Eroismi al cellulare

Buongiorno,

La poltrona del super eroe
aggiungo il post di Tommaso sull'argomento del comandante De Falco. A scanso di equivoci confermo che il titolo non vuole assolutamente sminuire il ruolo avuto da quest' ultimo nel portare a termine una operazione di salvataggio sicuramente complicata, ma un certo tipo di pseudo ragionamenti troppo schematici che ho sentito in questi giorni. Davanti a quanto fatto da De Falco l'altro giorno non ci si può che togliere il cappello e ringraziare.

Trovo significativa la contrapposizione De Falco buono vs Schettino cattivo che dilaga nel pensiero unico dei social network amplificato da giornalisti molto più "Schettini" dell'originale.

Se si accetta che Schettino sia il simbolo del male dell'Italia, mentre De Falco rappresenterebbe il bene, mi permetto di continuare sulla stessa strada: l'eroe sarebbe quello che in una comoda poltrona parla.

E di cosa è simbolo questo se non dello stesso pressapochismo che porta al disastroso comportamento di Schettino? 

Mi spiego: secondo questa sociologia della domenica l'italia cialtrona e incompetente, che senza merito si trova in posizioni di responsabilità è rappresentata da Schettino, inadatto al ruolo che ricopre, il comandante che abbandona la nave!, mentre l'Italia onesta, retta, e mortificata dai dirigenti incompetenti sarebbe invece incarnata nell'eroe De Falco. 

Che il primo non abbia fatto il suo dovere, al contrario del secondo è fuori di dubbio. Il dovere di Schettino era, in una situazione di pericolo personale, mantenere la freddezza e la lucidità e sentire la responsabilità verso la nave e il suo carico umano. Il dovere di De Falco era di coordinare da terra i soccorsi e quindi anche, vista la non collaborazione del capitano, prendere un telefono e fare una sfuriata al "comandante fifone", registrandola. 

Dalla voce stentorea e dal tono sicuro, siamo portati a pensare che un De Falco sulla Concordia avrebbe fatto il suo dovere, restando a bordo e gestendo al meglio la situazione, ma questa è solo una supposizione. 

Schettino forse sarebbe stato così...
Sono quasi certo invece che uno Schettino in poltrona non si sarebbe comportato molto diversamente al telefono con il collega codardo. [E qui dissento: forse sarebbe stato lo stesso nell'investire il collega, ma se per caso il blocco di Schettino è stato dovuto ad una inadeguatezza da panico -cosa che non escluderei a priori- dubito che sarebbe rimasto freddo e lucido e che avrebbe preso le decisioni giuste. Pur essendo una poltrona quella di De Falco l'altra sera non era affatto comoda e sono sicuro che il cellulare gli bruciava metaforicamente l'orecchio.]

Tutto questo per dire che, oltre al comprensibile, seppure forse esagerato, linciaggio per Schettino, trovo un po' superficiale l'attribuzione del ruolo di EROE per De Falco, che ha fatto solo il suo dovere e del cui operato come coordinatore dei soccorsi non abbiamo elementi per giudicare. [Qui dissento ancora: ha coordinato il salvataggio del 99% dei passaggeri di una nave da crociera che stava affondando piegandosi su un fianco, abbandonata dal suo comandante e da buona parte degli ufficiali, di notte. Un 1% di perdite in quella situazione credo sia meno dell'inevitabile. E' il risultato a dimostrare che nella circostanza ha operato più che bene, pur non essendo un eroe.]

Ognuno ha i naufraghi che si merita
Il fatto stesso che l'autore di una telefonata registrata passi per eroe è parte del problema: se basta registrare una sfuriata per diventare "simbolo dell'Italia migliore" siamo messi abbastanza male. 

Ciao 

Tommaso 

PS: Di chi è la responsabilità nell'aver tollerato l'abitudine dei passaggi vicino alla costa sino a oggi? 

