Caro Ichino ti scrivo, così mi distraggo un po'

Buongiorno,

Francesca (che ringrazio) mi ha segnalato questa lettera di Pietro Ichino al Corriere della Sera che, non foss'altro che per il fatto che mi sono spesso interrogato su cosa stiano facendo Fiat ed il suo AD Marchionne e che Ichino è una persona intelligente, merita una nota a commento.

Perchè nella lettera Ichino scrive molte cose sicuramente vere, ad esempio sulla efficacia dei sistemi adottati nella fabbrica di Pomigliano, sul fatto che rendano meno disumano e faticoso il lavoro e sul fatto che al Sud servirebbero molte fabbriche come questa (vado in fiducia ed aggiungo: non solo al Sud, avercene anche al Nord di impianti simili), ma mi lascia perplesso su altri aspetti, che Ichino dice di usare per rispondere a cinque ragazzi di un centro sociale che sarebbero vittime di un grande inganno perchè, all'università, sbraitano slogan contro Marchionne e contro il precariato.

In realtà lo slogan riportato, come tutti gli slogan, è risibile, privo di contenuti e di motivazioni e non meriterebbe alcuna lettera, ma la lettera in realtà serve ad altro, a cercar di persuadere chi legge della bontà del modello Marchionne, e anche questo ci può stare.

Come sapete sono tra coloro che, dopo un entusiasmo iniziale, si è pesantemente ricreduto su Marchionne, e, nella lettera di Ichino, vedo in realtà poco che allo stato attuale possa farmi cambiare idea.

Il problema non è certo la tipologia dello stabilimento, che rispecchia i moderni standard occidentali (non sono stato a Pomigliano, ma, con la mia scarsissima esperienza,  ho avuto modo di vedere alcune fabbriche in Germania e Svezia che, a parte il parquet -che peraltro nelle foto non vedo: non è che abbiamo esagerato un po'?- rispondono da anni alla descrizione di Ichino. Anzi, lì ho visto nei reparti anche delle belle tisanerie riservate ai lavoratori: le richieste di restrizioni alle pause avanzate da Marchinne mi fanno sospettare che a Pomigliano non abbiano gran motivo di essere). 

Il problema non è nemmeno la retribuzione del quinto livello (Ichino ci informa che al lordo va oltre i 1700 €, al netto, in busta, quanto fa? 1000? Anche se non è poi male, così fa meno effetto, vero? E' proprio vero, al lordo siam tutti ricchi...) nè quella del terzo (oltre i 1550 lordi). 

Il problema è che una volta quinto livello metalmeccanico significava il livello di ingresso di un ingegnere neolaureato in funzioni che gli permettessero di ambire ad una carriera in ruoli da quadro e/o dirigenziali, ma adesso?

Cosa significa adesso adesso a Pomigliano, visto che Fiat da un lato rifiuta se non sbaglio di riferirsi al contratto metalmeccanico nazionale, dall'altro questo non si applica ai precari che, presumo, si troveranno tra i tanti giovani presenti?

Ichino cita il progetto "Fabbrica Italia" che Marchionne tanto sbandierò (ma non descrisse mai con un livello di dettaglio tale da poterci capire qualcosa, il che fu motivo degli attacchi sindacali) per far passare condizioni contrattuali a lui più favorevoli. Che ne è stato? Dove sono finiti gli investimenti promessi? Dove sono le sterzate che dovrebbero risollevare le quote di Fiat sul mercato, dove sono i nuovi modelli? Dov'è finita Termini Imerese? Dove sono finite le promesse di mantenere a Torino il cuore di Fiat? 

Insomma trovo più che normale che davanti a tanti interrogativi e tante promesse (anche smentite parzialmente o in toto dai fatti) sia più che legittimo considerare anche delle forti perplessità e ritrosie davanti alla richiesta di firmare un contratto che è anche una cambiale in bianco relativamente alle proprie condizioni di lavoro.

E trovo altrettanto ragionevole che, a fronte di un rapporto contrattuale gestito con la logica della prova di forza, sia molto difficile accettare di rinunciare a strumenti che, se sei la parte debole, ti tutelino.
E il fatto che Fiat a Pomigliano abbia realizzato un impianto all'altezza degli standard occidentali a mio avviso modifica poco o nulla di tutto ciò.

Ciao

Paolo

4 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Se un quinto livello prende 1700 euro netti, vado a lavorare a Pomigliano.

Ciao.

Ing. T.

Michele R. ha detto...

@Tommaso

Sono un 4 livello, lavoro su 3 turni e la settimana che sono di notte inizia la domenica e termina il sabato mattina, e quindi sono 6 giorni di seguito di turno notturno 22-6. Quando va bene prendo 1300-1500 euro al mese, e anche per i miei colleghi di 5° livello la cifra non si discosta molto. Considera che un 5° livello, come pure un 4° livello soprattutto sulle catene di montaggio, sono una cosa assai rara.

PaoloVE ha detto...

@ un po' tutti:

in questi giorni non sono al massimo della lucidità, ed infatti rileggendomi non mi convinco troppo :-)

Quello che volevo dire (vediamo se la sintesi mi aiuta) è che Ichino sta rispondendo a degli slogan che erano forse stati portati avanti da pochi ultrà.

Ma le contestazioni all'operato di Marchionne avevano uno spessore ben diverso ed il fatto che Pomigliano sia una fabbrica moderna o che il lordo che NON porta a casa chi NON lavora alla catena di montaggio sia di 1700 euro non modificano la cosa.

Meglio avere il lavoro che non averlo? Monsieur d'la Palisse est mort, il est mort devant Pavie, Un quart d'heure avant sa mort, il était encore en vie.

Non serviva Ichino per saperlo. Nè servo io per far capire che è ovvio vi siano resistenze a firmare un contratto che vincola una parte sola, in quanto si sapeva molto bene cosa era richiesta ai lavoratori, non altrettanto quale sarebbe stata la contropartita.

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Paolo,

invece rileggendolo ho trovato ancora più interessante il tuo post. Soprattutto lo sono le domande che ti poni nella parte conclusiva...