La colpa degli esodati


Buongiorno,

ci sono delle situazioni dialettiche in cui tutti i partecipanti riescono ad avere torto.

Una di queste è la polemica tra il Ministro Elsa Fornero e Confindustria sulla materia della responsabilità della creazione degli esodati.

Confindustria è ridicola nell’atteggiarsi ad offesa dall’affermazione del ministro che la vuole responsabile. Sono le imprese che troppo spesso non investono nella formazione e nella motivazione del proprio personale e che, conseguentemente, cercano di sbarazzarsene quando i dipendenti, raggiunta una certa età, non sono più competitivi con giovani più flessibili, meno cari e più abili nella gestione delle tecnologie. Come dimostra l’interesse a metter mano alla “flessibilità in uscita”, se fosse per loro licenzierebbero e basta, senza bisogno di creare esodati. Ma non mi pare che questa linea difensivarisulterebbe particolarmente apprezzabile nè incisiva in questo contasto...

Ciononostante la Fornero sbaglia ad attribuire a Confindustria, che pur ne è la principale responsabile di tale situazione, la colpa in toto di questo pasticcio.

Perché i sindacati, da parte loro, hanno sempre accettato la cosa, sapendo che gli accordi che permettevano di prepensionare in fondo spesso non erano sgraditi a chi ambiva a smettere di lavorare anzitempo (o di continuare a farlo, meglio retribuito, in nero), scaricando i costi sulla collettività.

E lo Stato stesso ha sempre quanto meno tollerato questo andazzo, da un lato supplendo con i soldi di tutti ad una abitudine alla pessima gestione del personale da parte dei nostri imprenditori ed a una gestione spesso paternalistica del destino dei propri iscritti da parte dei sindacati, dall’altro promuovendo uno sviluppo economico basato su imprese medio piccole, dove la formazione è di difficile gestione e difficilmente porta ad avanzamenti in carriera.

Ciao

Paolo

1 commento:

Michele R. ha detto...

Chapeau!

L'anno scorso mi sono trovato a discutere con alcuni colleghi, a cui mancavano 2,3 anni alla pensione, a cui l'azienda aveva proposto il cosiddetto scivolo per la pensione. l'accordo raggiunto prevedeva la mobilità per gli anni cui mancavano per arrivare alla pensione più un integrazione all'importo della mobilità pagata dall'azienda. Io ho contestato ai miei colleghi questa pratica per le ragioni che hai ben esposto.