Buongiorno,
chi segue questo blog avrà avuto frequenti occasioni per leggere come io considerassi un problema molto grosso l'eventualità di abbandonare l'euro, rientrando con l'economia italaiana in un indesiderabile regime di svalutazioni fintamente competitive, di tassi di interesse sul debito vertiginosi e di accresciuta vulnerabilità della moneta alla speculazione, regime che per di più non siamo più abituati a gestire (sempre che prima dell'ingresso nell'euro lo fossimo).
Purtroppo, malgrado io sia un europeista convinto, ascoltare Sebastiano Barisoni che parla a Radio24 del caso Cipro mi sta facendo pesantemente dubitare dell'opportunità di rimanere nella moneta europea, fintanto che il sistema sistema finanziario europeo sarà regolato con l'attuale criminale insipienza.
Perchè il fatto che dopo la catastrofica gestione del debito greco (debito che, secondo quanto affermato in focus economia l'altro ieri, se tempestivamente affrontato sarebbe costato all'Europa un "prestito" di meno di 150 miliardi ed avrebbe probabilmente interrotto il precipitare della crisi che si sta tuttora trascinando sino ai giorni nostri e che ha nel frattempo bruciato in borsa una cifra oltre dieci volte superiore), vedo adesso riproporre lo stesso tipo di approccio per affrontare la crisi del debito cipriota, debito dieci volte inferiore a quello greco, ma le cui conseguenze possono essere persino peggiori, visto che è ancora più chiara la possibilità di innescare un effetto domino basato su un susseguirsi di bank run che si estendono ai Paesi europei più indebitati.
E, se non fosse già sufficientemente chiaro, arriva CommerzBank a sincerarsi che il contagio si estenda sino a casa nostra parlando dell'opportunità di imporre all'Italia una patrimoniale basata su un prelievo forzoso del 15% sui depositi italiani, in modo che i correntisti possano cominciare sin d'ora ad accusare quel giusto nervosismo che li porti a svuotare i conti (aggiungerei senza particolare timore di essere smentito un "adesso che CommerzBank ha ridotto la sua esposizione sull'Italia". Ma un tempo non esisteva il reato di aggiotaggio per queste situazioni?)
Con questi timonieri a guidare le finanze europee credo che potrebbe persino essere conveniente pensare di uscire dall'euro, gestendo per quanto possibile la nostra situazione interna, lasciando agli ex partner europei il problema di gestire le conseguenze sui loro crediti residui della "ristrutturazione" del nostro debito (scrivere default pilotato non mi pare bello. E poi mica tanto nostro: cipriota, greco, portoghese, spagnolo, italiano, sloveno e quindi, probabilmente a questo punto anche francese e belga) e quelle sulle loro imprese di un Paese che perde un mercato potenziale di oltre un centinaio di milioni di clienti e confinante con un altro Paese avente un rilevante manifatturiero che per qualche anno produce a costi cinesi, piuttosto che restare invischiati in una possibile implosione della valuta e del sistema bancario europei che potremmo unicamente subire. (1)
Perchè alcune politiche di breve periodo avevano tardivamente raffreddato la crisi, ma l'assenza di una reale politica europea, certificata in maniera chiara anche dal generale scaricabarile tra UE, BCE, governo cipriota e tedesco, ..., davanti alle ovvie conseguenze delle iniziative europee per "salvare" (2) Cipro ha continuato a lavorare contro la stabilità del continente.
In qualunque caso é tornata purtroppo d'attualità per noi la tragica invocazione "Fate presto" con la quale un anno e mezzo fa si invocava un governo in grado di gestire la crisi: l'idea di poter affrontare una nuova tempesta finanziaria senza un governo solido raccontandoci che al Belgio è andata bene è pura follia, in primo luogo perchè nemmeno al Belgio è andata poi così bene ed in secondo luogo perchè purtroppo dichiarazioni come quelle del direttore di CommerzBank chiariscono che in questo momento nel mirino della speculazione (magari proprio di quella che l'Europa ha salvato accordandole prestiti ad interessi simolici) ci siamo proprio noi, mentre i belgi non ci sono ancora stati.
In qualunque caso é tornata purtroppo d'attualità per noi la tragica invocazione "Fate presto" con la quale un anno e mezzo fa si invocava un governo in grado di gestire la crisi: l'idea di poter affrontare una nuova tempesta finanziaria senza un governo solido raccontandoci che al Belgio è andata bene è pura follia, in primo luogo perchè nemmeno al Belgio è andata poi così bene ed in secondo luogo perchè purtroppo dichiarazioni come quelle del direttore di CommerzBank chiariscono che in questo momento nel mirino della speculazione (magari proprio di quella che l'Europa ha salvato accordandole prestiti ad interessi simolici) ci siamo proprio noi, mentre i belgi non ci sono ancora stati.
