Renzinguer: la nuova questione morale

Buongiorno,

come avrete capito dai miei ultimi post, ho l'impressione che la nuova tornata di indagini che colpisce la galassia delle grandi opere pubbliche in Lombardia e Veneto abbia tutte le potenzialità per scuotere dalle fondamenta un sistema di malaffare per ora solo presunto le cui dimensioni e la cui strutturazione pare essere ben superiore a quella della tangentopoli che spazzò via ampia parte dei politici che segnarono gli ultimi anni della Prima Repubblica.

E, benchè sinora le inchieste stiano colpendo anche stavolta praticamente solo una parte politica (1) e siano ancora ampiamente da concludere, se le indagini dovessero ampliarsi, non mi meraviglierei per niente se ad essere coinvolto in maniera del tutto analoga fosse il PD, i cui rapporti con alcune altre aziende, in aree diverse del territorio italiano, sembrano presentare delle fortissime analogie (2) con quanto avveniva tra la destra veneta e lombarda (e l'area politica  a CL) e le aziende finite nelle indagini in corso.

E questo pone Renzi in una posizione delicata, perchè, anche grazie al fuoco di fila di un M5S che ha individuato nel PD il proprio nemico numero uno (devo ammettere che su questo Tommaso ha sempre avuto ragione, come il tempo ha avuto modo di dimostrare), da un lato non ha la possibilità di uscirne bene con la sola formalità o poco più della nomina all'anticorruzione del simbolo Cantone (nè da un altrettanto simbolico turn over di cadreghe e/o articoli e commi in leggine ad hoc), dall'altro potrebbe avere l'interesse a cavalcare la recentemente e frettolosamente rispolverata questione morale di cui parlava Berlinguer, per rimettere in moto un meccanismo di rottamazione dei conservatori del PD che non è mai stato nemmeno avviato.

Potremmo cioè essere in procinto di assistere all'interessante e promettente spettacolo di un Renzi che si scuote di dosso le tantissime mosche cocchiere saltate sul suo carro dopo i recenti successi politici e recide i lacci che legano alcune parti PD ad un certo tipo di affarismo, sempre che il successo della sua leadership non sia figlio anche dell'appoggio delle stesse aziende (e/o di analoghi vincoli altrettanto pericolosi).

Confesso che, malgrado tutto, è uno scenario in cui un po' spero...

Ciao

Paolo

(1) il sindaco di Venezia Orsoni, candidato del Pd,benchè risulti per ora la figura più sbandierata della nuova inchiesta credo che alla fine risulterà essere al più figura di secondo o addirittura terzo piano se non assolutamente marginale. Il Comune di Venezia infatti è sempre stato tenuto ai margini della gestione dei cantieri del Mose, lamentandosene a gran voce dai tempi di Cacciari, e Orsoni è sindaco da quattro anni, mentre le malversazioni attorno al Mose daterebbero ad almeno un lutro prima, secondo le dichiarazioni dell'ex AD della Mantovani, Baita.

(2) Non parlo necessariamente di comportamenti illeciti, ma di sorprendente pervasività tra gli aggiudicatari degli appalti banditi da amministrazioni politicamente amiche, di sponsorizzazione dei candidati politici, ..., parlo insomma di quel contesto che fa sospettare che qualcuno abbia potuto avere una più o meno forte tentazione di farla fuori dal vaso ed approfittarsi della situazione.

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