non sia un valore così sentito nella società italiana e che le posizioni sull'utilità di una dittatura a termine siano largamente condivise.

Se uno non ha le conoscenze di base che gli suggeriscono che una dittatura si sa quando comincia e non si sa quando e come finisce, non si può pretendere che sostenga una democrazia in crisi come quella italiana.
Se già c'è una corruzione così diffusa in un regime formalmente democratico, con un regime autoritario questa non può che peggiorare. Ma cosa lo si dice a fare ai fan di Briatore?

Si poteva scegliere diversamente nel 2008, così come nel 2013. Se così non è stato, questo significherà pur qualcosa su cosa vuole il mitico popolo.

Purtroppo è verissimo che l'atteggiamento, ma soprattutto le azioni, di Renzi sono degne del peggior Berlusconi. Come è evidente il rischio nel percorrere questa strada. Ciò che è cambiato è il contesto: oggi non c'è più nemmeno la speranza di una via di uscita.

Saluti

Tommaso

PS: Personalmente non mi pento del voto dato, poiché non è che non mi aspettassi che Renzi continuasse sulla stessa strada, usando per di più la cosiddetta legittimazione popolare "come un Gasparri qualsiasi". Semplicemente, come sempre, ho valutato le alternative.

PS: Il Fatto Quotidiano è un giornale che non ha alcun diritto di alzare alti lai, visto il suo contributo pernicioso alla situazione attuale. Semmai è seccante il sostegno acritico a Renzi degli altri quotidiani, specialmente Repubblica.

spdlcu68 ha detto...

Credo che sia presto per dire come andrà a finire.

Renzi ha il carisma giovanile e mediatico che serviva al PD ma credo/spero che il PD abbia anche gli anticorpi per non diventare un partito in cui il dissenso è represso.

Male che vada avremo un nuovo PSI craxiano.
Bene che vada un partito di sinistra democratico e moderno.

Incrociamo le dita.