Buongiorno,
nei giorni scorsi, un po' in sordina, è passata la notizia della prima conseguenza tangibile dei tagli operati alla legge che finanziava la stampa di partito.
La notizia è quella che annuncia la chiusura della testata di Liberazione, l'organo di Rifondazione Comunista, chiusura cui realisticamente ne seguiranno altre, visto che l'editoria di partito pullula di testate e microtestate (facciamo un po' di esempi? Discussione, Europa, Liberazione, il Campanile, il Riformista, l'Unità, l'Avanti, il Secolo d'Italia, ...) e viste le modalità dei tagli, che intervengono retroattivamente sugli ultimi due anni, impedendo quindi qualsiasi politica di aggiustamento di bilancio.
Personalmente sono dispiaciuto della chiusura di Liberazione, ma quando sento parlare di attentato alla democrazia resto molto perplesso per due ordini di motivi.
E non perchè una stampa libera non abbia un peso fondamentale (anzi, sono un convinto sostenitore che l'inadeguatezza del sistema mediatico italiano abbia una grossissima responsabilità nella degenerazione della qualità della nostra politica).
Ma davvero siamo in presenza di un danno alla democrazia quando chiude un giornale che vende 5.000 copie (cifra che Ferrero riferiva a Maurizi, come al solito ottimo conduttore della Zanzara in assenza di Cruciani, e che devo presumere essere composta in gran parte dalle copie che finiscono nelle mazzette quotidiane della rassegna stampa di politici di professione)?
Qui non sto parlando di ossequiare le leggi di mercato, che non ritengo debbano essere sempre e comunque al di sopra di ogni cosa, ma si tratta di prendere atto che poche migliaia di copie vendute in un paese di 60 milioni di abitanti significa essere sostanzialmente inascoltati, e quindi essere una voce inutile.
La chiusura di Liberazione per me non è un problema democratico perchè zittisce una voce che nessuno ascolta. E' come togliere l'ipod ad un sordo: non può essere un problema, non lo può sentire. Se voglio fargli percepire qualcosa della musica devo ricorrere ad uno strumento diverso.
Se Liberazione vuole essere una voce importante per la democrazia italiana deve trovare il modo di farsi ascoltare, cosa che palesemente non sta avvenendo, visto che ogni membro del suo staff (quindi un professionista) vanta grosso modo gli stessi lettori di un blog amatoriale come questo.
E se ritiene di dire cose degne di nota, rimanga su internet, un medium che permette di lavorare con costi molto più bassi, ed impari come farsi spazio in quel settore (quante persone raggiunge quotidianamente Grillo col suo blog?). Oppure realizzi una joint venture con qualcuno degli altri "giornalini" di sinistra altrettanto poco diffusi e che saranno altrettanto destinati a chiusura se operano da soli. Oppure si faccia spiegare dal Fatto Quotidiano come ridurre i costi di gestione. Oppure...
Insomma, ci sono molti modi per contribuire positivamente all'efficienza di un sistema democratico, ma pubblicare un giornale che non viene letto non è certo il migliore di questi.
Ciao
Paolo
E non perchè una stampa libera non abbia un peso fondamentale (anzi, sono un convinto sostenitore che l'inadeguatezza del sistema mediatico italiano abbia una grossissima responsabilità nella degenerazione della qualità della nostra politica).
Ma davvero siamo in presenza di un danno alla democrazia quando chiude un giornale che vende 5.000 copie (cifra che Ferrero riferiva a Maurizi, come al solito ottimo conduttore della Zanzara in assenza di Cruciani, e che devo presumere essere composta in gran parte dalle copie che finiscono nelle mazzette quotidiane della rassegna stampa di politici di professione)?
Qui non sto parlando di ossequiare le leggi di mercato, che non ritengo debbano essere sempre e comunque al di sopra di ogni cosa, ma si tratta di prendere atto che poche migliaia di copie vendute in un paese di 60 milioni di abitanti significa essere sostanzialmente inascoltati, e quindi essere una voce inutile.
