La riforma del mercato del lavoro / 1

Buongiorno,

mi azzardo a fare in qualche modo il punto su quanto mi è parso di capire sulle proposte di riforma del mercato del lavoro.

Come ho già avuto modo di dire in più occasioni considerato l'art. 18 uno strumento giusto, ma ormai ampiamente svuotato  dei suoi contenuti (non si applica ai precari nè alle piccole imprese nè a chi ha firmato dimissioni in bianco nè ...) e spesso mal applicato (non foss'altro che per la lentezza della giustizia, che secondo me è il vero problema in questo campo).

Quindi è secondo me una bandiera simbolica più che una vera tutela, e, poichè i simboli non danno da mangiare, un punto le cui modifiche possono essere oggetto di trattativa.

Ma le proposte del governo di cui si parla non riguardano il solo art. 18 (infatti riguardano indennità di disoccupazione, cassa integrazione, precariato,...), vanno viste in maniera complessiva e, se rispondessero a determinati crismi che allo stato attuale non mi sono ben chiari, potrebbero essere tutto sommato quanto meno ragionevoli ed equilibrate.

Da quanto ho capito il governo vorrebbe:
  1. abolire la possibilità (illecita ma ampiamente praticata) di ricorrere a dimissioni in bianco
  2. rendere più oneroso il ricorso al precariato (vietando stage gratuiti da ricondurre all'apprendistato e rendendo più onerosi i rapporti a tempo determinato)
  3. convertire in tempo indeterminato dei rapporti a tempo determinato oltre i 36 mesi
  4. mantenere il reintegro per licenziamenti discriminatori
  5. prevedere l'indennizzo per i licenziamenti dovuti a condizioni economiche
  6. delegare al giudice la scelta tra indennizzo e reintegro per licenziamenti di natura disciplinare
  7. attuare una revisione della cassa integrazione straordinaria in modo che non sia più il parcheggio dei dipendenti delle aziende chiuse (e fonte indiretta di lavoro nero)
  8. attuare una revisione delle indennità di disoccupazione con un loro andamento a scalare in modo da fungere da sprone a trovarsi una nuova attività per il disoccupato
Come dicevo, credo che, se preso in complesso e modificando un po' alcune cose, l'insieme possa funzionare ed accontentare un po' tutti, in quanto da un lato concede ai datori di lavoro la facoltà di licenziare motivatamente con maggior facilità, dall'altro riduce alcuni margini di grave arbitrio cui sono attualmente esposti i lavoratori e ricompatta leggermente i profili dei dipendenti, cosa sicuramente gradita ai sindacati, che, nella frammentazione, stanno perdendo molto peso.

E' per questo che ritengo sia la posizione di chiusura di Monti che le proclamazioni di sciopero da parte della Camusso degli errori identici e simmetrici, che comportano una chiusura controproducente a poca distanza dall'arrivo.

E, lo confermo, non credo che ci si debba aspettare da questa riforma un sostanziale rilancio dell'economia: i più rilevanti problemi italiani non sono il mercato del lavoro, il cui costo non è certo il più caro d'Europa, ma la struttura e la governance delle aziende e dello Stato.

Visto che se continuassi qui il post raggiungerebbe dimensioni abnormi, vi rimando a quello pomeridiano per una analisi di maggior dettaglio dei punti di cui sopra, perchè il diavolo si annida nei dettagli e la riforma proposta sta in piedi in equilibrio poggiando su tutte le zampe, per cui basta modificarne avventatamente una sola  (cosa non si fa per rispettare le scadenze...).

Ciao

Paolo

5 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

"E' per questo che ritengo sia la posizione di chiusura di Monti che le proclamazioni di sciopero da parte della Fornero degli errori identici e simmetrici, che comportano una chiusura controproducente a poca distanza dall'arrivo."

Lapsus veteromaschilista! :-D

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

ho corretto, grazie.

Comunque no, non era un lapsus veteromaschilista: Fornero e Camusso sono entrambe donne :-)

Anzi, in materia troverai un mini considerazione nel secondo post...

Ciao

Paolo

renzo ha detto...

Condivido in pieno il post, in attesa di quello illuminante pomeridiano :)
In particolare è la prima volta che vedo nero su bianco la puntualizzazione che in certi casi il problema è la lentezza della giustizia (che mi sembra un'emergenza analoga all'evasione fiscale).

Aggiungo inoltre che non è possibile concentrare quasi tutta l'attenzione mediatica solo sull'art. 18. Come al solito la famigerata "semplificazione giornalistica" è sbilanciata solamente su punti che fanno "notizia".

@Paolo: non era male pensare alla Fornero che scende in piazza contro i sindacati... :)

renzo ha detto...

Estratto dal Dal Sole di oggi:


"...Non potrà essere dunque un decreto legge, quello che oggi il governo dovrebbe annunciare al termine del nuovo round a palazzo Chigi con le parti sociali. Si ragiona sullo strumento del disegno di legge ordinario, che apre la strada (anche più del disegno di legge delega) a possibili modifiche soprattutto sulle modifiche in arrivo sull'articolo 18..."


PS: chissà che porcherie verranno fuori dal parlamento, da QUESTO parlamento

mario ha detto...

quello che mi fa più paura, non è la proposta di per se, in effetti sembrava una grande proposta anche quella che poi è diventata la croce dei giovani detta "legge biaggi", quello che mi spaventa è l'applicazione che grazie alle innumerevoli "interpretazioni" le aziende che prima assumevano come co.co.pro per essere meno vincolate domani assumeranno da ccnl e poi diranno siamo in crisi con una fattura interna girano alle aziende del proprio gruppo i liquidi, in modo di abbattere l'utile, e licenziare chi cavolo vogliono e quando cavolo vogliono, di questi squali ne è piena l'italia e tutti gli imprenditori che oggi sono chiamati a fare i ministri lo sanno e stanno preparando il mazzo per dare le carte come dicono loro, io ho paura che finisca come nel 29 in america.