Piccole considerazioni sulle primarie TV

Buongiorno, 

secondo post del giorno grazie a Tommaso

guardando il confronto per le Primarie del csx ho sinceramente tirato un sospiro di sollievo per l'assenza di litigi e polemiche e ho persino provato un po' di orgoglio per credere ancora nell'unico partito in Italia degno ancora di essere definito tale. 

Un partito che discute al suo interno, che lo fa pubblicamente, che fa queste benedette primarie. Alla faccia di tutti i rosiconi

Il giorno dopo, ahimé, ho commesso l'errore di leggere i giornali: quali sono stati i due temi che i nostri eccellenti opinionisti hanno più analizzato?

  • Le pagelle dei candidati, si badi bene non sui contenuti, ma sulla forma
A questo è stato dedicato uno spazio esagerato, dovuto alla miseria mentale e all'autoreferenzialità del giornalismo italiano. Fiumi di parole su come Renzi guardava bene in camera, sul sudore di Vendola (che però lo faceva apparire più sincero), sulla non abitudine alle telecamere della Puppato (con il solito florilegio di scontatissima aggettivazione sul suo essere donna forte, imprenditrice concreta ecc.) e così via. 

Il tutto per me è culminato nel sentire Telese a Zapping ieri sera sfogarsi con un ripetuto "Aridatece er Talk Show" e con espressioni di sincera ammirazione per come Renzi sapesse "stare nei tempi" in modo sorprendentemente efficace. Questo ultimo punto pare proprio che fosse entusiasmante per il direttore di Pubblico, come sempre gongolante e incapace di mascherare il fatto che per lui è tutto un gioco (remunerativo per altro). 

"I nostri politici non sono capaci di parlare in un minuto e mezzo" si lamentava sconfortato. Si scopre così che i titoli che unanimemente attribuiscono la vittoria al sindaco di Firenze sono basati proprio su questa sorprendente abilità a stare davanti alle telecamere, con buona pace di quanto di buono (e di diverso) possa dire la Puppato, della veracità (mi vergogno a usare certe parole :-)) di Vendola o della schiettezza di Bersani. 

 Per i nostri giornalisti quindi, e di conseguenza per molti elettori disattenti, l'importante per il futuro Presidente del Consiglio è "stare nei tempi" e produrre slogan. Perché, come sempre, l'unica cosa che conta è vincere le elezioni. Cosa si farà dopo è secondario, tanto è un periodo di vacche grasse, no? 

Non è forse per questo che per il PDL, bisogna "cambiare volti" e non pensare a un programma? 

O che la rottamazione è un valore più importante delle politiche che propone il rottamatore? 

Provo forti frustrazione e rabbia per questo pensiero unico, poiché è lo stesso che ha portato il berlusconismo a dominare ben al di là dei confini del cdx, ma nella mente delle persone. Come sempre credo che i nostri media siano tutt'altro che innocenti da questo punto di vista, e veniamo così all'altro tema su cui si sono scervellati fior fior di esperti. 

  • Il successo del format, con considerazione scontate, condivisibili e soprattutto autoassolutorie. 
 Che questo tema sia scontato, mi pare evidente: chi non ha colto la differenza tra gli strepiti cui siamo abituati e il clima normale del confronto in cui si potevano davvero confrontare le risposte dei candidati?Pochi non concorderanno che, con un minimo di regole e un giornalista degno di questo nome che le faccia rispettare, si possa ottenere una più alta qualità dell'informazione dello spettatore. 

Poi giù a cincischiare se sia "la morte del talk show" e ad affrettarsi a difendere i nostri talk show. Quelli in cui si urla e poi c'è il Gasparri di turno che se ne va perché si è offeso. E il giorno dopo possiamo riempire la colonna delle tette. 

La disaffezione nei confronti della politica ha tra le sue cause anche quello stile di talk show, di cui la stragrande maggioranza dei nostri giornalisti è responsabile. Sono state scelte del nostro giornalismo, prediligere ospiti rissaioli, fare domande neutre o magari concordate, interrompere senza criterio, altrimenti non "si sta nei tempi", permettere le interruzioni continue, non verificare mai i numeri totalmente discordanti sparati dai contendenti. 

Questi talk-show spazzatura hanno generato un gusto per la rissa e nel contempo un disprezzo, giustificato naturalmente, per i politici che vi prendono parte. I quali sono senz'altro i primi responsabili, ma gli organizzatori di queste risse mediatiche sono i secondi a pari merito.

In un talk show tradizionale sono sicuro che anche tra i candidati alle primarie qualche scontro ci sarebbe stato. Come mai basta una regola sui tempi e un conduttore fermo nelle decisioni a evitare la rissa? Non potrebbe essere così anche nelle trasmissioni di tutti i giorni? O davvero siamo tutti come Telese che si diverte tanto a sentire insulti e a trasformare la politica in intrattenimento? 

Saluti

Tommaso

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