E il nostro non potrà essere un nuovo governo Monti, perchè non avrebbe più gli stessi numeri in Parlamento né la stessa coesione sociale a supporto, ma soprattuto perchè non ce ne facciamo niente di un governo che fonda la sua autorevolezza internazionale unicamente sul fatto di essere in grado di garantire la solvibilità del debito pubblico nazionale con una ricetta esclusivamente di tagli e tasse, che sta tragicamente strangolando l'Italia con un "salvataggio" che non è poi molto meno mortale di quello ipotizzato per una Cipro cui si chiede un prelievo forzoso pari al 25% del PIL. (3)
Per cui, vista la scarsità di alternative, cari Grillo e Bersani, lo ribadisco, fate presto, anzi prestissimo: turatevi il naso e tiratevi su le maniche, perché, che vi piaccia o no, comunque ci si sia arrivati, il Paese adesso è nelle vostre mani e dipende principalmente da voi salvarlo dagli ottusi e pericolosi "partner" dell'Europa del Nord.
Ciao
Paolo
(1) Perchè il genio della finanza a capo di CommerzBank sarà anche molto orgoglione per aver ridotto l'esposizione sull'Italia, ma sono sicuro che, nel caso, scoprirebbe di essere esposto su chi lo è ancora nei nostri confronti, magari attraverso qualche simpatico derivato non proprio così trasparente. In fondo, se non ricordo male, circa 600 miliardi di debito pubblico italiano son ancora collocati all'estero e sono una bella mina vagante se dovessimo dichiarare l'insolvenza o ripagarli in una moneta che svalutiamo a rotta di collo. E sarebbe ironico se il siluro finisse col colpire chi lo ha lanciato indirizzandolo male...
(2) le virgolette si impongono. Un prelievo forzoso di quelle dimensioni salva un Paese quanto lo farebbe un massiccio bombardamento a base di napalm: insomma, certi salvataggi mi paiono il perfetto parallelo sul campo economico di certi "aiuti fraterni" che l'URSS mandava ai suoi Stati satelliti per reprimerne la dissidenza.
(3) E ancora più ovviamente al governo non potrà nemmeno esserci chi prima di Monti negava che la crisi ci fosse e, recentemente, è tornato a sostenere che lo spread è un imbroglio di cui ci possiamo disinteressare
(3) E ancora più ovviamente al governo non potrà nemmeno esserci chi prima di Monti negava che la crisi ci fosse e, recentemente, è tornato a sostenere che lo spread è un imbroglio di cui ci possiamo disinteressare
2 commenti:
Buondì,
ascolto sempre Focus Economia e condivido lo sconforto e l'irritazione per la gestione del caso Cipro da parte delle autorità europee.
Trovo però che sia un circolo vizioso quello in cui, aprendo all'ipotesi di lasciare la moneta unica, si generano i presupposti per un suo indebolimento.
Detto questo, democrazia e disinformazione hanno fatto sì che, avendo la possibilità di avere un governo serio, ma non à la Monti, ci troviamo invece con due miliardari irresponsabili che bloccano il Paese sulla base l'uno di impresentabili problemi personali, l'altro di giuste rivendicazioni che però sono sopravvalutate nella loro importanza e nascondono potenzialmente obiettivi eversivi.
Un governo di persone serie avrebbe potuto andare in direzione di un'Europa migliore, non so con che possibilità, visti i chiari di Luna, ma meglio della banda di incompetenti oscillanti tra il fascistoide e il complottista che ci dobbiamo sorbire in questi giorni.
Gli elettori italiani hanno pestato un'altra merda come ha scritto qualcuno.
La distruzione dell'euro sarebbe lo stesso per l'Europa: come singole nazioni non abbiamo speranze.
Ma noi dobbiamo stare a sentire un ceffo che sembra Briatore, offende tutti e va in giro come se fosse una rockstar, si vede che è giusto così.
Saluti
Tommaso hater
Le considerazioni di Tommaso sono anche le mie. In un mondo di giganti come Cina, India, Brasile e USA, in un economia sempre più globalizzata un paese come il nostro non ha chance.
Ho ascoltato in questi giorni Barisoni (il migliore elemento di radio24, ottimi anche Simone Spetia e Alessio Maurizi) e purtroppo diventa difficile dar torto alle sue considerazioni. O passiamo ad una unita politica Europea con leggi sistemi e strumenti fiscali, regole uguali per tutti, oppure l'Europa così come è si distruggerà. Purtroppo da questo punto di vista non vedo lungimiranza perché siamo in preda agli egoismi nazionali.
Nuvole sempre più nere all'orizzonte...
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