TAV: molti torti, nessuna ragione

Buongiorno,

torno sull'argomento della TAV con l'impressione che sia un argomento cui ben si sia applicata sinora una delle leggi di Murphy: "Se qualcosa potrà andare storto, lo farà". In fondo, basta volerlo.

Infatti mi pare che sia tra i tifosi dell'opera che tra quelli del fronte che vi si oppone siano sempre prevalse le posizioni meno costruttive e, in definitiva, oltranziste.

La cosa è divenuta di solare evidenza negli ultimi tempi sul fronte No Tav, dove sono col passare del tempo aumentati i comportamenti illegali e spesso violenti.

I blocchi ad autostrade e ferrovie, o peggio le provocazioni e gli scontri con la polizia e peggio ancora le aggressioni a chi non milita nel proprio schieramento (o ai giornalisti ritenuti "scomodi") sono dal mio punto di vista assolutamente ingiustificabili e, secondo me, la prima causa di discredito di chi avrebbe voluto un confronto pacato in luogo dello scontro muscolare (e, molto probabilmente anche la prima causa di defezione tra chi non ha intenzione a mescolarsi con lanciatori di sassi o molotov).

Ma è altrettanto vera nell'altro schieramento, anche da parte di chi ha provato a millantare posizioni aperte come il ministro Cancellieri ("Siamo pronti ad ascoltare tutte le esigenze, ma senza mettere in discussione l’opera": vi pare forse una apertura al dialogo ed al chiarimento? mancava solo un "basta che non ci facciano perdere troppo tempo che abbiamo altro di meglio da fare" e l'intervento era perfetto nell'esprimere la disponibilità) ed invece ha molto probabilmente contato sul fatto di poter approfittare strumentalmente delle posizioni estremiste progressivamente più rilevanti tra i NO TAV che derivano dalla sistematica delegittimazione dei loro leader originari. Il pirla che dà della pecorella al poliziotto ed i suoi simili sono un'ottima pubblicità contro tutti i NO TAV, perchè spostano l'attenzione dal progetto su un comportamento sbagliato in maniera eclatante.

Il fatto è che, visto che nello schieramento di chi vuole la realizzazione dell'opera milita il Governo (questo, il precedente e quello prima ancora), mi sarei aspettato che, proprio per tutelare l'ordine pubblico e per rispetto della gente in generale, fossero state date un po' di informazioni sul valore dell'opera.

E non parlo di informazioni incomplete e parziali come quelle che stanno comparendo a rotta di collo sulla stampa in questi giorni, ma di informazioni che dicano chiaramente non solo i costi preventivati, ma anche quanto varranno in termini economici e sociali i benefici e su quali basi questi siano stimati, informazioni che tuttora non sono stato in grado di trovare (magari è un limite mio).

Perchè nella valutazione costi benefici la seconda è la gamba che mi pare sia sempre mancata e che, assieme al presumibile fisiologico incremento dei costi "all'italiana", trovo particolarmente preoccupante, data l'esistenza di precedenti assolutamente non rassicuranti (se qualcuno andasse a verificare la situazione della recentemente ristrutturata tratta italiana della Venezia - Vienna scoprirebbe che attualmente sul nuovo asse viaggiano forse un terzo dei treni che vi erano previsti, con trend in riduzione e traffico che si sta paradossalmente trasferendo dalla rotaia alla gomma...), di previsioni relative a quell'asse già smentite (sia per quanto riguarda i volumi attuali di traffico che, cosa più grave, di trend, che vede ridursi prograssivamente gli scambi) e di "revisioni" radicali del progetto negli anni.

Vorrei ad esempio sapere che prevediamo (e su che basi lo facciamo: la sfera di cristallo di Amelia?) un futuro in cui su quella struttura l'export italiano supera l'import ed il traffico merci aumenta, condizione per la quale un simile collegamento ha senso ed è a vantaggio dell'Italia.

