Severgnini e l'ironia della sorte (di giornalisti e blogger)

Buongiorno,

avevo appena finito di leggere questo articolo di Beppe Severgnini che parte da un argomento tutto sommato frivolo per interrogarsi (e fare un principio di autocritica) sul mestiere del giornalista, che la mia personale rassegna stampa mi sottopone questo post su Phastidio (immagino di Seminario) che segnala come sul Corriere della Sera venga gabbato come originale un pezzo che in realtà è una mera scopiazzatura e sembra quasi una risposta al Beppe del Corriere.

Il che in prima battuta mostra come purtroppo l'analisi embrionale di Severgnini sullo stato del giornalismo italiano sia troppo benevola: i nostri giornali non sono carenti solamente di mancanza di obiettività e, peggio, di trasparenza, ma, come dimostra Seminerio per l'articolo di cui parla, anche dell'apporto di professionisti dotati di quel minimo di impegno ed interesse necessari a garantire una minima qualità dell'informazione.

Quando oltre dieci anni fa venne lanciata Radio24 lo slogan scelto dall'allora direttore fu "La passione si sente": mi permetto di dire che troppo spesso nei nostri giornali (e molto meno nei blog, che spessissimo nascono dalla necessità di dare spazio e sfogo ad interessi e passioni personali) la passione non si sente e traspare invece un lavoro vissuto frequentemente come una stancante routine cui dedicare il minimo sindacale dell'impegno al fine di gonfiare nell'immediato il numero di lettori/contatti. Magari limitandosi a riportare alla lettera le dichiarazioni del protagonista di turno, o copiando pedissequamenre da altri articoli o post, possibilmente senza citarli, probabilmente senza verificarne l'attendibilità, spesso senza apportare alcuna propria competenza in materia e talvolta persino con carenze grammaticali inaccettabili persino in un blog come il mio...

Caro Severgnini, mi permetta di osservare che da questo punto di partenza è molto difficile ricostruire una credibilità professionale per la categoria...

Ciao

Paolo