Buongiorno,
in tempi in cui ci si tuffa in ricerche di tesori di vago sapore stevensoniano (ve lo sareste mai immaginato? Alla ricerca dei diamanti del corsaro verde?!? Che la parte che manca è perchè qualcuno aveva già scoerto il tesoro sepolto venti passi a nord dell'albero dell'impiccato...) le uscite della triade ABC della politica sulla drammaticità dell'eventuale eliminazione del rimborso pubblico ai partiti assumono un sapore amaro, perchè, avendo minimamente a cuore la democrazia, ci si ritrova facilmente a difendere chi ha troppo spesso abusato proprio dei contributi pubblici.
E non mi è difficile immaginare figuri come i due Beppe (Grillo e Cruciani) accomunati nella sacra battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti, nel nome di una purezza che solo la militanza garantirebbe nel caso del comico genovese, in quello delle proprie tanto granitiche quanto apodittiche certezze nel caso delcomico conduttore di Radio24.
In realtà credo che l'esercizio di un minimo di critica e buonsenso porterebbe a conclusioni diverse e meno talebane, conclusioni che evidentemente non sono a portata nè dei partiti che vogliono garantirsi la stessa abnorme torta di cui stanno abusando adesso, nè dei due personaggi citati.
Tutto ciò premesso, devo difendere il finanziamento pubblico dei partiti (ovviamente non nei termini attuali, che apparentemente permettono sostanzialmente a chiunque di farsi finanziare senza controllo nè limite: il rimborso deve essere tale, cioè realmente un rimborso di spese sostenute, deve essere giustificato e limitato. Lo Stato può pagare entro certi limiti le campagne elettorali, ma per sedi uffici e strutture credo debba intervenire il finanziamento dei tesserati).
Perchè senza il finanziamento pubblico la situazione che si prospetta è semplice: chi ha più soldi da investire in politica ha la possibilità di imporre al governo i propri rappresentanti e di imporre alla comunità i propri interessi.
E questo sistema rimane nell'ambito democratico solo sinchè gli interessi economici in gioco sono confrontabili. Perchè quando non lo sono semplicemente prevale l'interesse di chi è più ricco.
E poichè tutti i lettori di questo blog mesi insieme non hanno una disponibilità finanziaria da poter investire in politica confrontabile con quella di Leonardo Del Vecchio, è evidente che, in termini democratici, qualche problemino quel sistema lo genera. E il risultato non cambia se confronto la "potenza di fuoco" di tutti gli ascoltatori di Cruciani messi insieme oppure di tutti i militanti del M5S con quella dei dieci italiani più ricchi.
Infatti diventa un governo dei ricchi, che possono investire molto per ricavarci ancor di più e riavviare il ciclo, una plutocrazia.
Plutocrazia che, peraltro, può essere altrettanto o più vorace e corrotta della peggiore delle democrazie, come la Storia insegna a chi l'abbia studiata. E' a questo bel risultato che vuole tendere chi vuole ebolire il rimborso elettorale?
E non mi è difficile immaginare figuri come i due Beppe (Grillo e Cruciani) accomunati nella sacra battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti, nel nome di una purezza che solo la militanza garantirebbe nel caso del comico genovese, in quello delle proprie tanto granitiche quanto apodittiche certezze nel caso del
In realtà credo che l'esercizio di un minimo di critica e buonsenso porterebbe a conclusioni diverse e meno talebane, conclusioni che evidentemente non sono a portata nè dei partiti che vogliono garantirsi la stessa abnorme torta di cui stanno abusando adesso, nè dei due personaggi citati.
Tutto ciò premesso, devo difendere il finanziamento pubblico dei partiti (ovviamente non nei termini attuali, che apparentemente permettono sostanzialmente a chiunque di farsi finanziare senza controllo nè limite: il rimborso deve essere tale, cioè realmente un rimborso di spese sostenute, deve essere giustificato e limitato. Lo Stato può pagare entro certi limiti le campagne elettorali, ma per sedi uffici e strutture credo debba intervenire il finanziamento dei tesserati).
