Buongiorno,
la gita di oggi richiede due auto e buona gamba (oppure gamba mooolto buona) perchè comporta una lunga sgambata ed un dislivello di poco più di 1000 mt.
Dopo aver lasciato la prima auto nel parcheggio della ormai distrutta polveriera di Plan da l'Ors ci si reca con la seconda al parcheggio sopra la caserma della Finanza all'ingresso di Sella Nevea, a circa 1200 mt. e si parcheggia. Da qui si segue il segnavia 625, prima costeggiando ed attraversando la vecchia pista da sci, poi seguendo la mulattiera ed il sentiero nel bosco di faggi e abeti sino alle Malghe Cregnedul di sopra a 1550 mt.
Il sentiero da qui sale a sinistra, mentre il bosco si dirada progressivamente sino a scomparire del tutto poco sopra una solitaria macchia di stentati cirmoli tra prati e rocce calcaree. Durante la salita sempre meno ripida si costeggiano alcune opere militari italiane della prima guerra mondiale (siamo nel gruppo del Montasio) che terminano nelle trincee che coronano il Passo degli Scalini, il punto più alto a 2022 mt.
Arrivandoci, poco sotto, vediamo una marmotta (1) in lontananza e raccogliamo un paio dei micidiali shrapnel (2) con i quali gli austriaci martoriavano i nostri alpini e le anime dei loro cannoni.
Dal passo lo scenario cambia: ad accompagnarci non è più il panorama verso il Montasio ma quello verso la conca sotto lo Jof Fuart dove è alloggiato sotto di noi il Rif. Corsi. Dopo poco proseguono anche le opere militari, ma adesso sono quelle degli austriaci.
Deviamo dalla discesa verso il rifugio per risalire un attimo verso Lavinal dell'Orso, sino a lambire il piccolo nevaio, per vedere meglio un branco di 23 stambecchi: sono meno di quelli che abbiamo visto "Stambecco Rave" in cui ci siamo infiltrati a Cima di Terrarossa, ma sono esemplari più maturi, come testimoniano i loro decisamente importanti palchi di corna e si lasciano avvicinare almeno altrettanto.
Dopo aver superato la Parete delle gocce e dopo aver girato intorno all'Ago di Villacco ed alle postazioni che lo circondano si scavalla una piccola spalla e si scende finalmente al Rif. Corsi (mt. 1874).
Torte, birre e coche e si scende a sinistra per il sentiero dei Tedeschi sino a Malga Grantagar (3). Da qui la discesa è quella di cui avevo già scritto qui.
Una variante prevede di raggiungere Maghe Cregnedul partendo dai piani di Montasio: il dislivello si riduce ma la percorrenza si allunga e si resta allo scoperto, sotto il sole, più a lungo...
Ciao
Paolo
(1) Io, credendo di aver visto una marmotta: "Cos'è quella cosa su quel mucchio di pietre bianche?"
Mia moglie, sicura: "Niente!".
Dopo 10 secondi "Niente" alza il muso, mi guarda e scappa nell'erba alta.
(2) Si trattava di sfere di metallo con le quali i proiettili d'artiglieria venivano resi ancora più letali. Poichè appesantivano il proiettile comportavano però una più rapida usura dell'anima dei cannoni, cui danneggiavano la rigatura, rendendo rapidamente imprecise le artiglierie che li utilizzavano.
(3) Ehy! Cosa ci fanno anche due camosci così vicini al rifugio? :-)
Dal passo lo scenario cambia: ad accompagnarci non è più il panorama verso il Montasio ma quello verso la conca sotto lo Jof Fuart dove è alloggiato sotto di noi il Rif. Corsi. Dopo poco proseguono anche le opere militari, ma adesso sono quelle degli austriaci.
Deviamo dalla discesa verso il rifugio per risalire un attimo verso Lavinal dell'Orso, sino a lambire il piccolo nevaio, per vedere meglio un branco di 23 stambecchi: sono meno di quelli che abbiamo visto "Stambecco Rave" in cui ci siamo infiltrati a Cima di Terrarossa, ma sono esemplari più maturi, come testimoniano i loro decisamente importanti palchi di corna e si lasciano avvicinare almeno altrettanto.
Dopo aver superato la Parete delle gocce e dopo aver girato intorno all'Ago di Villacco ed alle postazioni che lo circondano si scavalla una piccola spalla e si scende finalmente al Rif. Corsi (mt. 1874).
Torte, birre e coche e si scende a sinistra per il sentiero dei Tedeschi sino a Malga Grantagar (3). Da qui la discesa è quella di cui avevo già scritto qui.
Una variante prevede di raggiungere Maghe Cregnedul partendo dai piani di Montasio: il dislivello si riduce ma la percorrenza si allunga e si resta allo scoperto, sotto il sole, più a lungo...
Ciao
Paolo
(1) Io, credendo di aver visto una marmotta: "Cos'è quella cosa su quel mucchio di pietre bianche?"
Mia moglie, sicura: "Niente!".
Dopo 10 secondi "Niente" alza il muso, mi guarda e scappa nell'erba alta.
(2) Si trattava di sfere di metallo con le quali i proiettili d'artiglieria venivano resi ancora più letali. Poichè appesantivano il proiettile comportavano però una più rapida usura dell'anima dei cannoni, cui danneggiavano la rigatura, rendendo rapidamente imprecise le artiglierie che li utilizzavano.
(3) Ehy! Cosa ci fanno anche due camosci così vicini al rifugio? :-)
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