Perchè se semplicemente diciamo che la TAV toglierà un fantamiliardo di camion dalle strade, ognuno potrà essere inizialmente contento dell'idea, ma si accorgerà della sua assurdità nel momento in cui vede che già adesso sarebbe possibile toglierne una buona parte e non lo si fa perchè è troppo complesso per il modello organizzativo delle nostre imprese (ve lo vedete il Paròn che chiama e coordina un autotrasportatore in Italia, le ferrovie ed un autotrasportatore all'estero per garantire una consegna nei tempi previsti da contratto? Secondo voi adesso ha il tempo, la voglia e la capacità di farlo, oppure chiama solo un piccolo autotrasportatore ed affida tutto a lui strangolandolo sul prezzo?).

E quindi dobbiamo spiegarci come intendiamo cambiare la nostra società e quali strumenti programmiamo di utilizzare per farlo.

E sono informazioni che, se rassicuranti, avrebbero ridotto il movimento NO TAV a ben poca cosa, probabilmente togliendovi persino l'appeal necessario ad attrarre i manifestanti violenti, tant'è vero che il ricorso a questi strumenti è previsto per le grandi opere italiane d'ora in poi ed è già adottato con gran soddisfazione in Francia.

Perchè se si dice che la TAV permetterà di andare da Torino a Lione in due ore molti Torinesi si chiederanno "...e una volta arrivato a Lione, che ca**o faccio?", ma se gli si dice quali grandi gruppi impenditoriali hanno sede a Lione e di quali attrattive potranno giovarsi magari le cose cambiano.
 
Ciao

Paolo

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Tutto vero.

Va notato tuttavia che se da un lato si dà risalto al genio di "Pecorella" per delegittimare il movimento, ci sono testate e conduttori irresponsabili che hanno il coraggio di difenderlo.

Torneremo a B o ai suoi epigoni, ormai le premesse ci sono tutte.

Saluti

Tommaso SI TAV

Germano Scarpa ha detto...

Buongiorno,

Penso che Paolo abbia ragione nel dire che le posizioni violente siano da condannare e che anche il caso di Marco Bruno non sia proprio un lungimirante esempio di promozione dell'immagine dei NoTav nel mondo.

E' anche vero però che, come nel caso di Roma, riconosco sempre più a fatica strumenti di dissenso che le persone - tante persone - possano utilizzare per far valere le loro ragioni in maniera efficace. Magari costoro hanno semplicemente rinunciato a cercare le simpatie dell'uomo comune perchè ritengono difficile e contemporaneamente inutile alla loro causa avere l'appoggio di Paolo, Tommaso o Germano qualsiasi.

Se puntassimo ad una socetà equa, se ci fosse ancora spazio per la reale condivisione di ideali, non avremmo mai osservato fenomeni come il precariato, o le riforme pensionistiche che svariano da 15 ai 45 anni di contributi a seconda di quanto fortunato sei stato con il tuo certificato di nascita, finanche alla diseguaglianza sancita dalla legge stessa tra chi lavora in un'azienda sotto i 15 dipendenti e chi invece no.

Viviamo in una società che è stata capace di ribaltare risultati referendari con maggioranze e adesioni bulgare, dopotutto. E senza reazioni.

Proprio per questo mi chiedo quanto possa e debba veramente importare dell'opinione pubblica a questi signori, intenzionati a portare avanti le loro battaglie in modi magari sbagliati, ma dopo aver provato e visto fallire tutti i metodi che consideriamo socialmente accettabili. Dopotutto, forse, ci aspettiamo troppo da questi NoTav. Che siano inappuntabili, pacifici, inermi, quando dall'altra parte c'è una politica che l'unica cosa che sa condividere con i propri cittadini non sono progetti, ma i propri scandali.

Io vedo queste persone che occupano l'autostrada e mi viene tristezza, perchè so che ognuno di loro può e vuole guardare solo all' orticello che ha davanti. E che, indipendentemente dalle loro sbagliatissime ragioni, per arrivare a questo qualcuno ha sbagliato parecchio.



GS