Buongiorno,
inizio oggi una breve serie di post che riassumono una serie di scambi intercorsi in sede privata tra me e MS, titolare del blog Incompresi, in materia economica. Tutto ebbe inizio nel lontano post "Tra il dire ed il fare", ove, nei commenti, MS ebbe l'ardire di palesare delle posizioni liberiste quasi gianninesche, ragion per cui l'ho invitato ad un confronto sulle nostre posizioni cui ha molto cortesemente risposto con estrema disponibilità e cortesia, cosa di cui lo ringrazio più che sentitamente.
Mi riservo la battuta iniziale, nel ruolo di comunista statalista Keynesiano, cui seguirà la risposta del turboliberista MS ( :-))e quindi il fuoco incrociato di osservazioni e controdeduzioni.
MS, en guarde!
Tagli, tagli, tagli! |
Provo ad esprimere un po’ meglio il perché credo che un approccio
di tipo Keynesiano (con tutti i limiti imposti all’Italia da una situazione
debitoria che impedisce ulteriore indebitamento pubblico e che quindi dovrebbe
essere basata non su una maggiorazione di spesa, ma solo su un suo riorientamento
in termini di maggior efficienza e produttività) abbia secondo me più
possibilità di tirarci fuori dalla crisi di un approccio di tipo liberista, che, come sempre, è stata ben sintetizzata da MS nello slogan "Tagli,tagli, tagli".
Gli stessi
sprechi che all’interno dello Stato fanno dire al liberista che i
singoli gestirebbero meglio le risorse possono diventare, quando eliminati,
la benzina per realizzare quelle opere, infrastrutture, servizi, che
potrebbero migliorare le competitività del sistema Italia, senza creare
nuovo debito.
Per usare riferimenti
magari demagogici, possiamo usare i soldi di troppe inutili auto blu per rendere
la Salerno Reggio Calabria una infrastruttura degna di questo nome,
sulla quale le merci si possano finalmente muovere. Oppure possiamo
usare gli stipendi di troppi consulenti d’alto bordo per realizzare
le autostrade digitali e i troppi rimborsi, le troppe e troppo grasse
diarie dei politici per attivare asili nido ora introvabili.
Il liberista
dirà che, visto che non è stato fatto sinora, si tratta
di una utopia e di un pia illusione: lo Stato è intrinsecamente
inefficace e sprecone. Cosa con cui potrei in parte concordare, sennonchè esistono esempi di Stati non esattamente liberisti che si stanno dimostrando di ben altra pasta (Germania, Svezia, Cina, ...).
Dal mio punto di vista il punto è,
da un lato, se i privati siano investitori meno inefficaci e spreconi dello Stato, dall’altro se i soldi che
lo Stato eventualmente potrebbe lasciargli verrebbero reimmessi nel
circolo economico in modo da rianimare l’esangue economia italiana.
I privati sono
dei gestori migliori dello Stato? Mi permetto di dubitarne, e vi porto
l’esempio del gioco d’azzardo, una attività in cui gli italiani
mettono annualmente oltre 54 miliardi di € (e sto parlando solo dei giochi legali) in un investimento statisticamente
destinato a rimetterci. Sto parlando del 3,5% del PIL italiano investito
deliberatamente in una attività destinata a generare rendimenti negativi
e a non avere nessun impatto sull’economia italiana che non sia una
ridistribuzione più concentrata del denaro. Nulla di positivo, insomma.(devo correggere il dato con altro più recente che indica in 76 miliardi di € il fatturato dei giochi nel 2011: circa il 5% del PIL).
Alla stessa
stregua potrei citare altri settori dell’economia italiana in cui
l’investitore italiano medio non brilla per avvedutezza. Vi siete
mai chiesti quanti soldi si sarebbero potuti investire più utilmente
acquistando l’equivalente non di marca (e spesso qualitativamente
migliore) di uno dei troppi prodotti fighetti che vediamo in giro (voglio
scatenare una guerra di religione: qual è il fatturato di Apple in
Italia, per citare un unico marchio che poteva essere integralmente
sostituito sul mercato da prodotti più performanti e di costo sostanzialmente
inferiore)?
E trovo indicativo
che esista un settore, quello pubblicitario, che fattura, presumo giustificatamene, 8,5 miliardi di € non per informarci delle qualità dei prodotti che presenta, ma prevalentemente
per condizionare la razionalità delle scelte dei privati, come è sotto
gli occhi di tutti, nel momento in cui si analizza i contenuti del 99%
dei messaggi pubblicitari.
Insomma, mi
pare che l’assunto dei liberisti che vogliono i singoli investitori
migliori dello Stato sia molto poco dimostrabile e, tutto sommato poco
credibile.
Quello che
invece è dimostrabile è che quegli stessi privati, ove dispongano
dei liquidi, ne investono solo una parte nell’economia locale, e non
sto parlando solo della tendenza a ridurre gli investimenti che porta
nei periodi di crisi ad accaparrare beni rifugio invece che investire
in attività produttive.
