Buongiorno,
non vi ho ancora raccontato di questo mio conoscente, Peppe, il conduttore radiofonico.
Un bel po' di anni fa gli hanno diagnosticato una rara malattia per cui il chirurgo, un luminare di chiara fama, gli aveva detto che era necessario amputare il braccio destro, descrivendogli un decorso atteso della malattia piuttosto drammatico, spiegandogli che i risultati non sono garantiti ma che non c'era altro da fare e prospettandogli per contro con estrema sicurezza i costi dell'intervento e della degenza (salvo imprevisti e complicazioni che, si sa, in tali situazioni possono sempre capitare) presso la sua clinica privata.
La drammaticità della soluzione indusse Peppe a prendere tempo e procrastinare l'intervento qualche anno più in là, pur mantenendo monitorata la situazione. Ma perchè il rinvio non rimanesse a tempo indeterminato, fissò da subito la data dell'intervento.
Durante una delle visite di controllo cui Peppe si sottoponeva sempre dallo stesso chirurgo (malgrado alcuni conoscenti medici mettessero in dubbio sia la diagnosi che la necessità dell'intervento e malgrado il decorso previsto della malattia non avesse avuto luogo) questi gli disse che, a distanza di tempo, risultava opportuno rivedere la procedura inizialmente prospettata.
A dover essere amputato doveva essere il braccio sinistro, non il destro. I costi dell'intervento e della degenza (salvo imprevisti e complicazioni) non cambiavano: la clinica del chirurgo era sempre lì, pronta ad accoglierlo e persino a sostenerlo nella fase di addestramento all'uso della protesi.
Peppe, ascoltò quanto il chirurgo gli diceva e confermò la data dell'intervento già fissata.
E così oggi succede che il chirurgo, a distanza di due settimane dalla data fatidica, mentre gli prescrive gli esami pre operatori di routine, propone a Peppe un intervento ancora diverso: l'amputazione del solo piede sinistro.
Sempre nella solita clinica, sempre per la malattia di cui prevede un decorso terribile che però sinora non si è verificato nè si prospetta all'orizzonte.
Il tutto mentre è aumentato il numero di medici che manifestano a Peppe le loro perplessità su diagnosi e terapia e mentre alcuni di questi giungono ad insultare e persino a mettere le mani addoso al collega che vorrebbe tagliare e che difende le proprie posizioni soprattutto facendo notare come tra gli altri medici ve ne sia di maleducati e violenti.
Sempre nella solita clinica, sempre per la malattia di cui prevede un decorso terribile che però sinora non si è verificato nè si prospetta all'orizzonte.
Il tutto mentre è aumentato il numero di medici che manifestano a Peppe le loro perplessità su diagnosi e terapia e mentre alcuni di questi giungono ad insultare e persino a mettere le mani addoso al collega che vorrebbe tagliare e che difende le proprie posizioni soprattutto facendo notare come tra gli altri medici ve ne sia di maleducati e violenti.
Quanti di voi a questo punto troverebbero ragionevole la scelta di Peppe di farsi operare "perchè ha deciso così già molto tempo fa"? Pochi, vero? Scommetto che nemmeno Peppe si farebbe operare così, a cuor leggero.
Eppure ho costruito la storia come un parallelo estremo e forzato di quanto sta avvenendo con la TAV, con i pareri autorevoli ed interessati a favore dell'opera (e quelli indipendenti sempre più numerosi contro), con esiti incerti e costi certi solo per quanto riguarda il limite inferiore ed un progetto che cambia ripetutamente e radicalmente nel tempo.
E questo è il ragionamento principe che sto sentendo fare ai SI TAV. Cambia tutto, le previsioni vengono smentite, i benefici restano oscuri, ma si deve andare avanti perchè si è già deciso così.
Sia chiaro, personalmente ritengo molto probabile che se un chiruro ti prescrive l'amputazione di un arto ci sia un valido motivo, ma prima di farmelo tagliare vorrei ben altre evidenze che una cieca fiducia in lui.
Ciao
Paolo
P.S. Ogni eventuale riferimento a cose, persone e conduttori radiofonici reali è assolutamente casuale :-)
3 commenti:
Buongiorno,
purtroppo, visto che entrambe le parti si esprimono per partito preso, è difficile avere un'opinione circostanziata in materia, a meno di non impegnarsi molto e avere nel contempo la necessaria cultura tecnica ed economica.
Altrimenti si resta vittima della sovrabbondanza di informazioni in cui persone totalmente prive della suddetta cultura (che ne so, dei premi Nobel ;-)) citano eserciti di esperti che spingono in una direzione o nell'altra. Temo che il fatto che i favorevoli siano giudicati interessati, mentre i contrari siano "sempre più numerosi" sia un'opinione mediata dalla spazzatura che i giornalisti ci propinano (e anche oggi me la son presa con loro :-D).
Il paragone con gli arti del ns amato conduttore è divertente, ma non calza del tutto. Anche ammettendo che parte delle ragioni dei NO TAV sia fondata, non credo che la realizzazione dell'opera possa essere paragonata all'amputazione di un arto. Addirittura potrei ribaltare la metafora dal punto di vista della nostra credibilità, dicendo che non farla potrebbe azzopparci.
L'unico argomento che mi preoccupa davvero è quello della certa infiltrazione mafiosa, ma quello purtroppo è presente in quasi ogni opera italiana. La priorità è (o dovrebbe essere) sconfiggere la malavita organizzata più che altro.
