ci
sono delle situazioni dialettiche in cui tutti i partecipanti riescono ad avere
torto.
Una
di queste è la polemica tra il Ministro Elsa Fornero e Confindustria sulla
materia della responsabilità della creazione degli esodati.
Confindustria
è ridicola nell’atteggiarsi ad offesa dall’affermazione del ministro che la
vuole responsabile. Sono le imprese che troppo spesso non investono nella
formazione e nella motivazione del proprio personale e che, conseguentemente,
cercano di sbarazzarsene quando i dipendenti, raggiunta una certa età, non sono
più competitivi con giovani più flessibili, meno cari e più abili nella
gestione delle tecnologie. Come dimostra l’interesse a metter mano alla “flessibilità
in uscita”, se fosse per loro licenzierebbero e basta, senza bisogno di creare
esodati. Ma non mi pare che questa linea difensivarisulterebbe particolarmente apprezzabile nè incisiva in questo contasto...
Ciononostante
la Fornero sbaglia ad attribuire a Confindustria, che pur ne è la principale
responsabile di tale situazione, la colpa in toto di questo pasticcio.
Perché
i sindacati, da parte loro, hanno sempre accettato la cosa, sapendo che gli
accordi che permettevano di prepensionare in fondo spesso non erano sgraditi a
chi ambiva a smettere di lavorare anzitempo (o di continuare a farlo, meglio
retribuito, in nero), scaricando i costi sulla collettività.
E lo
Stato stesso ha sempre quanto meno tollerato questo andazzo, da un lato supplendo
con i soldi di tutti ad una abitudine alla pessima gestione del personale da
parte dei nostri imprenditori ed a una gestione spesso paternalistica del
destino dei propri iscritti da parte dei sindacati, dall’altro promuovendo uno
sviluppo economico basato su imprese medio piccole, dove la formazione è di
difficile gestione e difficilmente porta ad avanzamenti in carriera.
Ciao
Paolo
1 commento:
Chapeau!
L'anno scorso mi sono trovato a discutere con alcuni colleghi, a cui mancavano 2,3 anni alla pensione, a cui l'azienda aveva proposto il cosiddetto scivolo per la pensione. l'accordo raggiunto prevedeva la mobilità per gli anni cui mancavano per arrivare alla pensione più un integrazione all'importo della mobilità pagata dall'azienda. Io ho contestato ai miei colleghi questa pratica per le ragioni che hai ben esposto.
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