Abituati a tutto, fino alla morte!

Buongiorno,

riprendo un aspetto del post di Tommaso di lunedì, che però mi ha riacceso l'attenzione su di una cosa su cui da tempo ho maturato il mio algido ed autorevole parere (attenti a voi! questo è un post sociologico!), e cioè quanto possa essere dannoso il sistematico trattare determinati aspetti dell'attualità al di fuori del loro contesto più ovvio e naturale.


La striscia satirica quotidiana (che si tratti di quella di Fiorello a Radio1 o di quella di Ricci a Canale5 poco importa) in cui si irridono superficialmente in cinque minuti i protagonisti di vicende negative del nostro Paese mantiene il proprio valore provocatorio per quanto? Due settimane? Un mese? E passato questo periodo cosa rimane? Eventualmente solo il divertimento.

Del degrado che lo origina si finisce col perdere traccia e memoria, perchè è lo sfondo su cui far nascere la sghignazzata. E, non meritando in tal senso alcun approfondimento, finisce con l'essere accettato come ovvia normalità, cosa di cui poter persino ridere. Oggi rideremo delle tangenti per il MOSE, domani per quelle dell'EXPO, dopodomani per quelle nella Sanità, e poi per il blocco dei cantieri che probabilmente ha contribuito all'alluvione di Genova, ... e tutto ciò diventa normale ed accettato.

Per rivangare il passato che ha originato questo blog ricordo come io esprimessi analoghe opinioni relativamente al fatto che Cruciani amasse invitare alla Zanzara i peggiori esponenti della destra italiana, offrendo pressochè quotidianamente e benevolmente al peggio dell'ideologia fascista e razzista un salotto da cui poter ogni giorno concionare con un contraddittorio che era pressochè di maniera. 

E il risultato è che la ossessiva ripetizione di bestialità in stile Boso, Borghezio, Saya, Prosperini, Buonanno, ... ha progressivamente contribuito a rendere socialmente accettabili e quasi normali affermazioni che normalmente avrebbero fatto schifo al più turpe ed ottuso degli avventori del più losco dei bar del porto: è bastato continuare a ripeterle come mero pretesto per alimentare le urla e la rissa che gonfiano l'audience fino a farle diventare uno sfondo piuttosto ovvio.

Insomma ho la netta impressione che la commistione tra cose serie e divertimento e la sua ripetitività, al di là delle intenzioni stiano finendo col generare un pubblico distratto e pront ad accettare come normale qualsiasi orrore.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

precisamente.

Venti e più anni di risate sulle magagne di questo Paese non hanno contribuito al risveglio di una coscienza civica nelle persone, come ipocritamente sostengono gli ottimisti difensori di trasmissioni di fatto responsabili dell'orrore di oggi.

Al contrario il risultato è che oggi la maggioranza è stata resa cinica e indifferente, con ovvie conseguenze sulla società in cui viviamo.

Condivido anche l'allargamento della questione alla legittimazione data negli anni a versioni sempre più impresentabili della destra peggiore, oltre che alle volgarità eversive della Lega.

Anche qui si è reso normale ciò che non dovrebbe esserlo e vengono sostenute a testa alta idee di cui un tempo ci si vergognava, giustamente.

Il timore che siamo ormai "pronti ad accettare qualsiasi orrore" è molto forte, se ci sarà da ridere, dipenderà dal tipo di orrore.

Saluti

T.