Sto parlando
anche della crescente facilità di spostare capitali in ambiti sempre
più lontani, in virtù di una globalizzazione che ha spostato altrove
la maggior parte delle produzioni, ambiti in cui il riflesso sulla nostra economia è semplicemente inesistente.
Per cui, mentre
un intervento statale volto al completamento della Salerno Reggio Calabria
aprirebbe cantieri in Italia e darebbe all’Italia una infrastruttura
funzionante, gli stessi soldi, lasciati ai privati, verrebbero inseriti
in un circuito economico che interessa l’Italia solo in maniera molto
parziale, come dimostrano i molti investitori che spostano i loro capitali
in paesi in cui gli investimenti sono più redditizi. Ed il fenomeno
è molto più diffuso di quanto si sia abituati a pensare: non si tratta
solo di settori come il tessile o quello della scarpa che hanno disinvestito
qui per investire all’estero, ma anche più diffusamente di piccoli
risparmiatori che hanno messo più o meno consciamente i loro soldi
nel fondo “Paesi emergenti”, oppure di me che digito su un portatile
“Made in PRC”. Tutti esempi di soldi in gran parte sottratti più o meno consciamente al
circuito economico italiano dai privati.
Mi pare quindi
che non solo l’efficacia dei privati in funzione anti crisi non sia
necessariamente superiore a quella dello Stato, ma anche che l’impatto che dobbiamo attenderci dai privati debba
essere minore da quello che possiamo attenderci da un intervento Statale
mirato anche perchè solo una parte di quei capitali rientrerebbe nel nostro circuito economico.
Che Keynes mi perdoni, se può.
Ciao
Paolo
:-)
12 commenti:
Buongiorno,
complimenti per la chiarissima esposizione.
Lungi da me di volermi intromettere in una tenzone tutta privata tra Paolo e MS, ove comunque mi collocherei dalla parte del primo.
Pero' voglio sottoporre al liberista MS che tiene alto il vessillo dei tagli, che degli ultimi 4 governi di centro sx e centro dx, alternatisi dal 1996 nella cosiddetta seconda repubblica nata da Mani Pulite, quelli che meno han tagliato la spese e fatto invece lievitare il debito pubblico, sono proprio i sedicenti liberisti di centro dx!
E qui vedasi il grafico ben esplicativo:
http://www.ideativi.it/blog/437/il-debito-pubblico-italiano-in-infografiche.aspx
ciao
F.
Conoscevo gia' il dato, ma non credo che il liberismo sia correlato al colore politico, almeno cosi' e' stato.
Dichiarare di essere liberista ed esserlo sono due cose differenti, l'abbiamo visto. Credo che il primo governo debolmente libersita possa essere quello di Monti, ma lo vedremo nei prossimi giorni.
Se mi consenti un'ultima nota, l'andamento del grafico riportato e' poco significativo poiche' i tempi non sono rappresentati in maniera lineare.
MS
Ma io ho sempre pensato che i liberisti sono quelli che vogliono limitare al minimo l'intervento dello Stato e lasciare libero sfogo all'intrapresa.
Mentre l'accusa di statalismo e assitenzialismo ha sempre accompagnato i governi di centro sx.
Dici che il grafico non è significativo..... forse che non evidenzia come il peso della spesa statale sia SEMPRE aumentato in misura maggiore con i governi sedicenti liberisti?
@ Francesca:
Credo che MS intenda dire che che è vero che durante i governi di SB il debito è aumentato maggiormente, ma è anche vero che questi sono durati complessivamente più a lungo...
Ciao
Paolo
Il liberista dirà che, visto che non è stato fatto sinora, si tratta di una utopia e di un pia illusione: lo Stato è intrinsecamente inefficace e sprecone. Cosa con cui potrei in parte concordare, sennonchè esistono esempi di Stati non esattamente liberisti che si stanno dimostrando di ben altra pasta (Germania, Svezia, Cina, ...).
Ottima osservazione Paolo, mi piacerebbe che qualcuno la facesse in diretta ad Oscar Giannino! Se lo stato Germania o lo stato Svezia sono abbastanza efficienti, è legittimo che NOI cittadini italiani abbiamo la medesima aspirazione ad avere uno stato gestito in maniera oculata. Tralascerei invece il discorso Cina perché mi sembra un palestrato gonfio di steroidi. Infatti è cosa risaputa che la corruzione nella gestione della cosa pubblica è molto elevata anche là. E dove c'è corruzione non c' è efficienza.
Buon anno a tutti!
Io mi schiero dalla parte di MS, seppur condividendo molte delle affermazioni di Paolo.
