Pane al pane. Anche se raffermo.

Buongiorno,

la stampa che piange per essere rimasta orfana di Berlusconi nell'ultimo mese ha ripetutamente e molto avventatamente attaccato  il Presidente del Consiglio Mario Monti contestando l'efficacia del suo operato e della sua figura in funzione di riduzione dello spread.


Sui soliti giornali buoni per incartare il pesce (e spesso nemmeno per quello) è stato un susseguirsi ininterrotto della riproposizione della domanda: "E adesso, dov'è l'effetto Monti sullo spread?", susseguirsi tanto ripetitivo ed ossessivo quanto poco intelligente, visto che a tutt'oggi i valori di 570 punti toccati in occasione della smentita delle dimissioni di Silvio Berlusconi ad inizio novembre rimangono un massimo non più raggiunto e molto difficilmente interpretabile diversamente che nel senso di un segnale di sfiducia assoluta nei confronti dell'allora Premier.

I mercati in quell'occasione hanno affermato che avrebbero preferito l'incertezza di una crisi poltica al Governo allora in carica: sono cose che succedono molto raramente, e quasi mai se un governo è decente (Oddio può capitare anche quando un governo particolarmente forte ed attivo cancella i privilegi di interessi forti, ma evidentemente non era il nostro caso).

La cosa sconfortante è vedere che questi pennivendoli non hanno nemmeno la lucidità di capire quando possono mordere senza saltare a piè pari nel ridicolo, mentre i loro lettori, evidentemente ne hanno ancora meno, visto che non ridono e continuano ad acquistare certi giornali.
 
Infatti, in questi giorni, per la prima volta dall'incarico a Monti un indice economico di sfiducia è purtroppo effettivamente tornato ai livelli cui l'aveva lasciato Berlusconi, ed è un indice che ha un peso maggiore dello spread, visto che parliamo del tasso di interesse dei bot decennali, tragicamente tornato sopra il 7%

Il che per la prima volta potrebbe giustificare mooolto blandamente la domanda "Dov'è l'effetto Monti?". Peccato che adesso che comincerebbe forse ad avere senso farla, nessuno la fa più. Probabilmente anche l'ultimo neurone ha abbandonato, forse in ferie, forse in pensione.

Se avete la pazienza di guardarvi il grafico linkato sopra è evidente come in occasione del cambio di governo si sia interrotta interrotta almeno temporaneamente una dinamica di crescita di quell'indice che durava da qualche mese, per cui anche questa eventuale rimostranza contro Monti avrebbe scarsissimo fondamento, in quanto dovrebbe spiegare perchè, in condizioni invariate, si sarebbe potuto ottenere un andamento simile (e credo sarebbe piuttosto difficile, specialmente da parte di chi evidentemente non capisce banalità matematiche come 525 < 570), ma almeno l'indice in valore assoluto e trascurandone il trend rialzista in atto da mesi (avete visto come imparo da Barisoni? :-)) è tornato ai livelli di prima, mentre sinora è sempre stato al di sotto, come continua ad essere, seppur di poco, per lo spread sui titoli tedeschi, che dopo un perodo di calma relativa ha ripreso a salire.

Ciao
 
Paolo

1 commento:

Michele R. ha detto...

Ciao,

dopo lo sgoverno di questi anni anche per il miglior premier - e Monti anche se non lo è ci si avvicina - e il miglior governo - vedi che malinconia ;-) - è ardua risalire la china! Per questo il cosiddetto spread ci punisce: Per il nostro passato più o meno recente e non per il presente. E' quello il pesante fardello da portarci sul groppone!