PPS: Grazie alle telefonate registrate oggi tutti sanno cosa sia una biscaggina, per questo sì che De Falco è un eroe!

E, a chi interessasse un esempio di eroismo telefonico propongo una storia che mi è tornata in mente, quella di Luigia Picech.

4 commenti:

Michele R. ha detto...

a personale visione della vicenda è che non ci sono ne buoni ne cattivi ma semmai c'è chi ha fatto quello che andava fatto e c'è chi, in un momento di panico dove prevale l'istinto di conservazione, non l'ha fatto. Non voglio passare per quello che difende Schettino - che è indifendibile - pero cerco di capire cosa è passato nel capo ai "protagonisti" e quindi vi invito a riflettere sul fatto che i comandante della nave ha fatto una bravata, una spacconata, dalle pesanti conseguenze. Resosi conto del danno procurato alla nave ha prevalso l'istinto di conservazione (ora mi licenziano pare che abbia esclamato) perdendo cosi di vista quali erano la priorità (la salvezza dei passeggeri) e quindi l'abbandono della nave.
Dal canto suo il compito di De Falco è stato più facile: lo immagino al caldo, seduto su una poltrona, lontano oltre 100km dal disastro, lontano dalla confusione di passeggeri, urla, freddo, mare, rischio di nave che affonda. In una situazione così anche l'eroe più eroe forse non sarebbe tanto eroe. Soprattutto se sa di avere sul groppone delle colpe.

Alia ha detto...

Grazie per la storia della Gigia Picech. Lei sì eroica.

Credo che la questione dei due comandanti contrapposti venga deformata nella percezione dal fatto che ascoltiamo solo quelle telefonate, senza sapere dell'operato di coordinamento che De Falco e i suoi collaboratori guidavano anche attraverso il telefono.

Nella faciloneria dei giudizi, il fatto che De Falco se la prenda con Schettino alzando la voce pare di per sé un "gran gesto" ad alcuni, mentre ad altri sembra "troppo facile".
In realtà l'esasperazione di DF era giustificata, credo, dalla necessità urgente che aveva di ottenere collaborazione e informazioni preziose e dalla rabbia di trovarsi di fronte all'elusività di un cialtrone.

Resta il fatto che i soccorsi da terra hanno funzionato, mentre la nave è stata prima portata al disastro per imperizia e faciloneria (che già basterebbe) e poi abbandonata proprio da chi aveva la responsabilità di guidarla in sicurezza.

Non si giudicano gli uomini - ognuno ha le sue magagne - ma i comportamenti sì. Sarà stato sulla sua poltrona, il De Falco, ma era lì che doveva stare per fare bene ciò che era suo dovere fare. O avrebbe dovuto per solidarietà spegnere il riscaldamento e le luci?

PaoloVE ha detto...

@ Alia:

dici bene. E sono sicuro che se fosse stato necessario spegnere le luci ed il riscaldamento, De Falco l'avrebbe fatto. Evidentemente il tipo è così, e devo dire per fortuna dei passeggeri e nostra.

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Alia

forse non hai capito. E' quello che ho sostenuto: De Falco ha svolto il suo compito egregiamente. Il mio era un invito a riflettere a non indicare subito i buoni e i cattivi perché sono due situazioni differenti:

In una, quella dello Schettino, non c'è solo la "difficoltà ambientale" ma anche il peso delle proprie responsabilità che ti fa perdere di vista ciò che era la cosa giusta da fare in quel momento.
Per il comandante della capitaneria da questo punto di vista il compito, il suo dovere, era più "facile" distante com'era e non trovandosi in un ambiente totalmente differente lontano come era dal centro della scena, ovvero in un momento di caos in cui tutto è ancora più difficile. Mi pare quindi che sia più facile mantenere la necessaria lucidità e freddezza e prendere quindi le giuste decisioni. Ma immagino che tu non sia troppo d'accordo con me... Pazienza.