Vi sono studi (citati da un ospite di "Nove in Punto" la scorsa settimana) che indicano nell'incapacita' la maggior parte dell'inefficienza della macchina pubblica italiana. Non nella corruzione. Questo dato ci dovrebbe fare pensare. Da una parte e' un dato positivo, perche' estirpare la corruzione e' molto difficile. Dall'altra pero' sarebbero da valutare le cause e le contromisure da prendere per aumentare la capacita' della classe dirigente del settore pubblico.
Per quanto riguarda la Svezia, un amico svedese che mi raccontava che da qualche anno a questa parte ci sono un sacco di manifestazioni per il peso che lo stato ha nelle tasche dei cittadini, per quanto riguarda sanita' ed immigrazione. Non avendo approfondito ve lo riporto per beneficio di inventario, ma temo che il sogno svedese che noi italiani abbiamo possa essere attempato.
In definitiva, entrambi le posizioni, quella che possiamo chiamare "starve the beast" e quella pseudo-keynesiana (in fatti da quel poco che ne so io, Keynes non ha mai detto che si puo' continuare ad incrementare la spesa pubblica in situazioni di espansione economica) mi sembrano entrambe sbagliate se applicate ortodossamente, in quanto entrambe identificano bene alcuni fondamentali aspetti del problema, ma ne dimenticano altrettanti.
L'efficienza si raggiunge a mio modesto parere:
1) lavorando di piu'
2) detassando il lavoro rimuovendo le barriere all'ingresso e all'uscita del lavoro
3) liberalizzando i mercati
4) Cedendo proprieta' pubblica non direttamente redditizia
5) Selezionando le risorse per poche grandi cantieri per infrastrutture pubbliche (trasporti informatici su fibra, 4G e TVWS, oltre a trasporti ferroviari) che ci possano riportare a guardare verso il futuro
6) Investendo in educazione e promuovendo innovazione (sia ricerca in universita' che in azienda)
Ovviamente non tutte queste cose possono essere fatte subito - e molte altre ne ho dimenticate - ma spero che prima o poi vengano affrontate.
Pale
@ MR:
paradossalmente proprio il fatto che in Cina la corruzione è molto diffusa potrebbe portare a dimostrare che i margini per una economia diretta dallo Stato sono ancora maggiori di quanto il drago cinese faccia vedere: ci sono ulteriori margini di efficienza da poter recuperare persino lì...
@ Pale:
attenzione! Se uno si va a vedere la PA dall'interno scopre spesso che parte delle inefficienze non sono generate dall'incompetenza, ma da una deliberata intromissione della mala politica. Lo schema è più o meno sempre lo stesso: il politico di turno vuole dar da mangiare al consulente / alla ditta amici, quindi restringe il budget di un servizio cui questi potrebbero lavorare creando artatamente condizioni di inefficienza, quindi appalta il servizio in toto o in parte.
Ne parlavo qui:
http://acutocomeunapalla.blogspot.com/2011/06/felici-granelli-di-sabbia.html
Più passa il tempo più mi rendo conto di come in Italia sia proprio il malfunzionamento del sistema democratico ad ingenerare gran parte dei nostri guai. Dobbiamo trovare il modo di selezionare una classe politica migliore a tutti i costi.
Ciao
Paolo
@ Paolo
Io mi sono fermato all'incompetenza per non parlare di cause o soluzioni. Pero', allora, capirai bene che ridurre il peso dello Stato diverrebbe un ottimo modo per limitare i danni della mala politica e per togliere qualche granello di polvere. Pero', visto che il discorso porterebbe molto lontano, allora mi sono limitato al fatto. ;)
@ pale:
stai buttando via il bambino con l'acqua sporca.
Una buona politica vuole che se un macchinario non funziona si cerchi di capire perchè e si valuti se valga la pena agire su quel problema.
I liberisti invece tendono a dire che il macchinario (lo Stato) va comunque buttato via, per far fare la stessa cosa ad altro che però, se vai a vedere spesso non sarebbe esente da problemi anche più gravi (uso un eufemismo).
Anche se lo stesso macchinario che vogliono buttar via nel bancone a fianco funziona molto bene.
Abbi pazienza fino a domani e vedrai che affrontiamo l'argomento.
Ciao
Paolo
@ Paolo
Apetto domani con trepidazione, anche se mi sono limitato a dire che l'acqua e' sporca... ;)
@ pale:
e io che credevo tu avessi detto che "ridurre il peso dello Stato diverrebbe un ottimo modo per limitare i danni della mala politica"
Non è buttare il macchinario per ridurre gli effetti del guasto?
:-)
Ciao
Paolo
@ Paolo
Io ho scritto quello perche' era cio' che si inferiva dal tuo ragionamento, eheh. Che poi sia anche in parte condiviso da me e' un'altra storia...
In breve, ma ne parleremo domani, credo che solo una combinazione virtuosa delle due ricette possa portarci, non sensa qualche lacrima e tanto sangue, ad uscire dalla crisi con il bambino ancora nella vaschetta...
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