Opere buone, opere cattive

Buongiorno,

in molte situazioni mi avete sentito esprimere perplessità rispetto ad alcune grandi opere sulle quali periodicamente si concentra l'attenzione dell'opinione pubblica. Oggi ho l'occasione di sottoporvi una situazione che trovo emblematica: quella del progetto del "Palais Lumiere", una struttura di grandi dimensioni, complessità e valore (parliamo di 1 miliardo e mezzo) che Pierre Cardin vorrebbe realizzare nei pressi di Venezia per portarvi una serie di realtà ed attività del mondo della moda.

Per quanto mi è dato vedere l'iniziativa sembra essere più che positiva e l'appoggio della Regione, che permette di percorrere un procedimento semplificato, mi pare giustificato e ragionevole: il progetto prevede la bonifica di terreni ex industriali dell'area di Porto Marghera e permette di fruire di una importante logistica già presente: l'impatto sul territorio sembra essere positivo.

Il fatto è che si sovrappone e contrasta con un analogo contestato progetto che dovrebbe trovare spazio ad una dozzina di km, ovviamente anch'esso già approvato dagli organismi competenti malgrado preveda un forte impatto sulla viabilità circostante ed un notevole consumo di terreno agricolo in luogo delle bonifiche di terreni contaminati: il progetto della città della moda di Fiesso.

Ecco, davanti a simili incongruenze e a tale palese disattenzione per gli interessi dei cittadini a fronte della sudditanza a quelli dei costruttori, io non riesco ad accettare il principio che le decisioni delle autorità vadanno subite supinamente una volta prese, anche se palesemente sbagliate.

Prevengo al volo una possibile obiezione circa il fatto che non può essere interesse dei costruttori realizzare due strutture in concorrenza tra loro. 

Apparentemente è così, ma l'esempio di Veneto City (un gigantesco centro direzionale/commerciale che si vuole realizzare in concorrenza con il Vega di Marghera già in parte realizzato con criteri analoghi a quelli del Palais Lumiere) dimostra come, quando la monumentale struttura è approvata, se le esigenze che formalmente la giustificavano non sussistono, interviene la politica, su sollecitazione dei costruttori stessi, a far sì che lo Stato riempia gli inutili e dannosi contenitori. 

Infatti, visto che il progredire del progetto di Veneto City si sta scontrando con l'assenza di interesse dei potenziali fruitori della struttura, in Regione ci si sta rendendo conto dell'"indispensabilità" di trasferire due ospedali della zona (quelli di Dolo e Mirano, visibili qui a fianco, in gran parte di recente costruzione) all'interno della stuttura. Il tutto sempre di tasca nostra, ovviamente.

Ciao

Paolo

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