Fiscal Compact, evasione fiscale e crescita

Buongiorno,

Attilio Befera
oggi post economico e barboso a sostegno della lotta all'evasione, lotta cui gli ultimi accordi in sede europea presi dall'Italia (e non solo dall'Italia) danno ulteriori motivazioni, se ce ne fosse bisogno.

Le premesse sono queste:
  1. l'Italia ha un PIL valutabile in approssimativamente 1600 miliardi di euro
  2. l'Italia ha un debito pubblico di circa 1950 miliardi (chi voglia un dato più preciso ed aggiornato può andare a vedere il contatore sul sito di Giannino)
  3. Con il cosiddetto fiscal compact l'Italia ha accettato delle misure di contenimento del deficit molto rigide, che limitano la possibilità di indebitarsi ulteriormente allo 0,5% del PIL (circa 8 miliardi di euro)
  4. Sempre all'interno del pacchetto sopra citato l'Italia ha accettato un contestuale ridimensionamento del debito pubblico del 3% all'anno per vent'anni, con l'obiettivo di riportare l'indebitamento pubblico al 60% del PIL entro quel periodo.
Insomma, se non capisco male quanto Barisoni ci dice, ci siamo impegnati allo stato attuale ad un esborso di circa 42 miliardi all'anno. Praticamente ad affrontare annualmente e per ognuno dei prossimi vent'anni gli effetti cumulati della quasi totalità delle manovre varate l'anno scorso. Insomma, piovono mazzate.

E' immediatamente chiaro a tutti come in questa situazione ogni euro sottratto all'evasione fiscale possa contribuire ad alimentare quei 42 miliardi all'anno.

Meno chiaro è che una parte dell'evaso recuperato potrà avere una valenza doppia, da un lato riempiendo direttamente il secchio dei 45 miliardi attraverso la tassazione, dall'altro facendo emergere nel PIL quella parte di economia sommersa che attualmente non compare nei nostri indicatori e che Confindustria stimava tempo fa in oltre il 15% dell'economia italiana, pari a circa 240 miliardi.

Specialmente in tempi di assenza di crescita economica (quali quelli che stiamo da troppo tempo vivendo e che prevediamo ancora per un po'), non si tratta di bruscolini.

Perchè poter far emergere ed ascrivere anche solo un terzo di quella cifra all'interno del PIL (portandolo così a 1680 miliardi di euro) permetterebbe da solo, senza necessità della tassazione derivata nè di crescita di crescita economica di realizzare l'obiettivo di riduzione del rapporto debito / PIL per l'ammontare di circa un anno, spostando l'biettivo di indebitamento da 960 miliardi (pari al 60% del PIL attualmente calcolato al netto del sommerso) a 1010 miliardi (pari al 60% del PIL comprensivo di un terzo del sommerso stimato) anni. E di comprimere conseguentemente da 42 miliardi all'anno a circa 39 il fabbisogno annuo di questa manovra...

Il che, nella speranza di riuscire a riprendere a crescere e con un po' di inflazione, potrebbe rendere la medicina forse meno amara di quanto appare.

Ditemi un po': quel Befera lì, Equitalia, la Finanza,... non vi sembrano subito ancora più simpatici?

Ciao

Paolo

3 commenti:

MS ha detto...

Sarebbe coraggioso e renderebbe i protagonisti simpatici se il rientro derivante dalla lotta all'evasione fosse utilizzato per alleggerire l'imposizione fiscale.
Ma quando mai...

bye,
MS

PaoloVE ha detto...

@ MS:

perchè, i 42 miliardi all'anno da dove pensi verranno fuori, se non dalla tassazione?

:-)

Ciao

Paolo

MS ha detto...

Supponendo che 10 miliardi escano fuori, spererei in 42 - 10 = 32 milardi di nuova imposizione. Ma sono sicuro che l'imposizione rimarra' 42 e i 10 fluiranno verso altri lidi.

saluti,
MS