Buongiorno,
sarà perchè ho sentito che il Principe della disinformazione radiofonica, Gran Visir della disonestà intellettuale, Sultano del doppiopesismo sostenere il contrario in palese contraddizione con le accomodanti posizioni assunte sino all'altro ieri davanti alle "provocazioni" ed all'inopportunità di tante dichiarazioni e comportamenti dell'ex maggioranza di governo (ricordate come scodinzolava adorante davanti al ridicolo Brunetta?), ma personalmente non ho trovato poi così assurda (anche se oggettivamente di limitato impatto pratico e comunicata nel peggiore dei modi) l'idea di utilizzare detenuti per portare soccorso nell'Emilia terremotata come sgangheratamente prospettato dalla ministro Paola Severino.
Il mio ragionamento è questo: situazioni eccezionali richiedono provvedimenti eccezionali (il che significa qualcosa in più del solito incremento delle accise sulla benzina), in Emilia c'è bisogno di aiuti di ogni genere, nelle carceri vi sono professionalità di ogni genere. E molte di queste, pur avendo il desiderio ed i requisiti (primo su tutti la non pericolosità) per poter lavorare all'esterno del carcere e migliorare in questo modo le proprie possibilità di recupero e di evitare recidive, non trovano strutture dove poter operare.
Per costoro la tragedia del terremoto può diventare una opportunità unica per mantenere e perfezionare la propria professionalità e dimostrare il proprio recupero ad una civile vita nella legalità.
E' il meccanismo psicologico che rende il migliore tra i soldati chi si arruola nella Legione Straniera per far dimenticare un passato travagliato: la coscienza di non poter mancare l'ultima opportunità può essere una molla potentissima persino nelle condizioni più dure.
E' il meccanismo psicologico che rende il migliore tra i soldati chi si arruola nella Legione Straniera per far dimenticare un passato travagliato: la coscienza di non poter mancare l'ultima opportunità può essere una molla potentissima persino nelle condizioni più dure.
Possiamo buttare tutto in vacca (anzi, temo che in realtà l'abbiamo già fatto) e liquidare il tutto berciando di lavori forzati, di stalag, gulag e laogai, di impossibilità della cosa, persino di diritti dei detenuti, però, così facendo, sprechiamo l'ennesimo piccolo capitale.
Un piccolo tesoretto che avrebbe probabilmente fatto comodo sia a chi adesso vive in una tenda che a chi è rinchiuso in un carcere.
Un piccolo tesoretto che avrebbe probabilmente fatto comodo sia a chi adesso vive in una tenda che a chi è rinchiuso in un carcere.
E, di piccolo spreco in piccolo spreco, di occasione mancata in occasione mancata, sappiamo tutti dove siamo arrivati.
Ciao
Paolo
1 commento:
Buongiorno,
concordo con Paolo e godo nel non aver sentito lo Sgradevole sostenere il contrario.
Non ho potuto evitare invece di sentire il giudizio del rubizzo Calderoli. Anch'egli alfiere dell'onestà intellettuale più specchiata.
Per anni abbiamo dovuto sentire i leghisti vomitare fesserie in cui fantasticavano le feroci pene per i (delinquenti) stranieri.
"Pena di morte!" per chi era duro come i diamanti di Belsito.
"Lavori forzati!" per i più moderati, gente che striscia, trama nell'ombra e preferisce occhiali dai colori sgargianti.
E adesso? Ora che c'è l'occasione di prendere un po' di marocchini e metterli a spostare le pietre con le carriole?
Adesso no! Perché è più importante andare contro il presente esecutivo.
E dal momento che non esiste un'argomentazione dignitosa, cosa si inventano?
Benaltrismo da manuale: "Perché non ritiriamo i nostri soldati dalle missioni di pace?"
Amarezza.
Saluti
Tommaso
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