In un paio di occasioni, dopo l'affondamento della costa Concordia, ho parlato del problema della presenza delle grandi navi nel bacino davanti a S. Marco.
L'ho fatto qui, quando, in presenza di una elevata sensibilità all'argomento conseguente al recentissimo disastro del Giglio (ma dopo anni di silenzio su un problema già noto), le dichiarazioni dei politici indicavano la necessità di chiudere il bacino alle navi da crociera.
L'ho fatto poi qui, quando passata qualche settimana e scesa l'attenzione sull'argomento, in maniera meno eclatante, si è preferito glissare, dicendo che ogni ipotesi di blocco andava rimandata al momento in cui fossero state predisposte delle alternative all'accesso alla città da parte di queste navi (e di fatto sancendo che, in qualche modo, almeno in laguna le navi da crociera devono entrare, di tenerle fuori non si può ragionare).
Oggi torno sull'argomento per segnalare il compimento perfetto di questa emblematica storia all'italiana: le ipotesi maggiormente caldeggiate sono due:
- il prolungamento del Canale dei Petroli sino alla stazione marittima attraverso il canale di Contorta (praticamente allungare sino al cuore di Venezia il canale che è il principale responsabile del problema delle maree in modo da moltiplicarlo oltre misura: mi pare una cosa astutissima, tanto adesso ci sarà il Mose)
- introdurre una tassa sui passaggeri delle navi per l'accesso alla città.
Ciao
Paolo, amareggiatissimo
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