La chiusura di Liberazione per me non è un problema democratico perchè zittisce una voce che nessuno ascolta. E' come togliere l'ipod ad un sordo: non può essere un problema, non lo può sentire. Se voglio fargli percepire qualcosa della musica devo ricorrere ad uno strumento diverso.
Se Liberazione vuole essere una voce importante per la democrazia italiana deve trovare il modo di farsi ascoltare, cosa che palesemente non sta avvenendo, visto che ogni membro del suo staff (quindi un professionista) vanta grosso modo gli stessi lettori di un blog amatoriale come questo.
E se ritiene di dire cose degne di nota, rimanga su internet, un medium che permette di lavorare con costi molto più bassi, ed impari come farsi spazio in quel settore (quante persone raggiunge quotidianamente Grillo col suo blog?). Oppure realizzi una joint venture con qualcuno degli altri "giornalini" di sinistra altrettanto poco diffusi e che saranno altrettanto destinati a chiusura se operano da soli. Oppure si faccia spiegare dal Fatto Quotidiano come ridurre i costi di gestione. Oppure...
Insomma, ci sono molti modi per contribuire positivamente all'efficienza di un sistema democratico, ma pubblicare un giornale che non viene letto non è certo il migliore di questi.
Ciao
Paolo
6 commenti:
Personalmente questa faccenda mi ricorda pur con differenti modalità, toni, ecc... quella di equitalia:
per anni lo stato sonnacchioso si è ben guardato di chiedere quanto gli spettava ai cittadini - non tutti evasori - con gli effetti distorsivi che abbiamo sotto gli occhi come ben spiegava
Feliciano.
Per anni hanno concesso soldi - a mio avviso immeritati e ingiustificati - per giornali che con rare eccezioni quasi nessuno legge. Ora di botto vengono negati senza pietà. Un'altro modo di operare per dare un lasso di tempo definito a quelle testate che si volevano adeguare al nuovo regime, no. Vero?
Infatti.
E come al solito in Italia si è giunti ad un diffusissimo abuso di uno strumento che avrebbepotuto avere un suo perchè, se applicato con un minimo di senso etico, e si è assistito a tirature gonfiate (anche per Liberazione, mi risulta) per gonfiare i rimborsi, o a testate create dal nulla per garantire ad una redazione gestita tutta in famiglia una rendita garantita.
E cito da Wikipedia:
"Il caso "Il campanile"
Il giornale di partito Il Campanile è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione "privata". In altri termini, oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (limitandosi al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella, viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
In sostanza, secondo una inchiesta de L'espresso, "all'ombra del "Campanile" Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti"."
Ciao
Paolo
Ma LIBERAZIONE è on line!
E pure il FUTURISTA non è piu' in edicola, ma solo nel web.
Pero' devo dire che (e so già che mi tirerete le pietre addosso) di questa cosa son contenta se penso che la stessa sorte toccherà a breve anche quel disgustoso quotidiano che strombazza le minkiate leghiste (circa 25k copie) con la pretesa di essere la voce del Nord (e allora perchè i ricchi imprenditori padani non lo sovvenzionano per consentirgli di sopravvivere??).
@ Francesca:
si, Liberazione è rimasto solo online dal 1 gennaio. Ed il punto è proprio questo: ha tuttora la possibilità di esprimere le proprie idee, e continua a rimanergli il problema di farsi ascoltare...
Inutile lamentarsi dell'attentato alla democrazia perchè non viene più sovvenzionato per la parte cartacea.
Ciao
Paolo
Buongiorno,
post del tutto condivisibile. L'attentato alla democrazia è una baggianata dal momento che chi è interessato andrà a leggersi su internet il quotidiano.
Se poi questi tagli faranno sì che almeno uno dei giornalisti che si occupano della colonna delle tette sia costretto a fare un lavoro degno, tanto di guadagnato.
Saluti
Tommaso
Concordo. Togliere TUTTI i finanziamenti a TUTTI sarebbe cosa buona e saggia. Magari spingerebbe qualcuno anche a scrivere qualcosa di decente (dal Campanile a Repubblica, senza distinzioni)...
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