Buongiorno,
credo che le uscite di Fabrizio Cicchitto sul fatto che è impossibile far lavorare i parlamentari in prossimità di ferragosto siano state equivocate.
Secondo me (e che sia io a difendere Cicchitto la dice lunga) non si tratta infatti di una orgogliosa rivendicazione dei privilegi della casta come molti giornali vorrebbero, bensì di qualcosa tra la minaccia e l'avvertimento al governo Monti (e mi pare evidente dalle dichiarazioni:" sono problemi vostri... io ci starò, perché tanto ho le vacanze a due ore da qui, ma non ci sarà nessun altro.").
Il che potrebbe tranquillamente avere tutt'altra dignità.
Un secondo equivoco è evidente se pensiamo che Cicchitto era tra coloro che chiosavano l'incarico a Monti con richiami alla lesa sacralità del Parlamento: forse non ce n'eravamo accorti ma scherzavano. Non è come in qualsiasi azienda, dove per esigenza di servizio le ferie vengono tranquillamente rimandate a tempi migliori. Crisi o non crisi, evidentemente, dobbiamo pensare che per i nostri parlamentari sono sacre ed intoccabili.
Ma quando poi leggo questo mi è subito evidente che sono in presenza di un ulteriore equivoco.
Per un momento infatti avevo pensato di essere in presenza di un articolo giornalistico, invece è solo il frutto dell'incapacità di distinguere due situazioni diversissime da parte di un imbrattacarte tendenzioso che mette insieme problemi tra loro lontani anni luce.
Ciao
Paolo
1 commento:
Qualcuno spieghi a Nicola Porro che no, i parlamentari non sono dei lavoratori qualsiasi, a cominciare dai lauti emolumenti che percepiscono, che già li pongono su un altro piano, per non parlare delle responsabilità di parlamentari e rappresentanti del popolo.
Babbei senza la minima vergogna che vivono sulla luna.
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