La riforma del mercato del lavoro / 3 : la crescita

Buongiorno,

dopo esserci raccontati come e perchè la riforma Fornero potrebbe risultare equilibrata nel distribuire sacrifici tra le parti interessate e dopo aver preso atto che le resistenze in materia di art. 18 sono sufficientemente forti da costringere l'esecutivo ad esercitare in maniera nemmeno molto velata l'esercizio di qualcosa di mooolto simile al ricatto (come volete considerare la scelta di vincolare all'esito della riforma le disposizioni -di per sè indipendenti- che renderanno impossibile avvalersi delle dimissioni in bianco? E le dichiarazioni di Monti di ieri?), non rimane che chiedersi come questa riforma potrebbe essere un fondamento di una ripresa economica indispensabile all'Italia per risollevarsi dalle secche in cui si è impantanata.

Perchè tanto sforzo e tante tensioni non dovrebbero generare un mercato del lavoro diverso, ma fine a sè stesso (questo potrebbe al limite essere l'obiettivo di un governo politico, non certo di quello tecnico), ma dovrebbero invece portarci ad un sistema più competitivo, in grado di rimettere in moto l'agonizzante economia italiana e di riportare ad un aumento della produttività.

E dell'efficacia di tutto ciò a questo fine mi permetto di dubitare per molti motivi.

In primo luogo perchè, come ho scritto molte volte, sono convinto che la crisi italiana abbia come primo motivo la struttura aziendale italiana, basata su strutture troppo piccole immobili e restie alla ricerca ed all'innovazione di loro.

Ma a questo si aggiunge il fatto che dai tempi della riforma Treu (e tutte le successive) le aziende potrebbero assumere tutto il personale che vogliono fottendosene altamente dell'art. 18 utilizzando forme contrattuali diverse dal TI, cosa che hanno fatto e che non ci ha garantito nè occupazione (i nostri indici di occupazione, una volta considerati cassintegrati, esodati, ... sono paurosi) nè crescita economica.

A meno che non si tratti di aziende sotto i 15 dipendenti, nel qual caso potevano licenziare senza giusta causa già prima di Treu.

Ma anche ammesso che gli investitori stranieri fossero effettivamente terrorizzati dalla prospettiva di non poter licenziare chi non avevano ancora assunto (e che avrebbero potuto assumere in forma licenziabile), in che modo adesso lo potrebbero fare in misura maggiore se passasse la riforma Fornero? 

Ho addirittura il fondato dubbio che attualmente licenziare un dipendente in una piccola azienda sia meno costoso di quanto lo sarà dopo il passagio della riforma Fornero (15 mensilità come indennizzo minimo?!? Ma chi l'ha mai viste in Italia?!?).

La speranza potrebbe essere che la conversione di un gran numero di posti di lavoro da precari e rapporti TI apra le porte del credito a molti lavoratori attualmente esclusi e che questo in qualche modo permetta al mercato interno di spingere sui consumi interni, a partire dal mercato immobiliare e dell'auto.

Ma, come abbiamo detto, nell'ipotesi di riforma non sembra esservi alcuno strumento forte che possa in qualche modo portare realmente all'abbandono delle oltre 40 forme contrattuali che permettono (e rendono comodo per i datori di lavoro) il precariato in Italia. Paradossalmente in tal senso sarebbe più efficace un (indesiderabilissimo e sbagliatissimo) provvedimento che, nel regime contrattuale attualmente in uso, passasse di punto in bianco ad un rapporto a TI tutti i precari della scuola dal primo all'ultimo. Decine di migliaia di soggetti finanziabili che comprano casa ed automobile creati da un giorno all'altro.

E, peggio, in prospettiva invece il rapporto di lavoro a TI perderà la stessa efficacia in termini di garanzia per le banche, visto che diverrà più facile (anche se costoso) licenziare, col risultato che per accedere al mutuo non basterà più presentare la busta paga, oppure che, a parità di stipendio, la cifra finanziabile sarà inferiore ed i tassi d'interesse saranno superiori, perchè aumenterà il rischio associato al debitore.

Ecco, mi piacerebbe molto che qualcuno fugasse con motivi plausibili i miei dubbi. Perchè io quei motivi non riesco a vederli e non riesco a credere che la riforma in arrivo, quand'anche riuscisse ad arrivare a compimento in una forma accettabile ed equilibrata, vada ad incidere su qualcosa di significativo, nè tantomeno che lo faccia in modo da dare ossigeno all'economia.

Ciao

Paolo

Mò la metto via...
P.S.: Mentre scrivo mi giunge notizia che Ranieri è stato esonerato dal Presidente dell'Inter Massimo Moratti per essere sostituito da Stramaccioni (chii???), protagonista dello strabiliante successo delle giovanili nel Next Generation Series (?!? Estiqqatsi!!!).

Finalmente Moratti ha capito qual'è il problema e interviene con decisione e la pacata consapevolezza che lo contraddistingue.

In un mondo dove tutto cambia è bello che sia tornata la solita buona vecchia Inter, incapace di vincere, incapace di perdere, ridicola e perdente come al solito. :-)

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