Buongiorno,
oggi
l’ulteriore breve riflessione sulla qualità della nostra stampa a valle dei
fatti relativi all’affondamento del Concordia, ragionamento che inizia quando,
a fatto appena avvenuto, ho sentito alcuni brandelli di un’intervista condotta
da Mentana ad una giornalista che si trovava in crociera sulla nave affondata e
che descriveva un equipaggio (definito simpaticamente “questi filippini”)
incapace di gestire la situazione e tutto teso unicamente a salvare sé stesso,
disinteressandosi dell’incolumità dei passeggeri.
Dove vedete caos e panico? |
Situazione
che mi aveva fatto indignare contro l'equipaggio, almeno sino al momento in cui sono venuto a
sapere che le operazioni di salvataggio avevano fortunatamente limitato le
perdite a numeri estremamente contenuti (una parte dei quali generatisi
probabilmente nell’immediatezza dell’apertura della falla e quindi non
evitabili con operazioni di salvataggio).
E quei numeri sono difficilmente
compatibili con un equipaggio che si disinteressa dei passeggeri.
In
sintesi ho la fortissima impressione che la giornalista intervistata da Mentana
abbia dato una descrizione degli eventi molto poco obiettiva, estremamente
emozionale e negativa.
Non una bella cosa per chi esercita quella professione.
Misteriosa venticinquenne bionda moldava |
Il
ragionamento passa poi attraverso la scoperta che il comandante aveva cenato ed
era salito in plancia con una ovviamente misteriosa venticinquenne bionda moldava, notizia ripresa da
tutte le testate in prima pagina, con ricchezza di sottintesi che venivano fatti
più o meno velatamente trasparire, sottintesi che, nemmeno se si dimostrassero
veritieri, avrebbero avuto la benché minima influenza su quanto avvenuto (ma
forse hanno tolto un po’ di spazio alla “colonna delle tette”)…
E
termina nell’ultima considerazione cui non riesco a sottrarmi: esauriti gli
elementi di riprovazione più scontati la caccia all’untore è continuata su un
altro piano, passando alla riprovazione per le condizioni lavorative di
sfruttamento cui i lavoratori delle navi da crociera sono sottoposti.
E ancora
una volta i giornalisti dimostrano tutta la loro miopia professionale, visto
che le tanto riprovevoli condozioni lavorative di cui hanno parlato non erano
assolutamente dissimili (sia per orari che per remunerazioni) da quelle applicate
a qualsiasi gruppo di animatori che lavorino in residence e villaggi turistici.
Probabilmente
servirà che un incendio in un Club Med faccia una strage di ospiti perché qualche
pennivendolo se ne accorga e ne parli. I precedenti non mancano.
In
sintesi, secondo me per l’ennesima volta abbiamo assistito ad uno sfoggio di
sensazionalismo che gran poco ha a che vedere con il giornalismo e praticamente
nulla con l’informazione. Agli stessi livelli del plastico di Cogne.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buondì,
come sempre se si parla male dei giornalisti non posso che concordare.
Il ruolo della stampa oggi è quello di dare "dignità" ai discorsi da bar.
Salvo poi doversi anche cuccare le rampogne di alcuni direttori che stigmatizzano su una pagina quello che i loro sottoposti scrivono sulla successiva.
T.
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