Sanità: allarme rosso

Buongiorno,

oggi permettetemi di mettere le mani avanti, perchè le dichiarazioni allarmanti ed un po' criptiche del Presidente del Consiglio sulla insostenibilità nel tempo del nostro sistema sanitario mi paiono essere la naturale prosecuzione delle "autorevoli" affermazioni che periodicamente premono perchè anche nella sanità italiana si introducano modelli diversi, che, direttamente o attraverso meccanismi assicurativi obbligatori, spostino il servizio sanitario sempre più verso una gestione privata.

Sull'autorevolezza delle affermazioni già altri hanno avuto da ridire: infatti, per dirne una, il lamentato incremento dei costi delle tecnologie normalmente si ripaga abbondantemente con i risparmi legati alla riduzione dei tempi di degenza e di ospedalizzazione dei pazienti e rimane sensibile solo nella fase di introduzione di nuove tecnologie e tecniche per sparire quando queste diventano mature.

Sull'efficacia ed economicità delle assicurazioni obbligatorie che alcuni ipotizzano come forma di finanziamento complementare avete tutti sott'occhio la vostra RC auto e potete facilmente valutare la bontà della scelta (non è solo colpa delle assicurazioni: col premio che pagate loro devono sia darvi il servizio per cui vi assicurate che generare profitti e questa ultima componente è un handicap nel momento in cui lo si confronti con qualunque tassa che viene invece destinata al solo pagamento del servizio). 

E se volete una conferma ulteriore ve la dà il solito Seminerio qui.

Ma, quando pensiamo di mettere mano al modello sanitario italiano (al di fuori del sacrosanto tagliare gli sprechi ed inefficienze -spesso enormi-) è bene che si parta dal confronto con gli altri Stati, e che ci si renda conto (potete farlo scaricando il file e leggendone i dati) che la sanità italiana rispetto alla media OCSE:
  • costa meno sia in rapporto al PIL (9,3% contro il 9,5%) 
  • che in assoluto (2964$ pro capite contro 3265) 
  • cresce meno sia in assoluto (1,9% annuo contro il 4,3%) 
  • che nella componente pubblica (2,8% contro il 4,5%)
  • il tutto garantendo degli standard normalmente superiori (dò solo il più approssimativo e sintetico dei dati, cioè l'attesa di vita che è di 82 anni contro i 79,8)
Per rispetto degli stati esteri non scendo nei confronti con i tanto blasonati USA o con la Svizzera delle clinche private, che sono i modelli cui secondo alcuni dovremmo avvicinarci. 

Anzi no, visto che mi pare che tutta l'attenzione del Presidente del Consiglio si focalizzi sui costi, almeno quelli li dò: a fronte dei nostri 2964$ pro capite gli USA spendono 8233$ (quasi il triplo!) e la Svizzera 5270$ (poco meno del doppio).

Insomma, se mi è permesso dare un consiglio al tecnico Monti, in questo momento alla nostra sanità molto probabilmente non serve modificare il modello di finanziamento, perchè gli altri modelli di finanziamento della sanità sembrano essere mediamente più cari.

Invece sembrerebbe che ad essere scarsamente efficace sia la programmazione della spesa: ad esempio i dati OCSE ci dicono che abbiamo un numero di TAC e di RM pro capite ben superiore alla media e che non monitoriamo il numero delle loro prestazioni (!), il che, unito al fatto che abbiamo lunghi tempi di attesa per poter effettuare un esame con questi sistemi, mi dice che sulle alte tecnologie stiamo sprecando soldi. 

Nè mi rassicura vedere che, per motivi politici/clientelari si continua a cercare di installare più terapie protoniche (Trento, Milano e Mestre le candidate di cui sono a conoscenza io, due con contratto già firmato, credo) in un bacino di utenza che ne giustifica una sola, da quanto mi risulta (e stiamo parlando di centri che da soli costano come un intero ospedale di dimensioni medie).

Ciao

Paolo

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