Buongiorno,
nei giorni scorsi ha fatto un po' notizia la reazione di Vittorio Feltri, che ricordo essere stato il manganellatore mediatico dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo, davanti alla parodia che Fiorello aveva fatto del tanto atteso video messaggio di Silvio Berlusconi.
Reazione che, andando mooolto oltre le dichiarazioni relative al mancato apprezzamento per la prestazione dell'artista, si è concretizzata nella livorosa rievocazione della presunta benevolenza con la quale a sentire Feltri, i suoi giornali anni fa avrebbero glissato sulla tossicodipendenza dell'artista evitandogli imbarazzi e probabilmente una crisi professionale quando l'artista era all'apice del successo.
Ma se fate caso a quello che dice Feltri vi renderete che in realtà in questo caso non manifesta affatto questo atteggiamento.
Per Feltri sembra essere normale pensare che, avendone la possibilità. non ci sia nulla di sbagliato nè di problematico nel rovinare la vita al prossimo, nemmeno se non fa del male a nessuno nè se si trova in condizioni di particolare vulnerabilità.
E che, nel caso il giornalista non lo faccia, magari anche solo perchè non c'è notizia (un artista televisivo che si fa di coca? sai che novità...) o perchè rovinerebbe l'audience di un programma di punta del suo faro politico (in fondo il Karaoke era uno dei programmi di punta di Mediaset, ai tempi), la vittima graziata dovrebbe serbarti eterna gratitudine, estendendola anche agli amici fino all'ennesimo grado.
Insomma, una concezione del giornalismo che va oltre il somministrare notizie ed opinioni, anche in maniera parziale, tendenziosa ed interessata, ma che giunge per Feltri in maniera ovvia e naturale anche a dosare silenzi ed omertà dando per scontata l'altrui interessata riconoscenza.
Direi che per questo posso tranquillamente trovarlo molto più spregevole di quanto io abbia mai pensato precedentemente.
Ciao
Nessun commento:
Posta un commento