Grande Capo Matusalemme

Buongiorno,

ieri la stampa italiana grazie a Coldiretti ha scoperto che l'età media dei dirigenti italiani è più elevata che nel resto d'Europa. Addirittura la più vecchia nella UE. E l'età media dei dirigenti della P.A. è addirittura più elevata dell'età media dei dirigenti in generale. 61 anni.

I motivi di questa situazione sono abbastanza ovvi, e mi posso spingere ad affermare (l'avevo sentito confermare un paio di settimane fa da Barisoni) che negli ultimi anni si è sicuramente consumato un forte invecchiamento della categoria, originato dal molto lungimirante e reiterato blocco delle assunzioni nella P.A. e dalla altrettanto lungimirante e selvaggia precarizzazione del lavoro dei giovani che hanno dominatil mercato del lavoro degli ultimi quindici anni.

Un dirigente di 61 anni è una persona nata nel 1951. Che si è formata negli anni '60, primi anni '70. Immaginate il background culturale di queste persone e quanto tra di loro possa essere diffusa ed approfondita la conoscenza delle lingue straniere, di culture diverse dalla nostra, delle attuali tecnologie informatiche, degli strumenti necessari a capire i meccanismi finanziari che regolano le economie moderne, degli attuali mezzi di comunicazione.

Badate bene, non sto dicendo che non vi siano tra loro eccellenze. Rita Levi Montalcini ha oltre cento anni. Ma quella categoria, in generale, mediamente, è poco adeguata ad esprimere una classe dirigente in grado di affrontare il mondo per quanto è cambiato nell'ultimo quarto di secolo.

Sono persone cresciute nello scenario della Guerra Fredda, senza avere la possibilità di sfruttare le potenzialità di un PC. E questo ha ripercussioni in ogni campo, non solo in quello economico.

Perchè, ad esempio, se fino a qualche secolo fa siamo stati la culla dell'arte, oggi possiamo essere sicuri che non saremo certo noi a riconoscere i primi che l'arte si può esprimere (personalmente credo che stia già succedendo) anche in un videogame. 

Ci mancano gli strumenti culturali per poterlo fare perchè le nostre elite culturali sono vecchie ed incapaci di capire quei mezzi: non li hanno nè vissuti nè studiati.

E, purtroppo, la cosa peggiore è che l'età dei nostri dirigenti non è il problema più grave.

Ben più grave è che questi, che prima o poi crolleranno, foss'anche solo per motivi fisici, hanno fatto in modo di tutelare le proprie posizioni privilegiate impedendo il ricambio generazionale nel peggiore dei modi (peraltro l'unico possibile davanti a persone più preparate di loro): escludendo in via aprioristica e procedurale i giovani da posizioni di rilievo e non trasferendo loro il know how legato al ruolo dirigenziale. Sempre che a monte la scuola sia stata ancora in grado di fornire ai giovani una preparazione sufficientemente aggiornata, vista l'età dei docenti...

Insomma, la situazione che più probabilmente dovremo affrontare in vista del ricambio generazionale sarà legata al fatto di dover sostituire dei dirigenti vecchi ed obsoleti con dei giovani che potranno forse essere dei buoni tecnici, ma difficilmente dei validi dirigenti, perchè gli è stata preclusa la possibilità di formarsi in tal senso.

Ciao

Paolo

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

questa ieri è stata la notizia di apertura del corriere online per quasi tutto il giorno. Secondo me un po' a sproposito, dal momento che non mi pare una grande novità.

Condivido comunque il post, specialmente nel finale: il danno maggiore è quello per cui al giovane preparato tecnicamente mancheranno probabilmente le doti dirigenziali.

Passeremo da una padella a un'altra padella.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ tommaso:

aggiungi che anche ampia parte dei dirigenti più giovani è cooptata per vie familistiche o amicali ed ottieni un quadretto rassicurante quanto un titolo di Stato greco...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

Buondì
Bella scoperta, non c'era bisogno certo dei titoloni de "il Corriere della Sera" o de "la Repubblica", per sapere che era così. E non da ora. Del resto basta guardare un telegiornale qualsiasi, (set volume: mute) non è importante ciò che dicono, tanto parlano parlano e non concludono un cazzo, ma le facce della politica e della classe dirigente del paese: Quasi tutti attempati 60enni, 70enni, difficile vedere un giovane. Il bastone del comando del paese purtroppo è in mano a questa gente. E senza accendere la tv basta guardarsi un attimo attorno.

Mi viene in mente una delle battute di Beppe Grillo quando ironicamente sottolinea che queste mummie ci vogliono parlare del nostro futuro...

Ciao.

MS ha detto...

la cosa peggiore è che l'età dei nostri dirigenti non è il problema più grave

Quant'e' vero!!

Il problema che mi sembra piu' grave e' l'impossibilita' di una discontinuita' con il passato. Cioe' anche in caso di cambio di alcuni elementi della dirigenza[1], mi pare di riscontrare poca discontinuita'.
Per la prima volta pero' sto osservando qualcosa di anomalo dalle mie parti, cioe' una forte discontinuita' in un sistema medio/grande. Sono curisoso di capire quale sara' la reazione del sistema.

Note
[1]: mi pare con una frequenza veramente troppo bassa, e per un numero di ragioni superiori all'utilita' della stessa persona che lascia