Perchè senza il finanziamento pubblico la situazione che si prospetta è semplice: chi ha più soldi da investire in politica ha la possibilità di imporre al governo i propri rappresentanti e di imporre alla comunità i propri interessi.
E questo sistema rimane nell'ambito democratico solo sinchè gli interessi economici in gioco sono confrontabili. Perchè quando non lo sono semplicemente prevale l'interesse di chi è più ricco.
E poichè tutti i lettori di questo blog mesi insieme non hanno una disponibilità finanziaria da poter investire in politica confrontabile con quella di Leonardo Del Vecchio, è evidente che, in termini democratici, qualche problemino quel sistema lo genera. E il risultato non cambia se confronto la "potenza di fuoco" di tutti gli ascoltatori di Cruciani messi insieme oppure di tutti i militanti del M5S con quella dei dieci italiani più ricchi.
Infatti diventa un governo dei ricchi, che possono investire molto per ricavarci ancor di più e riavviare il ciclo, una plutocrazia.
Plutocrazia che, peraltro, può essere altrettanto o più vorace e corrotta della peggiore delle democrazie, come la Storia insegna a chi l'abbia studiata. E' a questo bel risultato che vuole tendere chi vuole ebolire il rimborso elettorale?
Ciao
Paolo
Paolo
5 commenti:
Buondì,
post sensato e del tutto condivisibile.
Vorrei vedere che fine farebbe qualcuno che sostenesse le stesse idee sul blog di BeppeG o nella trasmissione di BeppeC.
O semplicemente chi volesse discutere quest'opinione con un duro e puro da bar.
Saluti e buon diritto di voto a tutti.
T.
@ Tommaso:
nel primo caso verrebbe pesantemente insultato, nel secondo gli si urlerebbe sopra a volume crescente "Bisogna abolirlo! Bisogna abolirlo! Bisogna abolirlo!".
Perchè si sa che il volume è un ottimo argomento (e in certe trasmissioni l'unico)...
:-)
Ciao
Paolo
Traffico!
Concordo con la tua visione, ma credo che il termine visione sia piu' da intendere nel senso di miraggio.
Purtroppo.
Sempre piu' i toni dell'antipolitica sono presenti nelle discussioni politiche, quindi o bianco o nero, o ci si schiera con il sistema attuale o si grida "niente rimborsi".
Saluti da un disfattista,
MS
Paolo,
Sai bene che un antipolitico come il sottoscritto ogni tanto è d'accordo con le posizioni di Beppe Grillo. In questo caso invece non lo sono affatto per le ragioni che hai ben detto e che dovrebbero essere cristalline come un bicchiere d'acqua.
Detto questo c'è una bella differenza tra la pretesa di cancellare il finanziamento ai partiti da parte di chi ha gli occhi foderati di prosciutto e il non volere rendersi conto da parte di ABC che non è pensabile che i partiti possano continuare così come se nulla fosse. A mio modo di vedere la politica dovrebbe essere cosi riformata:
I partiti sono associazioni pubbliche (e non private come ora) che sono dotate annualmente di una cifra da stabilire, e per questo sono obbligati a pubblicare mese per mese la lista delle loro spese che deve poter essere CONSULTABILE E CONTROLLABILE da chiunque, dal momento che usufruiscono di denaro pubblico. A fine anno viene pubblicato il bilancio e l'avanzo, ove ci fosse, deve essere restituito all'erario.
A proposito di antipolitica, vorrei far notare poi che tutti gli "eletti" (e anche il presidente della Repubblica) tuonano continuamente contro, quando in realtà sono loro stessi la vera antipolitica, dal momento che oltre a non aver combinato un emerita "mazza" in questi anni, sono stati fonte di continue ruberie, corruzione, parassitismo e inefficienza. Tanto poi c'è lo scemo del cittadino comune che paga...
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