Il progetto "va spiegato", ripetono i lombrosiani NO TAV che vengono scelti per le trasmissioni televisive e che personalmente mi provocano un malumore e un pessimismo assoluto per il futuro (un po' come gli indignados dell'autunno scorso che invece di battere le mani le frullavano in aria). Questo credo corrisponda con quanto scrivi alla fine del post dove parli delle "evidenze" che mancano. Il mio timore è che non ci sia fine alle obiezioni che possono essere sollevate, in un clima in cui, come ha giustamente sintetizzato Fassino si è passati dal volere modifiche dell'opera al non volerla fare del tutto. Credo inoltre che gli esperti a favore possano rispondere a molte delle critiche, ma risultano comunque "interessati" agli occhi di chi la TAV non la vuole e basta.
Non ho ascoltato "Peppe" su questo tema, ma posso immaginare la sua arroganza e supponenza (come sempre fondata su una competenza al limite del maniacale sul tema, come al solito) e mi dispiace condividere con lui la tesi principale. Per come mi sono informato io, tornare su decisioni discusse mille volte, è una perdita di tempo colpevole.
Saluti
Tommaso SI TAV
@ tommaso:
che la questione non sia stata discussa mille volte lo ammetti tu stesso: mille volte c'è stato il muro contro muro.
Ultimo esempio quello di Cancellieri: "Ascolteremo tutti ma l'opera non è in discussione". Ai fini della discussione se andassimo in discoteca sarebbe meglio, non trovi?
Intendiamoci: non sono un NO qualsiasi cosa, nè un NIMBY.
Quando leggo che British Gas non riesce a farsi autorizzare un rigassificatore all'interno della zona industriale di Brindisi a tre Km dalle zone residenziali più vicine mi cascano i maroni.
Sono stato e sono favorevole alla realizzazione del passante di Mestre che passa molto vicino a casa mia (avessero rispettato gli accordi presi sulle compensazioni sarebbe stato meglio, ma è un altro discorso e non sposta l'utilità dell'opera).
Sono favorevole al completamento ed alla piena attivazione (che invece pare non avverrà mai, malgrado le opere impiantistiche siano ad uno stadio molto avanzato, e non per la contrarietà della popolazione) del sistema di metropolitana di superficie di PD- VE -TV.
E credo che la TAV in Val di Susa ed il ponte sullo stretto potrebbero essere utili in determinate condizioni e che moltissimi argomenti portati dai NO TAV siano ridicoli (ad esempio, ma non solo, i tanto sbandierati uranio ed amianto che non hanno ammazzato nessuno quando è stata realizzata l'autostrada che attraversa la valle).
Sarò però contrario al Ponte sullo Stretto almeno sinchè non si appoggi ad una infrastruttura di trasporto adeguata perchè non ha evidentemente senso guadagnare mezz'ora nel tratto Reggio - Messina per perdere ore negli scandalosi sistemi ferroviari ed autostradali ad esso collegati.
Dico questo per permettere di inquadrarmi un po'...
Quando parlo di esperti sempre più numerosi non parlo dei Vattimo o dei Fo, che poco sono tenuti a capire di queste cose, ma dei docenti di economia dei trasporti e di ingegneria dei trasporti (Ponti è quello mediaticamente più noto, ma non certo il solo: venerdì Barisoni ha intervistato l'ultimo della serie) che non erano No Tav della prima ora e si sono man mano aggiunti.
E che tutti ribadiscono che ci sono informazioni più o meno attendibili sui costi, ma che sono assenti quelle sui benefici, cosa implicitamente confermata anche da quello che vorrebbe essere il portale di riferimento messo a disposizione da chi vuole realizzare l'opera, che, su questo punto tuttora latita completamente (in sette quaderni affronta ogni altro aspetto della questione, magari zoppicando un po' nella previsione degli scenari futuri e presentando in maniera un po' tendenziosa determinati problemi tecnici relativi alla linea storica -che, contrariamente a quanto si sente affermare, è aperta al trasporto di container standard: quelli che non vi possono circolare sono i container su motrice camion su vagone, forma di trasporto che è scarsamente diffusa in Europa, e che credo sia abbastanza utilizzata in Austria e Svizzera-, ma l'ottavo quaderno , quello sui benefici attesi, non è ancora stato pubblicato ed anzi ne è stata rinviata ulteriormente la pubblicazione)
E fare una valutazione del rapporto costi benefici senza quantificare bene uno dei due fattori è opera sovrumana se non demoniaca, non solo per me, ma anche per i NO TAV come per i sostenitori dell'opera. :-)
Ciao
Paolo
@Paolo
leggendo quotidianamente i tuoi post, so bene che non sei un NIMBY e che senz'altro, per motivi professionali, ne capisci più di me sul tema in questione.
L'allusione a Dario Fo l'avevo messa per citare appunto persone che invece non ne capiscono nulla e si aggrappano acriticamente all'esperto che più gli fa comodo, cosa che non credo tu faccia, visto che in genere ti trovo piuttosto documentato.
Il progetto è stato modificato rispetto a quello iniziale, dal ché deduco che una qualche discussione sia stata fatta, e i costi si sono ridotti. Inoltre non si è passati da amputare il braccio destro a quello sinistro, ma semmai a amputare dal gomito invece che dalla spalla ;-).
Ciò che dici sull'assenza di documentazione sui benefici lo prendo per buono e lo ritengo la vera argomentazione valida del post.
Temo tuttavia che anche in presenza di una documentazione in proposito, tu magari la leggerai e la giudicherai, ma molti di coloro che manifestano continueranno a menarla con l'uranio e la decrescita. Perché ormai la TAV non s'ha da fare e basta per queste persone.
Saluti
Tommaso
PS:
Una breve ricerca su internet sul tema costi/benefici produce esattamente l'effetto di cui scrivevo nel primo commento: ognuno dice la sua e chi come me non ha sufficiente cultura nel settore specifico si deve fidare.
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