Biloslavo, davvero è bello difendersi da soli?

Buongiorno,

ritengo sia una fortuna il fatto che in Italia la diffusione delle armi ai privati sia abbastanza limitata e regolata e che, nella sostanza, non esista una forte corrente di pensiero che spinga per rendere più facile detenere un'arma, se non in alcune aree della destra italiana che vorrebbero scimmiottare in questo campo il modello (direi ampiamente fallimentare, almeno a vedere la frequenza di omicidi a mano armata e di esplosioni di violenza/follia che degenerano anche grazie alla relativa facilità con cui ci si può procurare armi da fuoco) di alcuni stati negli USA, in cui acquistare e detenere armi, anche d'assalto, è relativamente semplice ed è considerato un diritto ed un segno di libertà.

Ascrivo (a ragione o a torto, lascio a voi giudicare) a questa corrente di pensiero l'articolo di Fausto Biloslavo, che riporta in maniera completamente acritica sotto il titolo "Quando le pistole evitano le stragi"  gli illogici contenuti di altro articolo pubblicato su un sito statunitense, in cui sono raccolti "9 casi eclatanti" di privati cittadini statunitensi che avrebbero fermato una strage grazie al ricorso alle proprie armi dal 1997 ad oggi. Il succo dell'articolo è che la libera diffusione delle armi in questi casi avrebbe avuto degli effetti positivi, interrompendo la violenza all'origine e che su questo bisognerebbe riflettere.

Il fatto è che se Biloslavo avesse acceso il neurone si sarebbe accorto di un po' di cose (salvo essersene accorto e volerle intenzionalmente e tendenziosamente omettere):
  • in tutti i nove casi la relativa semplicità nel procurarsi le armi ha permesso a dei privati cittadini di essere nella condizione di fare una strage. Se la loro arma, nell'impossibilità di acquistare una Colt o un M16 fosse stato un coltello in plastica usa e getta non ci sarebbe stata la notizia. Ed i privati cittadini armati che li hanno fermati lo hanno fatto dopo che questa possibilità ha comportato, tra morti e feriti, decine di vittime.
  • in cinque casi sui nove riportati a fermare la strage sono stati poliziotti non in servizio o in pensione, in un sesto caso un ex militare, insomma, persone che considerare privati cittadini tout court mi pare piuttosto improbabile. Insomma in due terzi dei casi erano professionisti addestrati all'utilizzo delle armi.
  • l'articolo elenca piuttosto faticosamente 9 casi a partire dal 1997, in quello stesso periodo la facilità ad armarsi permise, per citare solo le due stragi più famose una cinquantina di morti tra Columbine e Virginia Tech. Direi che la sproporzione dovrebbe essere tale da troncare ogni ulteriore valutazione.
Insomma, se uno vuole ragionare sui numeri e sulla sicurezza, non vi sono margini per preferire un mondo in cui ognuno è teoricamente in grado di difendersi da solo grazie al proprio fido Uzi (e statisticamente di quando in quando ne scarica il caricatore addosso a qualcuno per errore nell'uso o nella valutazione degli eventi), rispetto a quello in cui vi sono poche armi in circolazione e sono prevalentemente in mano a chi dovrebbe essere addestrato ad utilizzarle in maniera più sicura.

E, paradossalmente, anche l'articolo citato ed i suoi nove presunti casi eclatanti, non fa che confermarlo, anche se gli aspiranti emuli degli sceriffi USA fanno finta di credere il contrario.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

proprio ieri sentivo in radio uno studio che dimostrava come la sicurezza sia maggiore dove circolano meno armi.

Basterebbe il buon senso, ma quello si sa che non lo fanno più.

Se trovo il link allo studio te lo invio.

Saluti