La giusta base dati

Buongiorno,

un paio di giorni fa tutti i quotidiani hanno partorito un qualche articolo relativo in seguito alla presentazione pa parte di Cittadinanzattiva del proprio rapporto sulla sanità in Italia.

I titoli erano tutti mediamente piuttosto allarmanti, in stile: "Due anni per un intervento e ticket troppo cari, italiani in fuga dalla sanità pubblica",  ragion per cui sono andato a leggerne i contenuti, che di primo acchito, apparivano ancor più preoccupanti dei titoli: liste di attesa eterne ed in allungamento, medici inaffidabili, costi alle stelle, servizi introvabili.

Operando nel settore alcuni dei numeri indicati mi apparivano piuttosto inverosimili e quindi ho riletto l'articolo con un po' più attenzione ed ho "scoperto" l'arcano.

Quando gli articolisti scrivono che "Per una mammografia si aspetta in media 14 mesi e un anno per una Tac o Moc" non dovete pensare che il tempo medio per poter fare un esame mammografico sia di 14 mesi e per fare un esame Tac o Moc sia di un anno.

Significa invece che tra le 24.000 denunce di inefficienze presentate a Cittadinanza attiva sul totale delle prestazioni sanitarie erogate dal Servizio Sanitario Nazionale, i tempi medi sono quelli. I tempi medi per cui si è sporta la denuncia. Mi permetto di suggerire che da quella base dati i nostri algidi giornalisti non possono che trarre una conclusione: in 24mila casi su 24mila segnalazioni l'utenza è stata insoddisfatta. Quindi non funziona nulla.

Il che ha la stessa attendibilità che dire che la velocità media cui guidano tutti gli italiani è di 145 Km/h e che gli stop, i semafori, le precedenze, strisce pedonali ed i semafori in Italia non sono mai rispettati. Potrebbe succedere, se vi basate sul campione delle contravvenzioni elevate da vigili urbani e polizia stradale, ma fortunatamente è molto distante dal vero.

Non prendiamoci in giro: i ripetuti blocchi del turn over e la spending review, malgrado le troppe chiacchiere al vento sta nno incidendo negativamente su quantità, qualità e costo al cittadino delle prestazioni, in alcuni casi in maniera anche piuttosto pesante e normalmente ben oltre il risparmio che realizzano (1). Ma chi vi racconta quello che c'è in quegli articoli come fossero dei dati statistici generali vi vuole male e proabilmente lo fa per spingervi verso un modello peggiore: pretendete quanto è vostro diritto (Cittadinanzattiva ha lo scopo di sostenervi in questo, non di seminare allarmismo) e non fatevi fregare.

Ciao

Paolo


(1) per risparmiare il 5% sul totale e non potendo tagliare la consulenza del tecnico designato dalla politica, si taglierà la consulenza dello 0% e la terapia del 6% per far media...

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

>>modalità disco rotto ON<<

I giornalisti sono selezionati al ribasso.
Le loro competenze sono sotto la media.
In ambito scientifico, e comunque ovunque ci siano numeri, si rivela un'inadeguatezza ancora peggiore.

Gli articoli con dati numerici sono pieni di errori di interpretazione e di calcolo, come nell'esempio di oggi.

Solo andando a leggere i lunghi e dispersivi documenti originali si può farsi un'idea.

Il ruolo del giornalista sarebbe sintetizzare e facilitare l'accesso alle informazioni per più persone, permettendo loro di risparmiare tempo.

Essi falliscono nel loro ruolo e fanno pure grossi danni, perché pare sia più importante la polemica su Twitter della verifica delle fonti e dei controlli sui calcoli fatti.

Ci si chiede a cosa servano e perché siano pure così tanti. Un po' come la casta contro cui strumentalmente e a fasi alterne si scagliano.

>>modalità disco rotto OFF<<

Ma che maglia aveva la Juve ieri?

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

Juve? ieri giocava la Juve? Credo tu ti stia sbagliando. .. :-)

Quanto ai giornalisti ho sempre più l'impressione che la loro opera non sia semplicemente quella di persone troppo spesso incompetenti, ma, nel male vada oltre, con un operato spesso tendenzioso.

Ciao

Paolo