Il paradosso dell' Articolo 53

Buongiorno,

l'articolo 53 della Costituzione Italiana recita che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." e, probabilmente, è inavvertitamente sfuggito alla furia riformatrice del precedente governo, tuttora in carica a mezzo fotocopia.

Credo che questa possa essere la spiegazione più verosimile che si possa addurre a giustificazione della notizia che, a seguito dell'approvazione dell'ultima legge di stabilità sta entrando in vigore la normativa che permette a chi sposti la propria residenza in Italia di avvalersi, ove desideri, di una flat tax di 100.000€ all'anno (1), perchè il concetto di flat tax in un regime fiscale progressivo è, ovviamente, una insensatezza.

Insensatezza proporzionata al fatto che io, dall'alto del mio pingue stipendio da lavoratore dipendente, mi ritroverò a pagare tasse in quantità confrontabili (2) con quelle di gente che ha i redditi di Marchionne o Soros.

La nuova frontiera del centro sinistra declinato all'italiana: chi più ha paghi meno.

Ciao

Paolo
 .
(1) in realtà sinora quando si era parlato di flat tax non si era patrlato di una cifra forfettaria ma di una sola aliquota estesa a tutte le fasce di reddito, il che avrebbe reso la fiscalità, se non progressiva, almeno proporzionale.

(2) State tranquilli: ho scritto confrontabili, non simili e tanto meno uguali...

2 commenti:

PaoloVE ha detto...

...per inciso, quello di offrire tassazioni di favore è un gioco a somma negativa tra i vari Stati.

Per ogni persona attirata in Italia dalla "flat tax" a 100.000€ l'anno ce ne sarà una che abbandona uno Stato dove pagava 101.000€. Cioè al Welfare di tutti gli Stati è venuto meno qualcosa. Ed un'altro qualcosa verrà meno quando un'altro Stato troverà geniale offrire la stessa possibilità a 99.000€...

Ciao

Paolo

ΔΙΩRAMA ha detto...

La flat tax è una carognata da destra medioevale. Non era prevista nemmeno nello Statuto Albertino, che recita «[I cittadini] contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato». Fiscalità proporzionale, cioè ognuno contribuisce allo stato sociale secondo una percentuale fissa al reddito.
L'Assemblea Costituente, piuttosto avveduta, propose una fiscalità progressiva, cioè questa percentuale aumenta all'aumentare del reddito. Il ragionamento dei Costituenti è semplice: le spese quotidiane sono regressive, un piatto di pasta a Briatore costa in proporzione meno che a un mendicante.
Senza poi contare che l'articolo 53 parla di "capacità contributiva", cioè redditi effitivi da qualsiasi fonte meno spese di sostentamento. La tassazione vigente, invece, è fatta su redditi effettivi per i dipendenti e dedotti per autonomi (che vuol dire anche peggio per le partite iva parasubordinate). Quasi non esistono possibilità di ridurre il proprio reddito in base alle spese: mangiare, bere, curarsi, vestirsi, lavarsi, spostarsi, istruirsi, comunicare, ... Senza poi contare che molte tasse sono fisse per tutti.

D'accordo con PaoloVE sul regime di concorrenza che si instaura tra gli stati, un regime al ribasso per lo stato sociale. Mi ricordo quanto fece scandalo che Gérard Depardieu cambiò residenza da Francia a Russia. Ora che lo fa l'Italia nessuno dice che nostra fiscalità vuole ispirarsi ai modelli dei paradisi fiscali. Ci vuole una moratoria a livello internazionale e applicare sanzioni a chi fa questi giochetti.