Ancora sulla Siria

Buongiorno,

torno sull'argomento di cui avevo già scritto giorni fa per proporvi un paio di ulteriori perplessità, oltre a quelle già espresse allora, circa l'opportunità a meno di intervenire in Siria per fermare la carneficina, e lo faccio a valle di due fatti che, per quanto possibile, mi hanno ulteriormente confuso le idee.


In primo luogo le dichiarazioni del giornalista de La Stampa Domenico Quirico, che è stato sequestrato per ben cinque mesi da una fazione di ribelli armati e che ne dà una descrizione che ben difficilmente potrà farceli apparire in alcun modo una prospettiva di cambiamento rassicurante rispetto al pur esecrabile regime di Assad. Nè loro nè i loro alleati, dei quali Quirico, discreto conoscitore della situazione, ci dice che ormai appare sempre più netta l'impronta islamista / qaedista. Ci rendiamo conto che un nostro intervento militare finisce con l'aiutare anche costoro? E' davvero questo che vogliamo?

In secondo luogo l'apparente concessione di Assad a rinunciare ai propri arsenali di armi chimiche ed al loro uso, concessione che, se da un lato sembra allontanare almeno temporaneamente lo spettro di un intervento fondato sull'equivalente di poco più della provetta di Colin Powell (1), dall'altro dovrebbe farci porre la domanda: che enorme differenza c'è tra un morto di gas ed uno ammazzato in un qualsiasi altro modo convenzionalmente accettato in guerra? Davvero quei 2mila morti hanno un peso superiore alle decine di migliaia già spazzati via dalla furia della guerra civile? Davvero gli altri centomila morti non meritano da parte nostra la stessa rabbia e la stessa indignazione, nonchè, ovviamente lo stesso impegno, anche militare?

Insomma, gran confusione nella mia testa.

Personalmente in questo momento spero che si sia in presenza di una azione diplomatica russa che possa partire dal controllo delle armi chimiche per giungere a portare ad una tregua sul terreno, senza che vi sia la necessità di un ulteriore impegno bellico.

Ciao

Paolo (sempre più confuso)

(1) I miei ricordi sull'NBC -ormai vaghi dato il lungo tempo passato dai tempi del mio servizio come Ufficiale di Complemento-  vanno nella direzione di quanto riportava giorni fa Uriel nel post "Sarin": le immagini che hanno sconvolto il mondo mi hanno lasciato perplesso perchè in contrasto con una serie di cose che ci venivano insegnate sugli effetti e sulle modalità con cui gestire un attacco portato con i gas. Il che, unitamente al dubbio su chi effettivamente possa essere stato il responsabile dell'eventuale attacco (il giornalista rapito con Quirico si dichiara certo che sarebbero stati i ribelli ad utilizzare i gas), dovrebbe suggerire enorme cautela.

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