Buongiorno,
malgrado il tema sia probabilmente superato dai tempi voglio approfittare di questo spazio per muovermi controcorrente su uno dei punti più condivisi (e in realtà più necessari) della base proposta da Bersani a Grillo come ipotetica piattaforma comune.
Personalmente ritengo che gran parte degli otto punti di Bersani, pur nella vaghezza di un politichese un po' troppo stantio -ma necessario a permettere gli aggiustamenti necessari a consolidare un'alleanza-, siano sostanzialmente condivisibili, con l'eccezione di quello che mi pare essere di maggior e più diffuso gradimento: la riforma della legge elettorale.
Probabilmente sarò stato colpito da un attacco di originalismo anch'io...
Probabilmente sarò stato colpito da un attacco di originalismo anch'io...
Intendiamoci bene: l'attuale legge elettorale non va assolutamente bene, visto che concede tuttora ai partiti il meccanismo di nomina degli eletti (cui derogano in parte -e per bontà loro- solo M5S e centro sinistra), per di più combinandolo con un meccanismo di sbarramento a soglia per i partiti ed offre un premio di maggioranza che altera il principio della rappresentanza senza peratro migliorare la governabilità.
Una legge simile è lo specchio della capacità politica e del senso istituzionale e civico di chi l'ha scritta e va pertanto cambiata, ma non all'interno di un governo di scopo, destinato in quanto tale ad avere una breve durata.
Il fatto è che temo / sono ragionevolmente certo che una sua riforma fatta sull'onda dei recenti risultati elettorali e nell'incombenza di un nuovo voto, finirebbe col rispondere più alle situazioni contingenti ed agli interessi dei proponenti piuttosto che a quelli dell'intero Paese.
Per intenderci e per usare un eufemismo: non mi stupirei che, nella cornice di un ipotetico governo di scopo PD - SeL - M5S, si finisse con l'avere una legge elettorale che "stranamente" favorisce proprio quei tre partiti.
E lo dico con tutta la serenità di chi ha votato uno dei tre partiti citati e si augura di veder tramontare definitivamente il triste periodo del berlusconismo: abbiamo bisogno di regole ben fatte e eque per tutti, anche per gli avversari con i quali è impossibile pensare di potersi rapportare civilmente. Per cui richiede di essere il prodotto di un governo che non sa in che condizioni si giungerà al voto.
Ciao
Paolo
3 commenti:
Buondì,
vero quanto dici. Andrebbe fatta una legge elettorale che valga per i prossimi cento anni, ma ti pare che questa classe politica sia in grado?
Non si può nemmeno andare avanti così: oltre al problema dei nominati, il problema che impedisce la governabilità è il premio di maggioranza regionale al Senato.
Io che sono fazioso aggiungo che questa legge impedisce strutturalmente la vittoria al centrosinistra poiché determinanti sono le regioni più popolose, storicamente orientate a destra (Lombardia, e Sicilia su tutte).
Mi accontenterei di una legge che renda ragionevolmente certa la governabilità, prima di tornare alle inevitabili e disastrose prossime elezioni.
Ci cuccheremo ancora un governo di cialtroni/delinquenti, e l'uomo del bar dirà che è solo colpa di Bersani, ma su questo siamo tutti preparati.
Saluti
Tommaso
@T:
non ho la pretesa di avere "La" legge elettorale perfetta ed eterna, ma temo che in una situazione come questa il rischio di tirarne fuori un'altra altrettanto malfatta sia molto grosso.
No, peggiore no...
Ciao
Paolo
@Paolo
il rischio c'è. Ma qual è l'alternativa?
Personalmente, peggio di Calderoli non si farà. Poi un minimo di senso istituzionale in più il PD ce l'ha e lo ha dimostrato innumerevoli volte.
Saluti
T.
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